67 MD1X, APRII.E. 68 valli di Napoli di Romania, el venivano; la qual nova si ha da Corfù, che l’anno per uno grippo venuto. Item, che a Corlu sono assa’ slratioti, vieneno di qua etc. Gionse sier Antonio Condolmer, vien oralor di Pranza, molto desiderato ; stato, da Cremona in qua, zorni 1“2, con mormoration di la terra. Il qual, tra le altre cosse, disse a quelli 1’ andono a visitar, che francesi tieneno siamo sorbiti et presto. Et li diman-dono sollo di tre cosse : primo, dii signor Bortolo d’ Alviano, che molto lo stimano; secondo, si la Signoria bavera tanti slratioti, come si dize ; tertio, si Brexa è forte. Item, che uno à supplicato al re di haver (a) esser sora il fontego in questa terra. Item, fono letere di Spagna, di l’orator nostro, il sumario dirò poi. A dì 4, la matina. È da saper, eri sera partì sier Pollo Nani, va pagador in campo. Portò con lui ducati X mil a ; e tuta via le zente se reduseno in veronese. Fo ditto per la terra, che sier Carlo Valier la 3.“ volta era andato a Mantoa, per acordar certo quel marchexe con la Signoria nostra ; et che un suo favorito è stato qui in san Francesco di la Vigna, chiamato .......Item, che, hessendo zonti 500 fran- 31 cesi a Mantoa, il populo non volseno che intraseno, e li fenno alozar di fuora. Et il marchexe, che havia prepara alozamenti in li borgi a’ ditti francesi, par habbi ordinato tutti ritorni a le sue caxe; et tanto più, che ’1 gran maistro à scrito che ’1 vadi a Milan a governar Milan, e lui vera a Mantoa etc. Or che si tiem ditto marchexe sarà con nui. Et 0 fu vero. Di Verona, di provedadori. Dii ritorno, non hessendo siati col capilanio zeneral a Peschiera, perchè non à potuto venir; et ozi, a dì 4, aspetano il signor Bortolo et consulterano. Solicita si mandi le zente, perchè senteno adunation di zente etc., e a Mantoa e altrove. Di Cremona. Dii zonzer 400 lanze, et 4000 fanti francesi, tra Parma e Piacenza ; e altre nove, come dirò. In questa matina fonno in colegio do cremonesi, domino........Stanga, fradello di domino Ga- spar, et........Rimondo, exeusando suo fradello, dicendo è a Lodi in ferri. Il principe li disse haveano aula altra informatione; ma, si non era conscio, li dispiaceva tal cossa. Vene in colegio sier Antonio Condolmer sopranominato. Disse pocho, rimesso a referir ozi im pre-gadi da poi 1’ oficio. Et intrò savio a terra ferma, al qual il Iodio li era riservato. Da Roma, fo letere di 30 et 31, di oratori nostri, molto secretissime, non se intese. Solimi esser stà trovà ducati 13 inilia al Cardinal alexandri-no, di contadi, tra banchi e altrove, et ducati 4000 in arzenti, et il papa li havia auli: À lassà molli legati, qual il papa voi exequir. Et il vescoado di Parma il papa l’à dato al Cardinal curzense, et quel di Alexandria di la Paja a uno zenoese, chiamato pro- thonotario........., le bazie ancora non era stà dato via. Item, perchè era dito Cardinal uno di sei episcopi, borra successa episcopo il Cardinal eenoma-nense, per bordine di età, et noviter venuto a Roma, comc ho scripto. E nota, la terra dubitava il papa non ne descomunigasse, atenlo li cardinali francesi, ma sopra tutto il cardinale ausense, over Narbona, et li oratori francesi, di questo instava il papa, acciò rehavesse le sue terre etc. Da poi il rnatim ditto in chiesia di San Marco, dove fu il principe et li oratori Spagna e Ferara, che altri non vi è, fo pregadi. Et leto molte letere, et queste noviter venute : Di Cremona et di Crema et Bergamo. In consonantia. Di una crida, fata la domenega a Milan et a li confini, che da parte dii gran maistro, in termine di 3 zorni, tutti li subditi dii roy vadi di là, e pasati, sarano tratati come venitianr; e cussi quelli voleno andar di là, nostri subditi, vadino in termine di zorni 3, aliter sarano tratati ut supra. Di Caravazo, di sier Bernardin da cha’ Ta-japiera. Di certa crida fata, che niun si parti, sub pcena di la forcha, atento qualcheunó era andato di là di Adda di nostri subditi etc. Di Verona, di provedadori zenerali, di 3. Dii zonzer quella serra lì il signor Bortolo, la compagnia vien driedo ; et che è zonto etiam sier Vicenzo Valier, provedador. Et aspeterano lì el capetanio zeneral, qual voi vegnir ad consultar, et è stato occupato in expedir certi soi balestrieri a cavallo et mandarli in Geradada. Solicitano le provisione etc., ut in litteris. Fo posto, per i savij, scriver a li oratori nostri a Roma, d’acordo; nescio quid, pur debbi dir al papa. Sapendo, scriverò poi. Fo posto, per i savij, scriver ai provedadori zenerali, qualli rizerchavano saper 1’ opinion di la Signoria, perchè sier Zustignan Morexini, provedador di cavalli lizieri, qual è andato in Geradada, che si francesi passasseno di qua, over volesseno far ponti sora Adda, quello l’bavesse a far; hor li Scrisseno li dovesse obstarli, et non lassi far ponti, et li sia a l’incontro, ut in litteris.