MD1X, GIUGNO. 418 parlasse di renderse al re di romani, sia di che con-dition si voglia, sia apichato, e chi l’acusase habi ducati 100 di danari di la camera; si che si porta ben et fa gran provisione de lì. Et li oratori di la Patria sono qui et siano qui a solicitar le provisione. Di Cao d'Istria, di sin Hironimo Conta-rini, provedador di V arma/da, date in gali a. Come, hessendo venuti do homeni per nome dii re di romani a dimandar quella terra, esso provedador volse veder con che commission; disse li haveano dito a bocha. Or li fece retenir, insieme col podestà, et examinati, hanno confessato esser venuti da lhoro; et cussi li hano fati apichar immediate in galia etc. La qual cossa fo molto laudata in questa terra. Da poi disnar fo consejo di X, con la zonta et co-legio, fino bore 24. Et leto le letere di Roma, di 23. Fo dito, che do cardinali, Volterà et Pavia, erano partiti legati di Roma e andati a Fiorenza, vanno poi a trovar il re di Pranza ; hi qual nova non fu poi vera. Item, che li oratori nostri è desiderati molto a Roma la sua venuta. Et poi, a hore 23 'h, vene altro corier di Roma, con letere di 26. Par che San Mallo et Narbona, cardinali francesi, erano fuziti di Roma, si dice voleano tosegar il papa ; et die ’I Cardinal Grimani, a dì 23, e suo fradelo, domino Piero, et l’orator yspano, erano stà chiamati dal papa, col qual disnono etc. Questo disse a bocha il corier, mi riporto a la verit'i. Fo expedilo Zuan Francesco d’Ascole, contesla-bele nostro in campo, qual fo preso a Liza Fusina, incognito, et menato di qui. et fo asolto e cavato.di prexon. À justifìcato non andava per mal, ma drio uno suo fante, li havia menato via li chariazi, valeva più di ducati 500, et li hano recuperati a Padoa, e lui stravestilo veniva a Venecia, dove havia sue robe legate; sì che, non ha vendo in colpa solimi dii partirsi di campo senza licentia, fue asolto. Vene, nel vegnir zoso dii consejo di X, uno ca-merier di sier Andrea Grifi, provedador zeneral, parte di Mestre. Fo dal principe, et fo chiamà in-drio alcuni sàvij di colegio. Quello volesse non se intese; diman si saperà et lo scriverò. In questo zorno li Pilloti, toscani, ialite per ducati X milia ; erano richi, ha una bellissima caxa a Mu-ran. Etiam per avanti il spicier dii re a San Bortolo tolse la fida, et li creditori feno li capi tra lhoro etc. Vene ozi di Trani aviso, come a dì 6 di l’instante il signor Prospero Colona, p r nome dii re di Spagna, con cavali ... et fanti . . .,' vene soto Trani. Et hessendo sier Hironimo Capello, sopracomito, li, andò su le mure, con quelli di la galia, per di- fendersi; ma quelli citadini si volseno dar, adeo li 212 fo aperto una porta, et spagnoli intró dentro. Et il sopracomito scampò con li homeni a galia, et il governador, sier Piero Sagredo, fuzì su una caravella. Et il castello si tene, dove era castelan sier Bendo Balbi, quondam sier Beneto, fino a dì 9. E in questo mezo vene le letere di la Signoria, dovesse far la consignation dj quelle terre a Spagna ; e cussi fece e ussì di castello, con pati, justa le letere, di trazer le arlelarie e monition di castello; qual cussi il signor Prospero concesse.- Item, Mola et Pulignan e Monopoli za erano venule im podestà di Spagna, il modo sefiverò poi, Brandizo e Otranto non ancora, fo ditto si veleno dar al turcho. Zonse l’arsii, fo a Zara con li stratioti, qual vene-cargo di piere da moliui, mandate a tuorle per la Si gnoria nostra. Referì esser in collo certe nave di Sona, qual vien a Venecia. Noto. In questi zorni si à ’teso a ingrossar l’ar-mada, perchè si dubitava, maxime di I’ artnada yspana; et per esser galie in lutto fin qui expedile numero .., per colegio fo terminato suspender l’armar, ita che più non si arma. Il numero di le qual galie è fuora, sarà qui avanti posto. Vene un Gotardo da........ qual era conte- stabele a una p irla di Charavazo, posto per sier Antonio Sanudo, olim podestà de lì. Parte da Bergamo novamenle. et dice, bergamaschi esser mal contenti, zoè il populo et parte di citadini, da quelli primi in fuora. Et che lì a Charavazo erano pochi francesi, et eravi il signor Antonio Maria Palavixim a quel governo, et vi era stà posto per podestà un dotor piasentim. Et che in li castelli erano certi francesi; et che era sta tolto tutte artelarie grosse e portate a Milani; et che quel San Marcho gratulo, era im pia-za, con quel doxe in zenochioni, dorado, era stà tolto zos> e mandalo a Milan. E nel tuor, si aldite voxe dii populo, che diceva : E1 va a Milan, perchè presto sarà signor di Milan. E francesi bave a mal di queste parole, e non potè saper chi le dicesse. Item, il re à mandato a dimandar danari a quelli citadini a impre-stedo over dato taja tra lho.o, videlicet al conte Trusar lo di Galepio ducati 3000; conte Lucha da Bremba, ducati 3000; Davit Bremba 3000; Batistin di Ruoda 4000; Sonzivn Secho 1000, et altri etc.; et che dovea scuoder questi danari il zeneral di Savoja, che vene lì. E in un zorno fo fato consejo cinque volle ; non sa quello facesse, ma ben ohe ’1 vene una letera dii roy el zuoba, a dì 21, e tutti si levò e andò via, zoè quel thesorier e missier Antonio Maria Palavisim. Item, narra il perder di Charavazo. La