11 MDIX, MARZO. 12 in A tamagna ; le letere nostre è di 3, hore 15. Avisa di la morte li a Roma dii reverendissimo Cardinal brixinense, homo vechio e richissimo, fo qui orator )>er il re di romani, havia assa’ gotte. Si dice à molti danari in man di Focher a ducali 5 per 100 a l’anno, e si dice più di ducali 200 milia. Da poi disnar fo consejo di X con la zonla; et vene zoso a horre una di notte la zonta. Adì 6. Fo, da poi disnar, audientia di la Signoria e colegio di savij. Et fo expedito in do quarantie civil la causa si menava, eh’ è la sententia fata per sier Marin Morexini, olitn ai 3 savij, contra i heriedi quondam sier Beneto da cha’ da Pexaro, procura-tor, fo capitanio zeneral, di certa utilità di vini etc., montava ducali 1100 in zercha, che i Pexari l'onno sententiati a dar a la Signoria. Fo disputalo 3 con-seglij ; parlò il prefato sier Marin do volle per la Signoria. Andò la parte : 19 taja, 45 bona ; et cussi fo fata bona con honor dii Morexini. Da Riva. Si ave aviso di alcuni foraussiti di Mi-lan, Crivelli e altri, che vieneno su le terre di la Signoria etc. Et fo ditto, che uno fiol dii signor Lodo-vico Sforza, eh’ è in tera todescha con la regina, ve-ria in le terre nostre. Et molte zanze se diceva ; et che sier Francesco Querini, provedador a Sallò, havia manda alcune barche versso Riva, per levar foraussiti di Milan. Tamen im pregadi non era 0, cussi si diceva per la terra. Et per queste tal nove, et perchè nostri erano di bona voja, il formento, che era a lire 5, eallò a lire 4, soldi 12, et cussi la farina callo soldi 8; e non si trovava compradori di fornii nto. Il monte nuovo questo fevrer fo a 90, horra non par compradori. Item, le galie di Barato, capitanio sier Jacomo Marzello, al tardi introno dentro. Et menoe uno Bernardin di l’Anguilara, romano, era sopra la nave di Chastegne, volleva andar in Cypri, over Rodi, havia una cassa con lui con danari e arzenti, per valuta ducati 3000 et più, si dize ha amazato soa moglie etc., et il provedador di l’armada a Corplnì lo le’ retenir, et lo mandò al consejo di X. El qual, exa-minato il zorno sequente per il consejo di X, fo lassato, per non esser in alcuna colpa. A dì 7. Da malina, tra il serenissimo e la 4.“* criminal reduta in colegio, fo preso di tajar certa causa di Vicenza, che per sier Vineivera Dandolo, avogador, fo tini in questa terra, contra li privilegij di Vicenza, et perliò sier Daniel di Renier, avogador, introduse et tajò etc. Vene in colegio sier Tomi Contarmi, venuto consolo di Damasco, et referì di quelle cosse. Vene sier Jacomo Marzello con barba, venuto capelanio di le galie di Baralo ; et referì, justa il solito. Vene l’orator yspano, dimostrando la bona mente dii suo re versso la Signoria etc. Tamen non z’ è letere. Da poi disnar fo consejo di X con la zonta, la qual zonta perhò vene zoso a bona horra. Et fo letere di Milani, di 4, come a Zenoa si armava le nave, et X galie im Provenza etc., per Pranza. Noto. In do quarantie civil fo ballotato armirajo dii porto di Candia ; et rimase Zanelo Spuzafino, homo maritano. A dì 8. Da poi disnar fo pregadi. Et leto le in-frascripte letere : Di Corphù, di sier Antonio Morexini et sier Priamo Contarmi, di... fevrer. Chomehanno da Constantinopoli, il signor lurcho, qual havia certa malatia, li janizari el volse veder, et si mostrò a un balchon etc. Et altri successi. Di sier Hironimo Contarmi, provedador di V armada. Di certo gripo con sede, veniva di Co-ron versso Corphù, a cargar quelle su le galie, era slà preso da navìlij rodiani etc. Di Napoli di Roìnania, di sier Domenego Malipiero, provedador. Avisa, chome quel bassa confina ben con lui, et à ordinato, li soi confina ben con la Signoria ; et nostri à fato certa compreda di soi fermenti per Candia et altrove. Et altre nove di la Morea. Dii Zante, di sier Antonio da Mulla, provedador. Alcuni avisi ; 0 da conto. Di Damasco, di sier Piero Zen, consolo nostro. Scrive di le occorentie de lì. Et nove è di So-phì, à preso il paese di Bagade, fugalo quel signor, qual è venuto in Aleppo. Di Goricia, di sier Piero Yenier, provedador. Chome di sopra, versso Lubiana, non è zente, nè motion di guerra, pur si parla. Iti Udene, di sier Zuan Paulo Graclenigo, lochotenente. Chome corre le strade versso terra todescha, comesi fusse fiera; e voleno paxe tutti li intorno, et ben vicinar con la Signoria nostra. Et di quelle parte non è da dubitar. Di Riva, di sier Zuan Antonio de Renier, provedador. Chome quelli tedeschi di sopra non fanno alcuna movesta, ma ben par si babbi a far certa dieta a certo locho, ut in litteris. Di Crema, di sier Nicolò da clia’ da Pexaro, podestà et capitanio, più letere. Di avisi di cosse di Milan, che, per dubito di nostri et per la