HO sul cadere del secolo xiv non si parla più dei due nomi. Il castello avito era stato investito ai Cusano dai vescovi di Concordia, i quali, al decadere della famiglia, lo riebbero a prezzo e lo fortificarono, affidandone nel 1296 la custodia ad Enrico di Prampergo, col compenso di venti soldi veronesi al giorno. Le note vicende di Enrico che, come ribelle, fu decapitato in Udine, indussero il capitolo di Concordia, sede vacante, a chiedere al figlio Volveno di Prampergo la restituzione del castello: ne venne una lite che parve definita nel 1352 (pag. 17-21), ma fu riaperta nel luglio 1355 da un assalto impreveduto di sei consorti di Prampergo, onde il vescovo di Concordia Fr;l Pietro (1348-1360), durante la lotta, più sopra accennata, tra Rodolfo IV e Lodovico perdette la speranza di ricuperare Cusano sebbene si fosse all’uopo alleato col duca d’Austria. Questi, preso il castello, non lo restituì a Guido Barsio successore di Fra Pietro, e lo tenne per sè investendone Vicardo de Prampergo. Si riaccese la lite, definita soltanto nel 28 giugno 1371 a favore del vescovo Guido che, per riavere Cusano, dovette esborsare ai Pram-perg 2500 lire di denari veronesi a compenso della custodia e delle riparazioni. Ma il castello trovossi affatto in rovina, e il vescovo Guido pensò d’investirlo nel 7 luglio 1375 ai Gubertini venuti da Cremona nel principio di quel secolo e ascritti alla nobile cittadinanza di Udine: questi lo restaurarono e prima che la famiglia si spegnesse, Gian Guberto, ultimo superstite, col consenso del vescovo Enrico di Strassoldo, lo vendette nel 27 luglio 1431 al nobile Adamo de Formentini di Cividale, per quattromila ducati d’oro. L’ultima volta che se ne parla è del 1401 quando fu munito per tema di nuove invasioni turchesche. La chiesa di S. Giovanni in Gemono e il sito soffitto dipinto da P. Amalteo, memoria dell’Ab. Valentino Baldissera. (Negli Atti dell’Accademia di Udine, Serie u, Voi. vi, pag. 213 e segg.) Udine, Doretti, 1884; pp 15, 8°. (R. O-B.) Malgrado qualunque tradizione in contrario, la chiesa di S. Giovanni in Gemona non è anteriore al 1300. Cresciuta di rendite, fu consacrata nel 1337 da fra Giovanni vescovo di Parenzo delegato dal patriarca Bertrando, anzi il procuratore della chiesa domandò al Consiglio maggiore e minore e di arengo un sussidio, che fu accordato, per tale solennità. Del resto la chiesa di S. Giovanni servi per le adunanze del Consiglio maggiore fino al 1578 e per magaz-