MDIX, MARZO. 8 tor di Brandito ; et par habi avisi di sier Andrea Contarmi, governador a Otranto. Come è stà a Napoli, a dì 17 fevrer, fato certa mossa di ar-tilarie di castello; et che spagnoli voleno vegnir a campo a Trane, con ... pezi d’artilarie,... homeni d’arme, et 2000 fanti, et fevano le zcnte. Item, par vice re habi leva le trate, et non voi più vengi for-menti di le sue terre in quelle de la Signoria nostra etc., perhò si provedi. Et queste letere veneno per terra in zorni 5. Et zonte, il colegio fo di malia voja, dubitando non sia intelligentia con Pranza, et che Spagna non voglij romper, e tnor le sue terre di la Puja, che la Signoria tiem. Et fo terminato mandar im Puja il capitanio di le galie bastarde, sier Zuan Moro, qual era za partito e andato in Histria ; et cussi sier Francesco Marzcllo, soracomito, che havia armato et partiva, et sier Lunardo Justinian, è in bordine, e scripto al provedador di l’armada, è a Corphù, vi va-di etc. Da poi disnar fo colegio di la Signoria e savij, ad consultar di trovar danari ; et voleno metter parte di offlcij di bando, e altre angario. Et di la tansa fo scosso lin eri ducati ... milia. Et di le do decime perse ducati ... milia, et speso za ducati... Fo mandato molte artilarie di qui a Cremona, et scritoa Brexa, e altrove, vi mandi; e terminato, La-tanlio di Bergamo, come fidatissimo, vi entri nel ca-slel di Cremona. Et per essor za sier Marco Lore-dam, provedador, et il castelam veehio, sier Pollo Dandolo, qual cussi rechiedeva, per il consejo di X ultimo fo terminato, che ’1 si partisse con la sua brigata, lassando in loco suo sier Andrai, suo fiol, al qual li co resse il salario etc. Vene in colegio l’orator yspano, a di 2 da ma-tina, a dir aver letere di uno suo fiol, il re esser a Vadajulid, et mostra esser amico di la Signoria nostra etc. l’amen di l’orator nostro sier Francesco Corner non è letere ; qual si crede non possi vegnir per Pranza, per esser intertenute. In questa matina, per piaza di San Marco e corte di palazo, vene uno conlestabele, nominato Zuan Spirom, di fanti 150, vanno in Trieste a custodia di quella terra. E1 qual a dì 3 ila matina fe’ la mostra a San Marco, et li fo dato danari, et si partite. 2 A dì do marzo. La matina fo letere di Roma, di 26; et di Liom, di sier Antonio Condulmer, orator nostro in Pranza, di 25, mandate per esso orator, per Albaneseto, nostro corier, fino a Milan vene, et di lì il secretario le spazò. Il suinario di le qual scriverò di solo. Da poi disnar fo pregadi. Et leto le infrascripte letere: Di Milam, dii secretario. Coloquij col gran maistro etc. Di Cremona, di rectori, sier Alvise da Mula et sier Zacaria Contarmi, el cavalier. De occurentiis, et provision fanno. Di Crema, di sier Nicolò da cha’ da Pe-xaro, podestà et capitanio. Avisi di cosse di Milam; el el papa à-mandato uno suo, a far 3000 sgui-zari. Di Riva, di sier Zuan Antonio di Renier, proveditor. Chome ha mandato di sopra, e non si sente 0 movesta ; imo tutti quelli todeschi voleno ben convicinar con la Signoria nostra, el non voleno guerra. Si farà la dieta a Vormantia. Di Ferara, di sier Francesco Orio, vicedomino. Dii passar ancora di fanti, vien di Romagna et vano in veronese, soto li capi Naldi di Val di La-mon etc. Et altre parole si dize de lì a Ferara, et sarà guerra contra la Signoria nostra. Di Trane. Ilo scripto di sopra il sumario etc. Di Roma, di sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier, et sier Zuan Radoer, dotor, cavalier, oratori nostri, di 26. Chome partì a dì 25 il Cardinal Pavia deli, vien legato a Bologna; et coloquij abuti etc. Et par, il vescovo de Tioli, era a Bologna, non vadi in Pranza, come doveva andar. Item, non à dato ancora danari a Pranza, imo dice non voler darli e voler tenir per lui. Et il papa va a Civita Ve-chia, et con lui vi va sier Zorzi Pixani sopradito. Nola, altre letere ne son, drizate al consejo di X, non lete al pregadi. Di Franzo, di l’orator nostro, date a Liom, a dì 25. Chome a dì 21 era zonto lì, in compagnia con quelli do li dete il re, el quale re è a Sornioni, mia 150 de lì. Item, fino a dì Ut non erano ancora venuti li oratori dii re di romani lì dal re, per far zu-rar li capitoli ; e che ’1 re va a caza. Item, à scontra nel venir zercba 300 cavali, veniva in Italia. Item, di la morte di monsignor di Obignì; et scrive la nome di alcuni capelanij francesi verano con lanze in Italia. Item. lì a Lion à visto fanti preparati per Italia, mal in bordine; si dice si prepara zenle, ma non si vede dar danari. Il re à posto certa taja, e vien pagata mal. Il Cardinal Roau sì aspeta a Lion, ma il re non cussi presto chome si dizeva. Item, che lui ora-lor sta in caxa, et sta con gran vergogna di la Signoria, et voria licentia ; et scrive molto longo sopra questo. Item, è zonto lì do nostri palricij, studiavano a Paris, sier Lunardo Venier, di sier Moisè, et