493 wdix, luglio. • 494. franche di non voler dar alcun ajuto a ditto re conica la Signoria nostra; et questo, per aver fato questo neordo con Friinza Ihoro inscientibus etc., con altre particolarità, chome più diffuse di soto scriverò. Di Feltre, di domino Antonio Pisamano, episcopo, di 2. Chome quel zorno si aspetava il re, qual era a la Scalla, et era sta preparato in vescoado per soa majestà. Veniva con poche persone, et havia mandato a dir al predito episcopo, che ’I si levasse e andasse im Primier, e star li fino che li manderia a dir altro etc. Di Padoa, di Lunardo di Dresano, a sier Francesco Capello, el cavaiier, sotto scrita: vostro servidor, Lunardo Dresano, de cesaro capi-tanio. Li scrive aver ricevuto una sua, per la qual li scrive el voy vegnir a parlarli a Liza Fusina; si meraveglia di questo, perchè ’I sa che ’1 non si puoi partir, per il gran cargo 1’ ha, e si ’1 vuol niente da lui, el sa che ’1 puoi vegnir a trovarlo, perchè sempre sarà ben visto, e volendo vengi presto, perchè el va a trovar il re etc. Fu posto, atento li avisi di l’armade nimiche cegna a Cypro, che ’1 capitanio zeneral, qual fin horra poi aver galie ..., e si lievi e vadi a bocha dii colpho a Corphù, e lassi in colpho in lutto 8 galie, soto il provedador Contarmi. Et fu presa. Fu posto uua parte di debitori, la qual è longa, et à più capi, et sarà notada qui avanti, posta per i savij. Ma sier Piero Capelo, savio dii consejo, voleva la parte, ma li stabeli e beni non se vendesse fino 3 mexi, ma stesse in la Signoria, con altri modi, acciò la Signoria si servisse, e quelli di chi sono li stabelli si potesse recuperar con il tempo etc., et parlò per la sua opinion. Rispose sier Alvise da Molin, savio dii consejo, et exagerando molto il bisogno di danari, 232 et esser gran numero di debitori, li qualli hanno ditto non haver contadi, ma ben stabele et mercha-danlie etc. Or che era bisogno aver 50 milia ducati presti per far 200 homeni d’arme, che hanno modo di averli, voler far 2000 fanti, hanno li contesta-beli in hordine, fra li qual Zitolo da Perosa, Latanzio di Bergamo et altri assai. Item, voleno armar et non hanno un soldo etc. Andò le parte ; e fu presa quelli di savij di largo. Fu posto, per li savij d’ acordo, che tutti quelli, meterano 'arzenti in zecha, posino a raxon di ducati 6, grossi 6, la inarcha, e contadi a ducati 10 di don, da esser fati creditori al sai. e possino scontar in le sue angurie e dar ad altri e venderli come li par, dummodo non siano debilori di la guerra, zoè di danari aspetanti a la guerra, e posino etiam di dito credito comprar li stabeli et merchadantie si meterano in la Signoria nostra etc. Fu presa. Fu posto, per il serenissimo e tulli di colegio, meza tansa ad imprestedo, a esser reslituida dii Irato di beni di debilori, juxta la parte horra presa, e si possi pagar di arzenti messi e si meterauo in zecha; la qual si babbi a pagar la milà per tuto 15 di questo, il resto per tuto dì 25, ut in parte. Et fu presa. Fu fato il scurtinio di uno provedador a Corphù, in luogo di sier Jacorno Badoer, à refudado per la egritudine, e folli numero 25, nium non passò. Il scurtinio sarà nolado qui solo. Et in questa matina, in colegio fu fato uno provedador e synico a la Mota, in luogo di sier Dome-nego Trivixam, à refudado; e rimase sier Marco da Molin, fo savio ai ordeni, quondam sier Piero, el qual aceptò et anderà di gratia, era in mala dita in la terra. Noto. Eri et ozi a Lio fo provado alcune arlela-rie, noviter fate, e fo sier Zorzi Emo, deputalo per il consejo di X sora l’arlilarie, et li patroni a 1’ ar-senal, et fo provato alcuni canoni di Sigismondo, di li qual eri se ne rompè 4. Polize trovadc in Verona in questo mexe di luio. Al despregio de chi governa Verona. ' Uno piva el Pelegrim, Uno crivelo el Spolverili, Uno monaro el Verità, Con la Zevola da là E! conte Maregolà ; El vegnirà San Marcho, che tutti vi apicherà. Domino Bortolo, so avo fo piva, Suo padre fo criolador, Nicuola, so pare, monaro. A uno altro modo. El spicier Peligrino, El crivelo Spolverino, El mulinaro Verità, El Cevolla sta de là El conte Maregolà, E hanno fato li consiglij Per livare li barbastreli, Per asediare la cità; Vegnirà San Marcho, e tutti vi impicherà.