159 MD1X, MAGGIO. 160 in chiesia di San Marco, de more, poi dito la messa per domino Antonio Contarmi, patriarcha nostro nuovo, et questa è la prima messa l’liabi dicto im pontifìchal a San Marco, fo benedì il stendardo, qual perhò era benedeto, perchè fo di sier Marchiò, suo fradello, qual havia un zio sul scajon, che li donò il re di Pranza, et borra fo spegazato, et poi consigliatoli per il principe a sier Anzolo Trivixan, capetanio zeneral di mar, qual era vestito di veludo alto e ■ basso a maneghe slrele di varo et la bareta di veludo negro, tamen con la barba et il naso mezo manzato dal chancharo. Poi, ditoli a l’aitar le parole solite per il principe, veneno fuora processiona!iter, prima il stendardo, portato per il suo armirajo, Alvise Muscatello, et li canolegi di San Marco con la f et altri preti, et il patriarcha, aparato da messa, con la mitria, et la f soa davanti, poi vene el serenissimo con il zeneral a’ lai, in mezo di li oralori Spagna et Ferrara, et li.proiuratori, sier Polo Barbo, sier Antonio Trun, sier Nicolò Michiel, sier Toma Mo-cenigo, sier Domenego Trivixam, et assaissimi pa-tricij et soi parenti zoveni, et li soracomili vestiti di scarlato. Va suo secretario Nicolò Stella. Et fo acom-pagnato in galia, et lì restete et si tirò fino a Santo Antonio, si parie a dì 5 etc. E tornato il principe, si reduse colegio da basso dal doxe. Di campo, di provedadori, di primo, da Ponte Vigo. Chome il dì sequente, a di 2, si leve-riano el anderiano, mia... de lì, alozar a Zinavolta, poi altrove etc., ut in litteris. IH Crema, di 2, hore 12. Come ha aviso, che ’1 re di Franza era zonto, a di primo, hore 14, a Mi-lan; tamen questa nova non era creta in questa terra. Dii signor Bortolo a la Signoria una bona letera. Scrive che la matina si leverà et passerà Adda ; et promete a la Signoria, domenica, a dì 6, far facende e dar certa vitoria, perchè il capetanio zeneral e lui e provedadori e condutieri e tutto lo exercito è benissimo in hordine e disposti far facende. Di Faenza et Barena. Che la rocha si teniva di Brisìgele. Vene da poi disnar lelere, come scriverò. Di Cremona fo letere di primo, hore ... Il sumario scriverò poi. Dì Bavena, di 2, hore 13. Come in quella matina era venuto lì uno capo de squadra de domino Zuan Paulo Manfron da Faenza. Dice la rocha de Brisigella tenirse, et domino Zuan Paulo expectar 74 soccorsso, qual bisogna sij celerimo; et che le altre caslelle de la valle se teniva, sì che domanda adjuto. Lhoro rectori e il provedador Landò hanno mandato a Faenza quelli fanti che havevano; et fano il possibile, ma non hanno danari di far quello bisogna. Dice che in la terra di Brisigella era tractato; et vo-riano si mandasse presto stratioti et gente de lì over danari da far fanti, altramente, oltra el danno e la vergogna che si harà de la perdita de la Valle, sarà mazor la jactura dii Manfrom etc. El campo del du-cha de Urbim, heri sera era alozato a questi confini a Villa Francha, non sapevano ancor si l’hera levato. Di Cremona, di primo, hore 4. Dii levar dii campo la matina da Pontevico per tirar versso Ge-radada ; è bellissimo exercito, maxime di fan-larie etc. Noto. In questi zorni, hessendo venuto in questa terra il fiol di Coxule, chiamato...........qual è provisionalo di stipendio nostro in Dalmatia, et menato alcuni martalossi, presi vivi, di qui, ligati, li qualli dannizavano quella Dalmatia, fo per il principe expedito, fato cavalier, donatoli una caxacha di panno d’oro, et fo im precession in questa matina con la Signoria nostra a dar il stendardo al zeneral, et poi si partì et tornò verso Sibinico, auto certi danari et letere in sua laude. Noto. Se intese da Mantoa, il marchexe, qual è col re di Franza, aver mandato a dir a la marchesana, debbi far far oration, che Idio doni vitoria a Franza, perchè francesi non sono cussi potenti con-tra lo exercito di la Signoria nostra, chome judichava dovesseno èsser. Et non voglio restar di scriver quello a li zorni passati fo divulgato, che quando sier Carlo Valier fo lì, mandato per il consejo di X, per acordar ditto marchese con la Signoria nostra, qual za era acordato a soldo di Franza, li disse: Magnifico missier compare, fin 22 aprii sare’ spazati e il vostro stato persso. Da poi disnar fo pregadi. Et leto le lelere sopra 74 ' scripte, et fato 2 di X savij ordinarij a tansar, sier Francesco Tiepolo. fo cao dii consejo di X, et sier Piero Lion, fo governador di l’intrade, et 4 altri di rispeto, per non li far ogni zorno. El rimase sier Marco da Molin, fo consier, sier Francesco Nanni, fo governador di l’intrade, sier Piero Querini, fo cao dii consejo di X, et sier Luca Trun, fo cao dii consejo di X. Fu posto, per i savij, di levar le zente d’arme di Romagna, e lassar le fantarie e cavalli lizieri, et mandarle in campo in Lombardia, vedendo prima di aver la persona dii Manfron, eh’ è im Brisigella etc. Sier Antonio Trun, procurator, savio dii consejo, messe di star sul preso ; et che le zente d’arme resti,