15 publicate vanno dal 1820 al 1871 : di quelle che riguardano in tutto o in parte il Friuli si è già parlato nella presente Bibliografia pel periodo da 1804 in poi. Fra le molte opere o frammenti ancora inediti del Kandler vogliono notarsi le postille e i documenti aggiunti ai Vecchi ricot'di cormonesi del Cumano (V. n. 163), e le carte delle nostre regioni. 758. Il liber Communis detto anche Plegiorum del li. Archivio Generale di Venezia, regesti di R. Predblli ufficiale npH’Archivio medesimo.—Venezia, Commercio, 1872; pp. 211, 8°. (R.O-B.) Usci con paginatura separata, ne\Y Archivio Veneto. E il più antico registro ufficiale di atti publici che si conservi nel R. Archivio di Stato in Venezia, l’unico avanzo dell’archivio del Consiglio minore che risale al 1032: trasse il secondo nome dai molti atti di pieggeria o malleveria che vi s’incontrano. 1 regesti, in numero di 725, vanno dal 30 ottobre 1223 al 12 maggio 1253. Il lavoro, ampiamente illustrato nella bella prefazione (pag. 5-21), è ordinato nel triplice indice, delle materie, geografico, onomastico; e da questi ultimi si deduce come se ne possa trarre un prezioso sussidio anche per la storia del Friuli, specialmente economica. Vi appaiono infatti i seguenti nomi geografici: Aquileia, Ariis, Caorle, Cividale, Concordia, Friuli, Gemona, Gorizia, Grado, Livenza, Marano, Mels, Polcenigo, Pordenone, Portogruaro, Prata, Ragogna, Raifenberg, Sacile, Vipacco. 753, Saggio di una storia dell’lstria dai primi tempi sino all'epoca della dominazione romana, del prof. Bernardo Bbnossi (Negli Atti dell’ i. r. Ginnasio superiore di Capodistria, 1871-72, pag. 3 e segg.) — Capodistria, Tondelli, 1872 ; pag. 60, 8°. (li. L. V.J La Bibliografia friulana nota anche questa bella dissertazione ginnasiale, che accennava nel Jienussi un uomo di forti e diligenti studi, quale dimostrossi in seguito, svolgendo questo tema e trattando altri argomenti sull’Istria e sul Litorale (V. più innanzi). Ricorrono frequenti le notizie di Aquileia e specialmente del Timavo (pag, 20-21, 53 in nota) considerato confine dell’Istria. — Il De Franceschi, nell’esaminare (Provincia, Anno vi, n. 22 e 23, pag. 1109-1112, 1120-1123) questo Saggio si diffonde specialmente sulle questioni intorno al Timavo, interpretando diversamente da altri il passo di Piimo: Camorum haec regis, junetaqrce Japidum. Ancora, se Virgilio chiama Japidico il Timavo, intende non della regione presso le foci, ma della regione superiore ( Reca).