337 MD1X, GIUGNO. Sier Zusto Guoro, fo soraeomilo, quondam sier Pandolfo. Sier Bernardo Venier, quondam sier Jaco-mo, quondam sier Bernardo. Refudò. Sier Zuam Moro, fo sopracomito, quondam sier Damian. Sier Piero Boldù, fo auditor vechio, quondam sier Lunardo. Sier Filippo Parula, fo zudexe di proprio, quondam sier Nicolò. 161 Noto. Fo expedito do galie a Trieste, videlicet prima la galia soraeomilo sier Nadal Marzello, et l’altra questa malina dii ducha di Nichsia, su la qual montò, con esso ducha, sier Antonio Loredam, quondam sier Mathio, suo cugnado; et fono mandate, perchè par quelli vogliano far prexon il provedador nostro è li, sier Francesco Capello, el cavalier, nè si contenta di la reslitution simplice etc. Et lì atomo si fa grande adunation dì tedeschi. Et in Trieste sono do contestabili con zercha 300 fanti, zoè Ver-zilio di Caxal Mazor et Zuan Spirom. Di Cologna. lutisi quel loco era a remor; et quelli habilanli erano sublevati, alcuni voleano me-ter a sacho li zudei, altri non volevano. Et seroiio in caxa sier Nicolò Memo, quondam sier Francesco, podestà, et nel so consejo mandono 4 oratori ciladini a Verona, per darsi a quelli messi dii re di romani et capilular con lhoro eie. ; et cussi poi si deteno. Da poi disnar fo pregadi. El leto letere, et maxime Di Eavena, dii Charoldo, secretar io. Chome il Cardinal Pavia andava per slafetu a Roma. Et colo-quij abuti con il secretano predilo : il papa dubita dii re di Franza ; et à mandato a tuor le letere nostre, di cardinali e oratori, di Komu, qualle è sta re-lenute ad Urbin e tolte da Zuan Cobo, corier, per mandarle. Item, fa cargar il provedador Landò, di voler dii Cardinal, tutte le artilarie e monilion di Ra-vena et mandarle in questa terra. Item, à fato far cride, tutte le possession di Bomagna di venitiani siano soe libere; sì che di lì si à ’uto qualche bona nova e speranza di ben. Fo fato scurtinio, et posto p.irle di elezer do savi] a terra ferma, di zonta alcolegio, perchè mancha sier Antonio Zuslignan, dotor, è orator a Roverè, et sier Alvise Emo, è amalato. Rimaseno sier Hironimo Querini, fo savio a terra ferma, et sier Zuan Corner, fo capitanio a Bergamo, quondam sier Antonio, nuovo, qual era rimasto capitanio a Brexa. Cazete sier Hironimo Capello, fo savio a terra ferma, 36, per I Viarii di M Sanuto — Tutu. Vili. aversi mal porta executor, 21 sier Piero Laudo, fo savio a terra ferma, vien provedador di Romagna, sier Sabastian Zustignan, el cavalier, fo podestà a Brexa, et sier Daniel Ilenier, fo avogador, el altri di pregadi. Et il Querini rel'udò, il Corner poy ilitro« la matina seguente. Fu posto, per alcuni savij di colegio, licentiar li cremonesi vadino a Cremona. Contradise sier Zuan Trivixan, è ai X savij ; et li rispose un di savij, et poi messo de indusiar prò nunc. Et questa fu presa. Di Vicenza, di sier Pier Duodo, provedador. e li do reofori di Verona, di eri. Dii zonzer lì, partiti di Verona, e scrive il modo, chome dirò di soto. Che quelli citadini si hanno voluto dar, e mandati 30 citadini a Peschiera, in campo dii re di Franza, da l’orator dii re di romani a dar la terra. Noto. Ho scripto di sopra esser sta leiere dii 161 * Caroldo di Ravena ; non fu di lui, ma di sier Zuan Balbi, qual rimase li per far cargar queste artilarie. Et lui da questi avisi e dii partir dii Cardinal per Roma. Gionse in questa terra sier Piero Landò, slato provedador in Romagna et prima provedador a Faenza ; vien con n ala fama. Gionse sier Zuam Morenigo; stato capitanio a Padoa, qual è vechio e pien di gote, non si poi aju-tar di le gambe. In questo zorno fono expediti molti fanti per Padoa, tra li qual Micliiel Zanchó, con fanti 300 et altri ; et fo a spazarli sier Alvise Capelo, savio ai or-deni. Nolo. Marco Risco fo mandato per andar a Fe-rara dal ducha; el qual, zonlo a Padoa, mandò uno trombeta sul Polesene per aver salvo condulo dii ducha et non lo potè haver, unde ritornò a Padoa e starà con l’Emo provedador lì. A dì 3, domenega, fo la Trinità. In colegio vene sier Sabastian Zustignan, el cavalier, venuto podestà di Brexa, con vesta negra et barba, per co-roto. Referì primo, che il populo di Brexa è marchesa) e tutti si à dolto; et quando introno il re, niun cridò : Franza ! Salvo 7 over 8, la qual cossa parse di novo al re. Item, come brexaui tien le porle di- le caxe aperte. Item il conte Alvise Avo-garo quello à fato à fato mal volentieri e sforzado. Item, disse di la rocha di Ponte Vico persa, e il ca-stelan, sier Francesco Lipomano, era scapolo (sic), è venuto con lui fino a Sallò. Item, parloe con domino Sonzin Benzon, dicendo: Si uno auzolo dii cielo si (sic) havesse ditlo, in zorni XV il stado di la Signoria si aria a perder, non aria creto. Li ri-