355 , mdix, cesco Donaiio, et sier Cabrici Moro, cavalieri, erano a Padoa, veneno in conserva el gionseno a bore una di noie a Veniexia. El padoani subilo levono uno ninzuol bianco con una aquila negra, im piaza, cri-dando: Imperio! Imperio! El le caxe di zenlilhome-ni fono messe a sacho, come dirò poi. Nola. Il campo doveva intrar im Padoa; el venendo, per camino ebeno lelere, che non intrasse, alento ladiliberation fata, che si deseno a l’imperio. Et fo mala cossa, clic, si esso campo mirava, Padoa ancora saria di la Signoria. In questa malina in coìogio veneno, per aver au-dientia, sier Francesco di Garzoni, sier' Domenego Contarini, reclori di Verona; el non fono alditi, ma ben poi il Contarini fo aldilo in colegio. A dì 6. La malina per tempo, inteso questa ca-tiva nova, fo chiama in colegio consejo di X con la zonta, et fato alcune proyisione, come si dirà poi. Veneno li rectori di Padoa et di Vicenza, per aver audientia, et non fonno alditi; ma sier Zorzi Emo referi, et sier Ilironimo Donado, dotor, perchè non era sia fato in suo (loco) consier, tornò a la bancha ili bordine di la Signoria. Et nota, questi di Padoa fonno di la terra molto cargati, maxime non aver falò vegnir li signori di Cypri, el più quelli di colegio e ai cai di X, che più volte li è sta aricordato questo, mai non hanno voluto mandarli a tuor, dicendo : Che pressa è questa? Li haveremo; el bora si tieu non verano. Veneno do oratori di Treviso, domino Zacaria di Renaldi, dotor, cavalier, et Bernardin di Puola, a dir quella terra è in arme e li citadini a le porte, e quello voleno la Signoria i lazi ; et di sier Piero Duodo, próvedador, che eri in Irò in Treviso, ma non hanno zenle. Hanno auto il mandato da Lunardo da Dresano, capitanio di l’imperio. Et consultato, li fo risposto fazino quello li par, ma dal canto nostro si farà tulio per mantenirli etc. Et cussi rilornono questi la sera a Treviso. Vene sier Francesco Capello, el cavalier, stalo provedador a Trieste, venuto con la galia dii duca di Niehsia, et sier Piero Venier, governador a Go-ricia, in questa terra; el non fonno alditi per le ocu-pation grande. Fo mandato sier Daniel Dandolo, patron a Parsemi!, im Brenta vechia, a Bovolenta, a tuor certi canoni e altre arlelarie erano in campo, per non esser più di bisogno, con barche di l’arsenal etc. Et cussi andò e le conduse, cargale a Bovolenta; e li vilani per le rive Gridavano : Marco ! Marco ! Noto. Erano in questa terra molli zudei scham- G1UCN0. 35C pati ; e li fo comandato andaseno via, a Padoa et altrove, per leviar la terra di le viluarie. Item, le barche dii consejo di X slevano atorno le caxe di zudei, banchieri, di Mestre ; et li pegni porlono in varij lochi securi, per la terra, per dubito di novità ; e poi li fo fato comandamento si partisse e ritornasse via le persone, volendo. Questi sono li deputadi per li 12 sopra li sestieri, a far la descritiom in le contrade di le persone, qualità e condition, dii mexe di maso 1509. Sestier di San Polo. Santo Agustin. Sier Bernardo Moro, quondam sier Lunardo. Sier Marco Balbi, quondam sier Beneto. Sier Marin Carlo. Sier...... Maza, di sier Zuan Stefano. San Pollo. Sier Domenego Capello, quondam sier Carlo. Sier Lorenzo Loredam, quondam sier Piero. Sier Baldisera Turlom. Sier Andrea Corbeli. San Stem. Sier Francesco Zane, quondam sier Bernardo. Sier Piero Badoer, quondam sier Orsso. Sier Francesco da la Torre, da la messelaria. Sier Marco Moisè, da le telle. San Zuan di Ili alto. Sier Piero Falier, quondam sier Bortolo. Sier Zuan Antonio Morexini, quondam sier Nicolò. Sier Polo Sian, drapier. Sier Alexandro da la Volta. Santo Aponal. Sier Alvise da Canal, quondam sier Jaeomo. Sier Jacomo Emo, quondam sier Bertuzi. Sier Lodovico Trivisan, drapier. Sier Nadal di Azenti.