35 Ti>8. Pordenone al re Galantuomo : onoranze dei Pordenonesi alla memoria immortale di Vittorio Emanuele II, compilazione di G. B. Damiani. — Pordenone, Gatti, 1880; pp. 41, 8°. (li. J. U.) Due anni dopo la morte del Gran Re si raccolgono in questo opuscolo le dimostrazioni di dolore e di onore, a Lui tributate all’annunzio della grande iattura nazionale (pag. 9-19), ed è detto dell’asilo che, dal 10 novembre 1878, fu intitolato da Vittorio Emanuele e del monumento consistente nel busto in marmo in grandi proporzioni, opera di Emilio Marsili, che fu inaugurato il 21 settembre 1879. 799, Leonardo Bufalini e la sua pianta topografica di Roma, scritto di Giovanni Beltrani. ( Nella Rivista Europea, rivista internazionale, Voi. xxh, pag. 5 e segg., 361 e segg.) — Firenze, Gazzetta d’Italia, 1880; pp. 51, 8°. (S.A.F.) Notevole studio, col quale il Beltrani si propone raccogliere tutte le notizie che riguardano la storia esterna della Pianta di Roma, che, conosciuta sotto il nome del Bufalini, fu edita nel 26 maggio 1551. Nota in un solo esemplare, mutilo di quattro tavole, il prezioso cimelio si riprodusse nel 1879 a Roma dal Ministero della publica istruzione, che lo tolse da un esemplare a penna esistente in un monastero di Cuneo. Il nome di Leonardus vertetus intagliator apparisce anche in una carta sincrona deH’archivio di Stato in Roma come abitante apud turrim nonam (Tordinona), venuto nell'eterna città coi Biado, stampatori asolani. Francesco Bianchini, nel 1738, diede primo a maestro Leonardo il cognome Bufalini. L’autore confuta vittoriosamente l’opinione di chi crede Leonardo urbinate o forlivese e riproducendo intero il testamento autentico 18 luglio 1552, scoperto da A. Bertolotti fra gli atti notarili dell’archivio urbano del Campidoglio (il che fu annunziato dal Bertolotti stesso nel Fanfidla della Domenica, 15 agosto 1880, n. 33), stabilisce esser stato rnagister Leonardus Buffalini de Udene faber ligninus, e prova valere questo epiteto tutt’ uno con l’altro tì'intaglia tor. L’autore pensa che il Bufalini morisse in Roma nel 1552, ma non ne reca nessuna prova attendibile. Aggiungasi che Rodolfo Lanciani, illustre archeologo moderno, si persuade che il Bufalini stesso facesse e compiesse i lavori di geodesia e di disegno della pianta che incise, la quale ci fa conoscere quanti antichi monumenti di Roma sieno stati dopo quel tempo occultati, distrutti o, comunque, manomessi.