MDIX, GIUGNO. 31« per la Signoria nostra. E! uno Marco Pelizer è capo di alcuni armati, qual è tutto marchesa) e gran nimicho di citadini etc. Et in questa terra fo dito, il populo aver amazato questi 3 citadini ; e non fu vero. Item, il provedador di Treviso questa malina fe’ brusar i libri di la camera di debitori tutti, adro fo aceto al populo, per le colle e daye pagavano; et fu a preposito a farlo. Di Cremona, fo leto letere di più tempi, fino a dì primo, venute come ho scripto. Come non hano danari per pagar li fanti è in castello sino fin 20 lujo, e sono brexani e bergamaschi e quel Ja-comin di Val Trompia, conteslabele; vituarie hano a sufieientia. Aspectano il campo, qual yien ; farano da. volenti (sic) homenf etc. ; et si legni li cremonesi è qui. Fo leto la deposition dii cavalier Bianco, tornato dal roy. Qual dice, non à voluto aldir quel messo li fo mandato per sier Zorzi Corner, per non dar sospeto al re di romani, per esser li soi oratori in campo. Item, il re voi aver Veniexia. E dice, le nostre fanlurie si hanno porta ben nel fato d’ arme, ma li homeni d’arme malissimo, perchè erano essi francesi roti, si nostri leva il dover. Item, che il signor Bortolo è valente homo e non voi darlo; ma ben darà li presoni presi a Trevi, videlicet sier Zu-slignan Morexini, provedador, sier Andrea, suo fiol, sier Piero Gradenigo, di sier Cabriel, sier Nicolò Memo, podestà di Trevi, Vitello Vitelli, Brazo Forle-brazo, Vicenzo di Naldo, et alcuni altri popular, et forssi darà sier Alvise Bon, dotor, podestà di Cixal Mazor etc. Item, il re è col campo a Peschiera, aspela la resolution di 1’ impcrador. Item, il Cardinal Koan et monsignor di Chiamon sono andati per sla-fela a Slerz dal dito re di romani. E1 qual Cardinal Roan era Sallò e passava a Riva; et il re li à donato a lui lutto il lago. Altre parlicularilà disse secrete, 186’ di le qual fo comanda gran credenza. Et questa nova di l’andar dii Cardinal Roan in Alemagna si have per altra via; sì che è verissima. La qual dà mollo da pensar a lutti, acciò non si acordi con ditto re di luor Verona e vegnir poi a Veniexia etc., etiam interomper ogni nostra pralieha con ditto re. In questo pregadi fo posto di restituir li presoni francesi per li nostri, come voi il re, el il cavalier Biancho ritorni per questo effecto, credo etiam per qualche altra pralieha di tratar acordo; ma il con-sejo dete strìder, et il dì sequente il ditto si partì cavalier Bianco et Zuan Cola, per tratar di l’Alviano. Fu posto scrìver ai provedadori di campo è a Mestre, uno di llmi'o, ps>r tessera o per acordo, va- dino a Treviso, con certo numero di cavalli et fan-tarie, e intrino dentro Treviso. Et za essi provedadori ozi haveano fato mostra di fanti. Presa. . Fu posto di mandar diman Marco Rizo, secretano, a Padoa, a parlar a quel Lunardo di Dresano, a dolersi di la crìa fata, et li modi tieneno padoani, a non dar l’intrade a’ nostri, eh’ è cossa non piacerà al re suo di privar le spizilità dii suo; etiam si farà qualche provisione etc. E sopra questo fo disputa-tion dìi modo di la commissioni, el parlò sier Lorenzo Loredan, fiol dii serenissimo, che mai più à parlà in renga, voleva si dimandasse le intrade di questo anno solum; et lì rispose sier Pollo Pixani, cavalier, savio dii consejo, dicendo si pareria contentar dì altri anni etc. Et fu preso, tamen alcuni di colegio messe di mandarli il campo a dar il vasto, non volendo asentir. E fo dìsputatiom : parlò sier Zuan Trivixan e allri di colegio. Fu posto, per i savij, perlongar il pagar lì fili fin 25 di questo, poi si scuodi con pena. Di Cividal di Belun, di sier Jacomo Cabrici, podestà et capitanio, fo letere. Come, inteso quelli la cossa di Fellre, si voleno lenir, e se li mandi qualche zelile, si teguirano. El il podestà è andato in castello, dove è castelan sier Michiel Bon, quondam sier Fantin. Et ozi, tessendo gran consejo suso, il doxe si levò di la bancha e andò a pisar, cossa insolita a lui a far. Item, fo chiami sier Antonio Loredan, dicendo cussi Baptisla di Adriani: Sier Antonio Loredan, quondam inissier Matio, vegnì dal serenissimo principe; sì che a niun si poi dar dii missier e borra si dà. Po per in advertenlia, tamen est notandum. Et fono mandati 8 zentilomeni, erano a consejo vestiti di paonazo, fino a Margera, conira li oratori ungarici, videlicet sier Marco Gradenigo, dotor, sier Lorenzo Orio, dotor, el altri (i; et cussi andono. Et lì a Margera veneno dillo orator el uno secretano dii Cardinal Ystrigonia con cavali 30. Fonno acom-pagnati dal capitanio zeneral et li provedadori fino a Margera per honorarli e feno meler il campo a Me-slre tutto in arine, acciò lo vedesseno. Et li fo preparato la cena per la Signorìa. In questo pregadi fo Iralato zereha lìcentiar que- 187 sii pochi cremonesi restati, per numero . . .; et fo terminato lenirli qui. Noto. È stà inlerceplo per nostri una letera, scriveva el re di Pranza a Bot Andreas è a Segna, capitanio et barn di la Corvatta, contra la Signoria nostra, cargandola mollo, et debbi tuorli quelle terre li è vicine etc.