Ili personaggio largamente illustrato con la scorta dei nuovi documenti. Tutto il periodo a cui i documenti stessi si riferiscono trae cosi nuova luce, tanto pei tempi di Berengario prima che divenisse marchese del Friuli, quanto per le donazioni che sono la materia di quasi tutti i diplomi. I nomi dei firmatarii erano tutti conosciuti, 'tranne quello di Ermino nel 799, addetto alla cancelleria di Carlo-magno. — Ne parla l’abate Blasich nell’appendice al Cittadino italiano, 16-17 novembre 1885, n. 259. 935, Inventario del tesoro della chiesa patriarcale d'Aquileia, fatto tra il 1358 e il 1378, con documenti, di Vincenzo Joppi. (Nel-VArchivio storico pei' Trieste, VIstria e il Trentino, Voi. ni, pag. 57 e segg.) — Roma Forzani, 1884; pp. 15, 8°. (li. O-B.J È più antico di quelli precedentemente publicati dallo stesso autore (V. n. 65^, 845, 846), ma in questo sono notati in gran numero i codici e gli arredi del culto, e le reliquie sono descritte con maggiori particolarità. Da un accenno s’impara che in Aquileia, come in Cividale, davansi delle rappresentazioni sacre tra il Natale e l’Epifania. L’inventario, tolto ai Commemoriali dell’archivio di Stato in Venezia, è corredato di quattro documenti che risalgono al 1206 nei quali si parla di lasciti, di privilegi impegnati da Ot-tobono patriarca ai Capponi di Firenze, del trasporto di antiche reliquie dalla chiesa di S. Felice alla metropolitana di Aquileia. Non è ancora uscito il numero AM'Archivio che doveva contenere questa publicazione, ed è da augurare che cessi la lung$ sospensione di quell’importante periodico. ose. Commentarii dei fatti di Aquileia, di Giovanni Candido. (Nozze Blum-Levi) — Udine, Bardusco, 1884; pp. 14, 4°. (B. C. U.) Questi commentari sono tratti dal libro vi del Candido, nè si sa da qual codice. Nulla fu fatto dall’editore Augusto Purasanta per correggere il testo nella forma e nella sostanza; e non diede nemmeno l’argomento dei frammenti. Si parla di Udine, di alcuni patriarchi, specialmente di Pagano della Torre. Ma la parte principale (pag. 10-14) tratta del viaggio di Odorico da Pordenone. Di critica, nemmeno l’ombra.