71 e spogliati, malgrado l’ingiunzione dell’imperatore * ut eandem invasionem lacraret et de reterò ecclesiam in pace dirnitteret. » Ma Popone, continua ¡1 documento * ut aspis surda aures obdura-vit, gravando l’abazia di nuove imposte * et sic in eadem rapina vita finivit. » Peggio fecero i suoi successori, finché Voldarico II ruppe ogni misura, e mentre Martino abate, accompagnato da un cappellano e da alcuni servi, movevano personalmente a lagnarsi con l’imperatore Federico Barbarossa, gli amici del patriarca gli furono sopra, togliendogli i cavalli e ogni cosa. Cacciato dalla sua sede, l’abate chiede protezione e difesa al papa, che mandi ad informarsi persona idonea, e se l'abate sia colpevole, sia confermata la destituzione, se no, abbia sodisfazione delle ingiurie. Come apparisce da un secondo documento, la petizione fu raccomandata da Engelberto conte di Gorizia ai conti Frangipane di Roma. Il Degani, nell’acuta illustrazione’critica, riferisce il documento al 1108, al primo periodo della vita agitata di Voldarico II, che, forse semplicemente principe temporale, non s’era ancora staccato dalla parte imperiale, e nella lotta tra le due autorità, parteggiava per l’antipapa Pasquale III contro Alessandro III. Solo l’anno dopo Voldarico, secondo il Liruti, si fece ordinare e consacrare e fu sempre ligio al papa legittimo, e può credersi che da allora desistesse dal perseguitare l’abazia di Sesto. 87«. Relazioni di Udine con Trieste e l'Istria nel secolo xiv, spogli dall’archivio comunale di Udine di Vincenzo Joppi. (Nell’Ar-cheorjrafo triestino, Nuova Serie, Voi. x, pag. 1 e segg.) — Trieste, Herrmanstorfer, 1883; pp. 19, 8°. (R.O-B.) Altra volta, restringendosi a un periodo di quattro anni, cioè al tempo della guerra di Chioggia, il dott. Joppi discusse le relazioni tra Udine e Trieste (V. n. 286); oggi le ricerche su tale argomento vanno dal 14 agosto 1353 al 14 gennaio 1398, e si ristampano le precedenti. Nelle dissensioni tra Venezia, i duchi d’Austria e Trieste nel 1369, il patriarca Marquardo volendo tenersi neutrale proibiva agli udinesi di mettersi al soldo dei combattenti, sotto pena di carcere e multa se erano presi e di esilio per tre anni se sfuggivano alle ricerche, e intanto si mandavane esploratori a Trieste per vedere se la guerra si piegasse ai danni del patriarcato. Principale delle terre istriane nominate nei nuovi documenti (1384-1398) è Muggia, soggetta ai patriarchi: a capo di sette balestrieri per