95 MDIX, APRILE. lia et 500 lanze et 0000 fanti pagati, per iriover guerra a la illustrissima Signoria. Et li (lise etiam, che ’1 re non faceva conto alcuno de l’imperador; # et che questo che el faceva era per boi) rispeto, et che ’1 haveva più poter in Alemagna cha l’impera- 42 dor. Dice clic in Italia, al zonzer dii re, se ritroverà 3000 lanze, ben in bordine, 30 milia provisionali et 200 buche di artilarie, a le (pialle sono deputati 0000 guastatori et do bombardieri per boclia, li qualli non hanno a far factione alcuna, salvo che atender a ditte artelarie, a le qualle sono etiam deputati 2000 cavalli. Item, che 4 zcnthilomeni milanesi se hanno offerto a mantegnir e) campo de pan, vini, biava et carne salata. Dice etiam', die venitiani sono fioli adoplivi de’ romani^zoè che quando hanno habulo una terra, mai la voglino restituire, et per questo, chi non li provedesse, im breve tempo si gnori di tutta la Italia. Et che posedeno etiam le terre di la Chiesia, per il che el papa ha domandato auxilio al re di Pranza, imperator, re di Spaglia el lngal-tera. El papa dia esser presto a Bologna; et che Ferrara e Mantoa voi gram malie a’ venitiani, perchè sempre li togliuo qualche forteza. Infine dice, che ’1 se afaticheria per amorzar questo Iodio, el qualle era grando ; et che el porta con lui de l’aqua per estuar- lo. Item, che el re di Pranza dovea zonzer a Turili, et poi subito a Milan; il che era molto a proposilo per esser a presso a Veniexia, perchè li mesazi soriano presti a dar adviso a Puna et l’altra parte, vi-' delicet che fin 8 zorui el seria qui et porterà bone nove. Da poi disnar, reduto il colegio con la Signoria et li altri e li cai, vene per caxa dii doxe lo araldo dii redi Pranza, el qual vene‘suso, e tutti fonilo cazati zoso, acciò non lusse visto." Et chome el fo in J’anticamera di l’audientia, d se vestì con la zor-neda con li zij d’oro, et uno trombeta avanti. Et nitrato in l’audientia, stando im piedi, presentò una letera dii re, di credenza, che se li desse fede a quanto el diria. El qual disse, per interpetre il troni-, beta, che il re mandava a dir al doxe e questa Signoria, che li vegniva conira a la guerra, come usur-padori di le terre di altri e detantori di le terre dii papa, de l’imperador, dii stalo di Milan, di Ferara e di Mantoa etc. Il principe li rispose, che questo stato era di sorte, che ldio mai non F abandonava, perchè si andava realmente; e per mgntegnirli la fede ne manda a dir questo, che si havessemo voluto romper la fede, el non liaveria terra in Italia ; el che ’1 dovesse dir al suo re, che li risponderemo gajarda- mente, confidandossi ne lo eterno Dio, die mai non abandona chi va justa et realmente. Et cussi fo li-cenliato e con Zuan Baptista di Adriani, secretano, et Ilironimo Sagredo, capelanio dii consejo di X, fo acompagnato fino a la barella, in bordine, dii consejo di X, capetanio Nicolò Verzo, e fo mandato fino in Corbole, et commesso non lassasse parlarli a ninno. Di Isola di la Scala, di sier Zorzi Corner, 42 * cavalicr,procurator (sic) zeneral, di 16, liore21. Come ha inteso la nova ; et olirà, che il suo collega Griti era andato a Gedi dal capelanio con 1500 fanti. Etiam li mandava driedo 3000- fanti in Gerada-da etc. Et poi la sera gionsc una altra letera dii ditto provedador, 'Chonio il signor Bortolo havia compito il bastion conira Ponte Molim, el qual do-menega di note fo commenzato. Item, il mandar di 3000 fanti. Di Crema, dii podestà et capitanio, di 16. Di la nova sopradita di Trevi ; e come sier Zuslignan Morexini, provedador, Vitello Vitelli, Brazo Forte-brazo, et Vicenzo di Naldo et sier Andrea Morexini, di sier Zustignan, erano slà mandati a Milan ; e che Brazo era sollo con X cavalli, il resto è r.-stà a li soi alozamentì. Item, che di fanti di Vicenzo di Naldo ne erano slà morii zercha 200, il resto fuziti ; li qual fanti e homeni di cavali lizieri erano stà per francesi spogliali e lassati andar. Et che quelli ili Trevi havia capitolato prima con francesi etc. Item si ave, che domino Jacomo Secho, condu-tier nostro, da Caravazo, hessendo lì con la sua compagnia, et vedendo la perdita di Trevi, non volendo restar con zelile d’ arme in la terra, posto 200 fanti in roeha, adunatosi con le zente di domino Thadio di la Motella, tolto la moglie e sue robe, quello il potè, in mezo, con la lanza su la cossa veneno fuora in vista de li inimici et si reduseno sul brexan. Dicitur, etiam chiamò domino Renier di la Saseta, era con la compagnia a Rivolta. El questa cossa fo laudata in colegio et scritoli una bona letera, laudandolo molto et di la fede sua etc. Questo è riclio, su quel di Charavazo, di più di 100 milia ducati. Di Roma, etiam zonsc letere, portate per Morgante, corier, di 13. Come il papa non voleva che Orssini venisseno a nostro soldo, el volea sco-municharli, et havia chiamà quel zorno concistorio. Tamen essi Orssini erano reduti a M ilite Rotondo, mia 20 di Roma, e metevano a bordine le zente; e voleno venir al dispeto dii papa, et far quello voi la Signoria, o di là, o di qua. Barano 2000 cavalli et