91 Queste parole ci presentano specialmente il conte Francesco di Toppo come cittadino benemerito che dal 1822 all’anno della sua morte coperse publici ufficii, disimpegnandoli con zelo e intelligenza. 11 suo legato, che ammonta a un milione di lire, per la futura istituzione del Collegio maschile Toppo-Wassermann, è frutto di cariti illuminata, «atto di sapienza civile;» nè poteva mancare in chi fu ultimo rampollo di ricca e nobile famiglia, in chi, dopo il 1866, aveva gettato la prime basi di un collegio congenere femminile, dell’ istituto Uccellis. — Intorno al legato Toppo si legga due anni appresso una relazione della Giunta, sindaco L. De Puppi, relatore F. Valentinis, inserita nella Patria del Friidi, 9 maggio 1885, n. 110. 018. Lettere inedite di mons. Francesco Trento udinese. (Pel giubileo sacerdotale di mons. Domenico Someda canonico della Metropolitana di Udine) — Udine, Patronato, 1883; pp. 31, 8°. (B. C.U.) Preparate per la stampa dal sacerdote Osvaldo Cortellazzis, che mancò di morte immatura, dieci di queste lettere, tutte spirituali, furono dirette a una nobile donna friulana che s’era ritirata a vivere nel monastero di S. Chiara, e due alla contessa Eleonora Dragoni, religiosa nello stesso luogo. Le notai soltanto per ricordare il nome del Trento che scriveva con efficace semplicità e con erudizione. Furono dettate intorno al 1781. oio. Ciro di Varmo-Pers, memorie biografiche-letterarie di Domenico Pancini. — Udine, Patronato. 1883; pp. 271, 16°. (R.O-B.) Il libro è corredato di sei disegni, rappresentanti i ritratti del Pers e di Taddea Colloredo, i castelli di Varmo di sopra, di Pers, di Varmo di sotto e la casa di Ciro in S. Daniele; e l’argomento interessante dà materia a ventisei capitoli, dei quali, per maggior chiarezza, si desidera il titolo. Nel togliere dalla mezza dimenticanza il suo poeta, l’autore si diffonde a parlare della famiglia, la quale largamente figura nella storia friulana. Ciro (V. n. 387), na-ijue in S. Daniele da Giulio Antonio e da Ginevra di Colloredo, fu educato in Gemona da Iginio di Maniaco fino ai quattordici anni in cui recossi all’ università di Bologna. Ivi conobbe i due celebrati secentisti Claudio Achillini e Girolamo Preti non abusando la loro falsa scuola, studiò filosofia sotto lo Zoppio. In patria Ciro innamorò di Taddea Colloredo che fu la sua ispiratrice col nome di Nicea; divenuta moglie di Carlo Montereale, Ciro volle votarsi al celibato