234' 499 fanti etc. Ai qual il principe usò bone parole, dicendo steseno saldi, si provederia. El campo è a Treviso, nostro, è grosso, e scrito in campo li proverbilo etc. Etiam ad alcuni lochi, zoè Porto Gruer e Maran, datoli artelarie. Veneno molti zenthilomeni nostri in colcgio, qualli hanno possession im padoana versso Piove di Sacho, tra i qual sier Polo Bragadin, quondam sier Zuan Alvise, et altri, dicendo padoani non voler lassar tuor i so fermenti, el stanno a le strade, usando stranie parole contra veniliani, maxime alcuni San-guinazi et altri; el che, si piace a la Signoria, ande-rano anche lhoro con zente et vilani, qualli tutti son marcheschi, et vederano aver le sue inlrate. Li fo ditlo andaseno a tuor il suo. Et etiam a li villani di le Gambarare fono prestate di l’arsenal curazine.... ; et siano preparati a far il bisogno, perchè sono marcheschi. El sono bon numero, capo Nicolò Gallo, veniliani, à da far de lì. Et fo comanda, per la Signoria, a li gastaldi di le barche di Padoa, non lassasseno ozi partir niuna barcha di Padoa, licei erano zercha 8 barche solle, perchè padoani non lassano vegnir barche si non con boletini eie. Si dice è alcuni di colegio voi me-ter di mandar a tuor Padoa e meterla a sacho, perchè il populo è con nui. Vene uno messo di Antonio Cao di Vaeha, a li capi di X, qual voi salvo conduto di vegnir qui, come fo dito ; et per la Signoria nostra par li fosse concesso che '1 venisse. Fo dito, zercha a nona, in Rialto una zanza, la qual non fu vera, che Castel Franco il provedador Griti l’avia recuperato, et preso Renier di la Sasseta. Altri disse, Antonio Cao di Vaeha nel passar di una aqua era anegato. Eri sera si partì di qui Vigo da Perosa, fo con-testabele, preso in la rocha di Peschiera da’ francesi, con 100 provisionati, et sier Ferigo Contarmi, electo provedador a Cividal di Frinì. Vanno per mar, per mantegnir quel Iodio, richiesto esso provedador da lhoro citadini e dal loco tenente di Udene. Noto. In questa terra sono zercha 150 tedeschi, stati in campo a nostro soldo, qualli, per diliberatiou dii consejo di pregadi, sono venuti qui; et queste, perchè, andando contra todeschi, parse non stanno ben in campo a Treviso. Et li provedadori scrisseno ben di lhoro, è obedientissimi. Dei qual, erano 300, zercha 150 tonno mandati a Peschiera et fonilo ama-zati, adeo zercha 3 tornono vivi ; sì che per non li-centiarli, la Signoria li à fato venir qui. Alozano in 500 le hostarie a San Marco e li danno il soldo. Veleno mandarli a Corphù over altrove. Noto. L’orater ungaro, è pur qui, à scrilo al suo re, come questa Signoria non à danari e voria dar zoje per cauzioni di soa majestà, et altre pareli1; aspeta risposta. Li vien dato per spexe ducati 5 al zorno da la Signoria nostra. Da poi disnar fo pregadi. Et leto le infrascripte letere : Di Treviso. Dii levar difGriti per Castel Franco eri. Item, haver mandato li Brandolini, Hironi-mo Pompeo et Piero Spolverili versso Seravalle; et erano propinqui a intrar, perchè quel podestà dubi-•tava, è sier Piero da Canal, quondam sier Alvise. Di Noal, di sier Alvise Mudazo, podestcì. Come si partiva con zente per trovar il provedador Griti, li havia scripto andasse li, con quante zente el poi, versso Castel Franco. Di Udene. La nova scripta di sopra; morti da zercha 150 di nostri. Voria 500 cavali et 500 fanti. Lui fa ogni provision, ma non poi più, ì nimici s’ingrossa, quel Marco Can è con lhoro e il conte Chri-stoforo Frangipanni, zoè il fluì, e marchexe di Bran-diburg etc. Da Milani, fo leto una deposition di uno 235 explorator. Avisa l’intrar dii re in Milan, a dì 30 zugno, sabade, hore 17 ; qual non à volcsto il trium-pbe. Li era preparato uno caro triumplial, con le 3 virtù et letere et San Marchi, con moti di sopra, prcesens etc. Et era pynto l’arme dii re con li zij, e di sora una colombina, havia una serpa in bocha. Etiam 1’ Alviano prexom, con letere : Bartolo-mens Livianus captus ; et altrove dipinto terre con letere : Brixia, Bergamum, Crema et Cremona; el uno gallo che bechava li ochij a un San Marco. Et de li presoni li fosse mena avanti in cami-sa, tra i qual el signor Bortolo, come in l'altra re- • latione di uno visentin si ave, non fu vero; ma ben l’intrò il re honoralamente, con quelli gran maestri e signori ; e il ducha di Ferara mai si à partito dii re. Item disse, le so zente esser alozate parte im bergamasca. Et a Bergamo quelli è mal contenti, bramano la Signoria. E francesi cavono zoso un San Marco di picra el tirelo con una corda, e bergamaschi diceva : Lasse tirar el nostro patron ; e una dona veehia disse: Nel ligè, che ’1 vegnirà volentiera e sarà signor di Milan. Item, che li bergamaschi, par-lidi di qui e licenliati, sono iti a Bergamo e in ber-chamascha, non sanno che far; e li vien dimandà la causa è sta licenliati. Ilessendo marchascheschi (sic), rispondono, perchè Bergamo si à portà mal, e acciò MDI.X, LUGLIO.