364 CODICE DIPLOMATICO BARLETTANO Culcitra. Coltrice. Specie di materasso ripieno di piume, 176. Cultellum prò quoquissa. Coltello per cuoca, 172. Curatulus. Chi ha cura dei fondi rustici del padrone, 321. Currus. Misura di aridi che nella ricorrente citazione valeva salme sette e mezza, oggi si computa per tomoli 36 quando si misura grano; per tomoli 50 se orzo ed avena; tomoli 100 se sale. In tempi più antichi valeva tom. 48 (vedi I voi.). 272, 310. Curtts. Cortile, atrio, villa, 65, 236, 306. Dahana Baroli. Comprendeva: 1) il jus buccerie; 2) il jus baiulationis Cannarum; 3) il jus fundici, veterum jurium et novorum sta-tutorum, 7, 90, 315. Defensa Lanidigiti. Sono le mezzane e gli erbaggi riserbati per il pascolo di animali grossi e di pecore. Ad es: la defensa della Trinità, nel 1596 aveva 91.399 pecore, 292. Defensore, invece di fideiussore, 42, 76. Denarius parvus. Danaro spicciolo dell’epoca angioina. Valeva la dodicesima parte del soldo. Venti soldi formavano la libbra e tre libbre un’oncia d’oro, sebbene non esattamente. Fu coniato nel 1266, 42, 287. Dlsslpatus. Nella frase: agustalis dissipatus atque judex. Sembra sia una carica bizantina. (Vedi voi. Vili, Codice barese), 110. Dubla. Lo stesso che dupla, doppia. Forse giacca o gilet, 84, 282. Dublectus. Specie di tunica o pallio confezionato con lino e bambagia. Dall’italiano: dobletto, 84. Dublerius. Roba doppia o tela di Francia. Serve a confezionare le duble e il dobletto, 282. Edomata, invece di ebdomata, 301. Elachlum unum cum rossis de seta. Prostesi di lachium, ossia laqueum. Laccio, 282. Eiogium. Presso i romani era la subscriptio censoria; nei contratti del medio evo, come è spiegato in due citazioni di questo volume, è l’ultima disposizione o il codicillo di un testamento, 60, 62. Epistola Mandrana. Legge che riflette la medesima epistola, 304. Epitropi. Parola che deriva dal greco. Erano i curatori od esecutori del testamento, 40, 124 e in moltissimi documenti. Epitropagli jus. Il diritto di pagamento che competeva a colui il quale fungeva da epi-tropus, 338. Faderslus e fardersius. Detto di beni della moglie, corredo da restituirsi nel caso di morte, 84, 248. Falcidia, falsidia. Nelle frasi: cesset falcidia; petere falsidiam jure institutionis; falsidia Trabellionicu. Fu istituita da Publio Falcidio e si riferisce alla quarta parte che spetta all’erede nel caso l’eredità sia gravata di fede commessi, 124, 290. Falsls de ferro. Falce, 172. Falvus. Colore di cavallo ronzino, tendente al rosso ossia biondo, 61. Fanellus. Diminutivo di Stephanus. Fazatora. Specie di vaso (vedi voi. I.), 0 madia (vedi Codice dipi, barese), 330. Ferola. Fergola, 321. Fiere del lunedi, 283. Le fiere del lunedì e del giovedì continuarono sino al secolo XVI con le franchigie, come nel loco d’Araco. Nel 1480 re Ferrante confermò quelle di S. Martino, Assunta, Annunziata (Vedi manoscritto in Biblioteca). Filagrana e filigrana. Figure o linee trasparenti, esistenti nella carta. Nei nostri documenti diversi fogli di carta bombacina filo-granata portano questi segni: Trepedunculi di rosa sopra un cerchiello, 202, 333; arco teso con freccia, 332. Fondacus e fundicus Baroli. Luogo dove si raccoglie la gabella e dove i mercanti raccoglievano e vendevano le merci (vedi I voi.), 6, 315 ecc. — Curie, 102. Fondicarii. Gli ufficiali del fondaco, 336. Foveales da fovea, 306. Flasconus de piltro. Fiascone di peltro, 172. Floreni (ved. voi. I) aurei. Moneta coniata a Firenze nel 1252. Valevano la quinta parte di un’oncia cioè 6 tareni d’oro, pag. 60,330. Frontena una de auro de pernis et lapidi-bus pretiosis. Ornamento della fronte, 326. Furcella, invece di furcilla: piccola forca o fauci, 260. Gabella: vedi cabella. Gabita de tigno. Dal dialetto gavete: vaso, gaiette ecc., 172. Gagia. Pegno, garanzia, multa da pagare al giudice o al Signore; prezzo della cosa 0 mercede del lavoro, 253. Galea. Elmo, 7. Gayfus. Nella frase: Domus cum gayfo — Loggiato sporgente. In un bonorum del 1718: In via del forno vi è un pozzo, sul pozzo un arco, sull’arco un gayfo seu scoperto (vedi voi. I), 101. Gentlloctus, accrescitivo di Loctus, 224.