105 04». Cronaca del Friuli dal 1615 al 1631, scritta dal nobile Cristoforo di Prampero. (Nozze Marangoni - Masolini = Micoli ) — Udine, Patronato, 1884; pp. 35, 8°. (R. 0-B.) Elegante edizione messa insieme per merito di Vincenzo Joppi che trasse la Cronaca da una copia nella biblioteca di Udine. Cristoforo di Prampero naque in Gemona nel 1575 da Giulio e da Formentina Formentini e vi mori alla metà del secolo appresso. La Cronaca sincrona e ingenua narra alcuni fatti e manifesta le impressioni della guerra gradiscami intorno alla quale riporta cinque documenti per intero. Vi sono segnalate le prepotenze dei soldati e i danni da loro recati al paese. Il cronista tien conto altresi delle vicissitudini atmosferiche, delle raccolte, dei prezzi correnti, delle febri petecchiali che furono in Friuli nel 1628-29, e «per la gran quantità di ammalati il pollame fu carissimo di maniera che in Udine si pagarono insino cinque ducati un paio di capponi (pag. 33).» Il cronista è assai superstizioso e si compiace riferendo le grosse elemosine ottenute nel 1619 in Gemona da un predicatore cappuccino: « le donne si cavavano gli anelli, che furono tra d’oro e argento al n. di 150, i manigli, gli orecchini ed altri abbigliamenti e gli offrivano prontamente (pag. 26).» Egli dà anche molte notizie di fuori. 044. Scrittura di Antonio Barisoni vicario di Giorgio Contarmi luogotenente di Udine, il due maggio mdcxxx v, coìicemente i feudi del Friuli, estratta dal cod. tini, cl. ni, della r. Biblioteca Marciana. (Nozze Serravallo-De Concina)— Rovigo, Minelli, 1884; pp. 21, 4°. (B. C. U.J Splendida edizione dedicata da G. B. Zampironi allo sposo. Il luogotenente Contarini, essendosi accorto degli abusi che in materie feudale si commettevano in Friuli a pregiudizio della republica, la quale dal 1587 non aveva riscosso alcun laudemio, incarica il Barisoni di studiar l'argomento. Ed esso consiglia alcuni accorgimenti per rendere fruttuose le partite rimaste inesatte, riconoscendo che le disobedienze in cui sono incorsi i feudatari, derivarono, fra altro, dalla mancata rinovazione delle investiture, specialmente in occasione del passaggio in altre mani e della divisione dei beni feudali.— Ne parla il Giussani nella Patria del Friuli, 8 settembre 1884, n. 215, e il Fanfulla della Domenica, 5 ottobre 1884, n. 40.