r>i i MDIX, LUGLIO. sira; et die ’1 vuol che li capitoli di Candirai liabino loco in tutto e per tutto, et poi si vegni con la co-reza al collo a dimandar perdono e con una forma di mandato, come el darà in scriptura, con mplte parole, qual di soto e più avanti le scriverò diffuse, insumma a la ruina total nostra di Veniexia e dii nome venitiano. E voi mandar le sue zente in ajuto dii re di romani, qual à lanze ... ; el etiam il re di Franza manderà 500 lanze con monsignor di la Paliza, qual 1’ haveria za mandate, si non fosse che esso papa le intertien de. Et voi Maximiano habbi Treviso e Udenè, et la Signoria non habbi in terra ferma 0; et voi la Signoria non ne impuzi in bene-ficij di alcuna cussa nè di Venetia, ni in meter decime a’ preti de. Item, che tutti possi navegar in col-pho. Item, di Veniexia mal assai, et si dagi censo etc. a Franza et Maximiano et/:., e si lazi armata contro, infìdeles sotto il capitanio dii papa ; et non volendo questo, mai levarà la scomunicha et farà quanlo mal el porà. Et l’oralor nostro zercliava placarlo, et lui più infuriato parlava. E l’oralor disse referina a li compagni et scriverla.a Veniexia. Et poi, tolto licentia, liavendo mandalo a dir li altri oratori, che non sapeano la nova forma el volleva dii mandato, per poter haver au licntia, il papa li mandò certa scriptum diavolosa e vergognosa, dicendo : Al connin, cità e dominio di Veniexia, con 4 capitoli, voi questi oratori possimi concluder etc.; la copia di la qual scriverò più avanti. Item, scriveno poi coloquij abuti col Cardinal (ìriinani di questa prava e pessima volontà dii papa, et quello ha ditto sier Antonio Grimani, qual parte a dì... per Veniexia, con altre parole, ut in litteris. 240 Da poi lelo queste Ielere, lutto il pregadi sdegnato, dicendo il papa voi totaliter la nostra ruina et siamo exradìchati dii mondo. Et nota, sier Lorenzo Loredan, dii serenissimo,publice disse: Man-demo 50 oratori al signor turco avanti dia far quello el dice. Et lo gran remor ini pregadi, imo tutti ve-neno di malia voja zoso. Fo leto una deposition di uno, partito di Treviso et andato di terra in terra fino a Mi-lan. Dice quello l’ha visto per le terre; et che ’1 re dì Franza è a M.ilam su feste et piazeri, et è manierato in una bella dona milanese. Et che quel caro triumphal, li è stà portà quando e l’intrò in Milan, è sta apiebato soto il tecto dii domo, dove è uno lion fento in mar, qual un'drago el caza, et è a la riva di terra, dove un gallo li cava lì ochij, poi è una bandiera d’oro di San Marco, apichata a le mode di ditto charo. Item, il re à licenlià li fallii e di- sciolto il campo, e si dice voi andar di là da’ monti. E dice molte parlicularità ; et che ’1 conte Zuan Francesco di Gambara, era a Milan, bavia auto di conduta 50 lanze et Sonzim Benzon 25 lanze. Item, il conte Alvise Avogaro, era a Brexa, non si mostrava molto, perché era chiama el traytor da’ nostri e da’ francesi. E lutti li populi di le cilà e villani bramano San Marco, e si vedeseno il modo, lajeria lutti francesi a pezi. Item, di nostri presoni è in castello, che il re vele sier Zacaria Contarmi, el cava-lier, olim capitanio di Cremona, e li tocliò la man, e disse : Per mia foi sete per noy etc. Di campo, di Treviso. Come in questa malina, over eri sera, sier Andrea Grìti, provedador, con li stratioli, e fra’ Lunardo con li cavalli lizieri, era ca-valehato versso Citadella, dove se intende farsi la massa di le zelile nimiche. Itcni, nostri atendeno a forlifichar Treviso ; et hanno auto barà li danari et darano le page etc. E noia, scrive le lelere il Duodo e Moro, provedador! zeneruli. Nolo perchè quasi luto Treviso dì donc e robe era svudato, alcune monache observante di Sanla Chiara, fuora di Treviso, di 1’ hordine di San Francesco, viveno d’intrada, numero 52, con la lhoro roba, con licenzia di so superiori, veneno in questa terra e introno nel monasterio di Santa Maria Ma-zor, e sleteno fin poleno ritornar secure. Di IJdene, fonno 1etere dii loco tenente. Di quelle occorenze. Di Constantìnopoli, di 12, di sier Andrea Foscolo, baylo, fo leto la ¡etera. Dii bon voler dii signor liircho versso la Signoria, e si duo! di la rota etc., come ho scripto di sopra, offerendossi ogni ajuto. Et ozi ini pregadi fo consejo di X con la zonta, 240 ' et dici tur serissimo a Constantìnopoli sardissime una bona letera. Et hessendo suso, fo licenzia pregadi et restò il consejo di X, vene subito zoso. Et nota, hessendo stà recuperò Zazil, come si bave, autor uno hebreo, con li villani, ozi in colegio fo electo provedador a Zazil, et mandato via subito, sier Zuam Vituri, fo sopracomito, quondam sier Daniel, qual andò con fanti... ; et era electo per gran consejo sier Alvise Fòscarinì, quondam sier Bernardo, podestà et capitanio. E nota, fu poslo lì per provedador prima, per quelli di Zazil, uno zentliilo-mo da dia’ Sagre.lo qual stava in villa de lì via, per aver certe poche possessione, nominato sier Hironi-mo, quoìulam sier Marcilo. Fo expedito Zitolo di Perosa in campo, con 300 fanti, qual non volse più per borra, dicendo non bi-