381 MDIX, GIUGNO. 382 conte, domino Nicolò Zuane, i qualli poi ebeno au-dientia. Voriano cavali di stratioti etc. ; et si voleno lenir fin la Signoria comandi quello habino a far. E hanno nova, il re aver fato uno altro patriareha, in loco di quello elexe l’anno passito, eh’è morto, qual hè lo episcopo de Siedi, ha intruda 12 .milia fiorini di rens, in Alemagna, qual haverà il temporal, e il Grimani Cardinal il spiritual, in vita. Et li fo concesso li stratioti, e scrito in campo li mandino su- 181 bito. Item, se intese la consignation di Pexin a quelli, per nome dii re di romani, per sier Segondo da Pe-xaro, provedador nostro. Item, Bel Grado in Friul li fo fato consigliar per il locho tenente di Udene et Castel Novo ; etiam ave Pordenon, qual era il signor Bortolo Liviano, eh’ è prexon dii re di Franza. Dii cap ¿tanto generai di mar, di 7, da Faremo. Chome, auto nostre letere vadi versso colfo, lassi 3 galie a varda de l’Islria, et per l’armade di Spagna e Franza se dieno conzonzer in faro, vadi con il resto a boclia di colfo, risponde lui non aver il modo, à poche galie, à solum con lui 3 galie, 3 mandò verso Chioza, 3 mandò a Veja per dubito di quella ixola ; lui è lì e va per l’Hislria confortando quelli populi, è im paura etc. Di Cao d’Istria, di sier Alvise Zustignan, podestà et capitanio. Come quelli di lì dubitavano, e si mandi qualche zente a custodia, come à scripto. Et fo mandato quelli conteslabeli con 300 fanti, Mi-chiel Zancho, Antonazo da Viterbo et Pauliza da Cataro. Item, gionse uno arsii di stratioti su Lio, cavalli numero 136, e terminato mandarli in Histria, e cussi il 6.°, eh’è l’ultimo, e certo sehierazo di Corfù con cavali, qual di di in dì si aspetta. Item, fo arma di qui sier Bernardin Tajapie-ra, sopracomilo, e mandato al zeneral ; et sier Zuan Duodo messe bancho, si che vasi armando per zor-nata. In questa matina in Rialto, per li governadori de P intrade, sier Batista Morexini, sier Bernardo Bar-barigo et sier Nicolò di Prioli, di bordine dii cole-gio, fo publichà certa erida di vini, dove de ccetero habino a tuor le sue bollete im pena di contrabando, utpatet, la qual sarà notada qui avanti. La qual cria Jo P alditi ; e fo gran mormoration in Rialto tra li ci-tadiui. Eri meglio levar la milà dii dazio cha far questo, perchè il dazio ad ogni modo à vadagnà. È eondulor sier Bernardo da Leze, quondam sier Ja-como, ma à molti participi in ditto dazio etc. Copia di la crida fo fata per il vin. El serenissimo principe vi fa asaper, et è di comandamento di magnifici et clarissimi signor governadori de P intrade, che (ulte quelle persone habitante in questa terra et dogado, che vorano andar a car-gar et condur vini in la cita de Verona, Vicenza, Pa-doa, Treviso et sui destreti, et zeneralmente da tutti i luogi da parte de terra non subiedi a la Signoria nostra, siano tenuti et debano, avanti el partir suo da questa cità, andar a P officio di prefati magnifici signori governatori de P intrade, et lì tuor la sua ordinata bollela, sopra i sfoi a questo deputadi, boi- 182 ludi et numeradi, et dar le sue segurtà, justa la forma de le leze et ordeni sopra di questo presi, solo pena di contrabando. Li forestieri veramente, et non habitanti in questa cità et dogado, siano tenuti et debino, sotto la soprascrita pena, tuor a le prime pallade zonzerano, poste sopra el venetian, le sue ordinate bollete, con i modi et ordeni contenuti ne )e leze et ordeni in tal materia disponenti. Quelli veramente, vorano andar a cargar vini in la Marcha per condur a Venetia, siano obligati tuor le sue ordinate bollete a P officio del dazio del vin, justa la forma de li ordeni sopra di questo contenuti. Li habitanti veramente in Torzello et sue contrade siano tenuti similiter tuor le bollete di vini, vorano andar a cargar per uso dei dicti luogi, dal podestà over canzelier de epso luogo sotto pena di contrabando. Da poi disnar fo pregadi. Et lelo molte letere 182’ soprascrile, et di Cavarzere, Loredo el Chioza, qualle si aldeno et lezeno im pregadi, che prima non erano pur lete in eolegio, et zercha bastioni, ruolini, pa-lade etc. Di Cremona, fo letere in zifra, portate per uno fante si callo fuora, di primo, e replichate molte, qual à portà in una balota di cera in man e in bocha, adeo non è stà trovà, tamen è stà spojato; et è venuto per ducati X. Dice il campo francese vi va con boche 45 artelarie. Et che 8 oratori cremonesi erano venuti in campo dii re, qual è ancora a Peschiera, a dir venisse a tuor il castello, che non potevano più, perché il castello rumava la terra, e si conveniva darli vituarie etc. Et dicitur, il re mandava 13 milia fanti a quella volta e certi cavalli etc. In la terra erano li Palavesini per nome dii re. Item dicitur, vi andava lì il conle Al-