535 MD1X, LOGLIO. commissione per pregarli. RI qual si p;irtì di colegio per andar a la sua legatione, et partì a bore 3 di note per Treviso. E nota, il mandato e salvo conduto dice, che ’I vengi presto, et è dato a di 16 a Marosi,ega, tamen fu fato el dì di la rota et monstri» fosse antidata etc. Et se intese, dito re era a Marostega quando intese la nova di Padoa, et disnava quel dì, a dì 17, e uno messo di Cao di Yacha li portò tal nova, qual intesa, subito montò a cavallo con 60 cavali per Trento, tamen non si sa dove sia andato. Veneno alcuni di Cotogna armali, con uno stendardo dii re di romani, dicendo averlo leva via et iterum leva San Marco. Fonno acharezati etc. Di Padoa, di tutti 3, Griti, Morexini et tyuerini, più letere. Di citadini vien a le mostre, dimandano misericordia etc.; et spera averli tutti, da Antonio Cao di Vacha et Achiles Boromeo, die sono fuora. Et hanno fato uno edito, tutti li zenthi-loincni venitiani, da li deputati in fuora, quel zorno si parlino di Padoa sollo gravissime pene ; et cussi tutti vieneno via, ita le cosse si va placando. Adì 21. La malina Zilolo di Perosa fo dal do-xe, venulo di Padoa, sle’ do bore et si partì;si tieni sia venuto per dimandar, Stefano Moneta non sia fato morir, di grazia special etc. Eri parli Sabaslian di Veniexia, contestabile, con 150 fanti, pur andar a Padoa in agilmente di li Ialiti. Da Treviso, di provedadori Duodo e Moro. Clioine hanno una 1 etera, di bore 24, eri, di sier Bernardo Donado, podestà di Conejan, chome nostri, zoè Zumi conte Brandolim et fra’ Lunardo, con li cavali lizieri e stratioti haveano combatuto Sera-252' valle longamentc; et erano dentro 500 spaglinoli, quatti si difendeano, tamen nostri introno per forza dentro e la meseno a sacho, e li spagnoli parte fuzi-vano. e fra’ Lunardo li andava drio, sequitandoli vigorosamente. La qual nova esso podestà 1’ à da uno a boclia vien da Seravalle, qual dice à visto il tutto. ltcm, Meleagro da Forlì era andato a la volta di Castel Franco, dove dentro è Jacomo Albanese, fo nostro contestabele, et 150 spagnoli; era vi etiam andato il capitauio di le fantarie con la sua compagnia. Item, nostri aver auto Asola (sic) con ajuto di li villani di li intorno, et nel caslello erano recinti quelli si leniva per il re; sì che arano dito castello subito etc. Di Padoa. Chome à aviso aver preso nostri Lignago et la rocha in questo modo. Li villani con Marco di Kiinano, fo contestabele nostro, et presentali ebtiio Porto, e ani lati a Lignago, il conte Federico di San Bonifacio, era a quel governo per il re, et fo quello lo tolse di la Signoria, lo rese a la Signoria borra da paura. Et in rocha era sier Federigo di Cavalli, quondam sier Dondade, zenthilomo nostro e veronese, parente di missier Nicolò Firmiano et con 14 compagni. Or, dimandatola rocha, si non li bruseriano le sue caxe lì eie., si rese; et cussi sier Carlo Marin, quondam sier Antonio, dolor, era lì a presso, lo mandono a chiamar per nome di la Signoria e intrò provedador in la rocha. El qual lui scrive questo al provedador Griti, fo eri. Fo dito esser uno aviso, che francesi erano in Peschiera, inteso la nova di Padoa, esser sublevati, dubitando, et partiti; et quelli di Saltò esser in arme e voleno San Marco et amazano li francesi trovano. Di Moncelesc. El chastello, dove erano 36 fera-resi, con quel podestà per Ferara, vedendo non esser soccorssi, si reseno, salvo llioro persone, e an-dono via. Di Montar/nona, di sier Beneto Marin. Come eri, hessendo venuti zerclia 200 cavalli (eraresi per socorer et difender quelli castelli, nostri li fonilo driedo, el con li villani, et li hanno tajali tulli a pezi, il numero non scrive, per un l’altra dirà il numero, et hanno preso il capo, nominalo conte Hironimo di la Saseta, qual lo manda a la Signoria. In questa malina in Rialto Conno, per li consieri, more'solito, ma ben da poi zorni 7 che le fo messe, incanlà le galie di viazi, di Barulo el di Alexandria, e trovono patroni. Li qual son questi : Patroni a Barato. 253 Sier Piero Antonio Morexini. quondam sier Justó. Sier Balista Boldù, quondam sier Antonio, el ca- valier. Sier Piero Bolani, quondam sier Jacouio. Patroni in Alexandria. Sier Mafìo Bernardo, quondam sier Francesco. Sier Hironimo Falier, quondam sier Thoma’. Sier Zuan Batista Bembo, quondam sier Francesco. Et da poi disnar fo pregadi. Et leto molte letere, il sumario ho scripto di sopra, et queste do noviter venute zereha il prender di Gistel Franco. Di Treviso, di provedadori. Chome in questa malina hanno nova, che Meleagro da Forlì et il ca-pitanio di le fantarie haveano auto Castel Franco per forza, et amazato li spagnoli erano dentro et posto a sacho. El di domino Malhio Queiini, che da Cam-