Ili MDlXj APRILE. Di Eleniagna. 0 si havia, che era gran cossa ; imo li todeschi sono qui a furia volseuo li soi salvi conduti, et dicitur si parteno la più parte e vanno via. È mal signal, che ’1 re di romani suo ne voglij romper, tamen fino horra non si vede alcuna mo-lion di guerra, ma atendino a la dieta. 50 A dì 21. Hessendo eri sera tutta la terra di malavojà, maxime quelli di pregadi, in questa mati-na vene letere dii Oriti, da Manerbe, a dì 19 da sera. 11 zonzer lì, con fanti numero 2000 et Dyonisio di Naldo, e intrarà il dì sequenle in Cremona. Et il ca-pitanió si partirà di Gedi con le altre zente et verà dricdo vicino a la terra, e farano massa tra i Urzi Nuovi et Ponlevico eie. Di Cremona, di 19, hore 16. Come, per uno venuto da Piasenza, et uno altro di bocha di Adda, erano certifichati, che fra doy zorno i nimici veleno venir a far uno asalto a quella terra ; et fanno questa cominazione, che, si se darano de plano, li farano bona compagnia, et si expecterano la prima botta di bombarda, che li meterano tutti a fuogo et ferro. Item, che tutte le ville lì di sopra, lino a domiglia a la cità, se sono rese, e tutte hanno levato la f bian-cha. La terra è in arine, e non sanno essi rectori de chi fidarse, imo da ogni banda risonava pessime parole, e non ponilo cerchare la radice, perchè non hanno nè forzo né modo. Tutti dicono a una voce, che questa terra è abandonata da la Signoria nostra, et più che la non ha anche forza de ajutarla, che è quelle parole si soleno dire sempre che le cità vo-leno far novità. Et essi" rectori si afatìchano quanto li liè possibile in farli bon cuore e darli gran speranza ; ma non zova, e si ’I non se ha uno exercito in campagna, che fazi spalle a quella terra, non ve-deno il modo si possi lenir. E di horra in horra avisano al provedador Griti, e lo pregano e suplichano, che ’1 provedi di quante forze di zente, che per ogni via e modo è possibile e ymaginabile, et presto presto, quando ben el dovesse levar di quella terra di Brcxa e teritorio tutte le zente che poleno portar arme et mandarle lì a Cremona, fin che el ne zonza el subsidio ordinario che li bisogna. Item, hanno ricevuto letere dii provedador, di Urzi Nuovi, che li avisano, che fra doy zorni haverano infallanter el campo atomo Cremona. Item, il camerlengo Mali-piero, qual andò a Brexa, a trovar il provedador Griti per sussidio, non è ancora ritornato. Et inteso queste letere. quelli di colegio e la terra comenzono a star di bona voja, sperando saria soccorssa. Et a vesporo gionse una altra letera di Cremona di questo tenor : Letera di 19, hore 2 di note. Dii zonzer li sier Sa bastia n Malipiero, camerlengo. Dice, diman sarà lì il provedador Griti con '2000 provisionati, et che ’1 capitaiiio zeneral, con il resto di lo exercito, lo seguirà; el qual riporto à cessado el rumor che era in questa cità. Item, in quella matina tutta la terra è stata in arme; e per ogni canto se mormorava, in modo, che se li inimici se fusseno aproximati, seria stà da dubitar assai. Et questa sera, inteso tal riporto, sono tutti mutati, pare che li sia levato l’asedio d’atorno. Item, per uno venuto di bocha di Adda, hanno che li inimici voleno levar quel ponte. Item, 50 per letere di Crema a bora aule, che francesi ozi butano uno ponte al porto de Castion ; et esser andà versso ditto loco nave 18 carge di zente, che, se cussi è, voleno far uno arsalto a Castel Lion per robarlo, perchè tutti li soi tratti è con tradimenti. Di lìavena, vidi letere di 20 aprii. Chome eri matina el gubernatore de Cesena, domino Obyzo, et Guido Guaino, con cavali 150 lezieri, feceno una coraria sul teritorio de Zervia et quel de Ravena, fino a X milia lonzi da Ravena, a uno loco nominato el Savio, eh’ è un fiume, et hanno depredato forssi 400 capi de animali grossi a un loco dimandato Castiglione. El 130 vilani in cercha feceno testa et tol-seno el botino a quelli che ’1 conducevano ; ma poi soprajonseno altre zente del paese, et li tolseno ite-rum ditto bulino, con occisionede 4 de i nimici. Et nostri terili se getorono tuli nel fiume del Savio et passorono da 1’ altra parte; doi veramente, che non volsero gelarsi ne l’aqua, fugiro a scondersi in una ciesa et furono trovali e ivi occisi. Nostri, zoè Cola et Marco Grosso, li andorono drielo con cavali 75, ma non li potero giungier. Et è letera di sier Alvixe Zen, capitanio di Ravena. Da poi disnar fo pregadi. Et posto, per i consieri, salvo conduto per mexi 6 a sier Zuan Francesco Venier, quondam sier Moixè, in la persona tantum, da li soi creditori. Ave 17 di no, 133di sì; fu presa. Fu posto, per li savij, che lutti li stratioti sono in questa terra, in termine di zorni XV debano andar da li llioro capi, subpcena, ut in parte. Ave una di no ; et fu presa. Et questo fu fato, chè erano in questa terra asaissimi stratioti. Et Fu posto, per il serenissimo e tutti di colegio, donar ducati 200 per elemosina a’ monasterij obser-vanti, aziò priegino Idio per la republica nostra. 2 di no, 163 di sì. Da poi disnar fo pregadi. Et fato scurtinio di do 51 capetanij, uno im Po over l’Adese, et l’altro in lago di Garda. Rimaseno: primo im Po, sier Sabastian