MDIX, GIUGNO. 401) donni Ceno eri slropar le |n>rle, prima quella dal Portello andava al fiume, quella sora la Brenta ve-eliia, et riconzar le mure dove maneliava ; ma tutti pianzevano, non sano die farsi, hanno mandato oratori al re di romani et non sono tornati eie. Et il di de Santo Antonio non fo fato precession, justa il solito. Item, barche di Padoa vien su e zoso, tamen non poi vegnir letere niuna, perchè a Strà vien zer-chale, pur ne vien etc. Di Verona. Si bave, come dubitavano assai de’ franzosi, per la vicinità ; et resonava voleva Verona, et dubitava dii saclio. Oltra li 4 oratori mandati al re di romani, e non tornati, mandono uno altro, domino Guidino di Guarienti, dotor, soleva esser avo-chato di qui; et aspetavano in Verona, per governa-dor, domino Nicolò Firmian, consier dii re, qual à una da cha’ di Cavali per moglie, zentiidona di questa terra et citadina veronese. Et dii re, par ancora non sia zonlo a Trento. E in campo di Pranza era il morbo tra guasconi, e il re andato a Cavriana in mantoana, mia ... di Peschiera, et missier Zuan Ja-eomo Triulzi tiratosi al Desanzan etc. Et il ducila di Ferrara era zonto dal re con 400 cavali. In questa malina fo consejo di X in colcgio, con la zonta, et maxime, sopra danari, che importi assai, et sono molti debitori di tanxe e decime, qualli non voleno pagar; unde fono electi, per dito consejo di X, X zenthilomeni, qualli habino auctorità grandissima, a far pagar quelli debitori eh’ è tra lhoro, a bo-soli, sarà cognosuto poter pagar, facendo etc. ; et che, compito questo anno che starano, poi posino venir im pregadi per un anno. 1 qualli fonno questi: Sier Carlo Contarmi, quondam sier Jacomo, da Sant’ Agusti il. Sier Marin Sanudo, quondam sier Francesco, el grando. Sier Francesco Grimani, quondam sier Piero, fo provedador sopra le camere. Sier Filippo Bernardo, quondam sier Dandolo, fo provedador sora la sanità. Sier Piero Marzdlo, quondam sier Jacomo, fo conte a Sibiuico. Sier Gasparo Ma li piero. quondam sier Michiel, fo di pregadi. Sier Piero Venicr, de sier Domenego, fo di pregadi. Sier Pollo Zorzi, quondam sier Ilironimo, da San Marcuola. Sier Antonio Morexini, quondam sier Francesco, fo a le raxon nuove. Sier Francesco da dia’ da Pexaro, è provedador sora il flisco, quondam sier Ilironimo. Da poi disnar fo colegio di savij ad consu-ìendum. Vene sier Alvise Soranzo, quondam sier Vctor, di Roma, partì a dì 'J, et andoe dal principe a dirli certe parole. Tamen per avanti si ave etiam letere di 9, da li oratori, per il corier etc. Tamen la terra sfava in aspectation di liaver altre letere di Roma, zercha dar il salvo conduto a li G oratori electi. Questo la niatina fo etiam in colegio, referì il mal 1 voler dii papa; et al suo partir non era zonta la le-tera di la eletion di oratori; et che li do'cardinali nostri, Grimani et Corner, fanno il tutto col papa ; et altre cosse. Et che di questa noslra ruina mollo si parla per Roma, tamen li boni cardinali si doleno assai. Noto. In questi zorni, come ho scripto di sopra, li deputati sora li sestieri, con quelli capi di contrada, atendevatio a mandar via molli forestieri, zoè milanesi e bergamaschi etc., dextro modo, maximie quelli è podio tempo erano venuti a star qui. Itcm, li zudei, che erano venuti qui di Padoa el Mestre, di comandamento di la Signoria rilornono a li soi alzamenti, con le persone, acciò non stessenò qui, et etiam per aleviar la terra di tanto populo. Da Ferara. Si bave, che il dudia havia falò di-scargardi burchij leartelarie levate di Ruigo. Item, per Ferara dubitavano assai di Pranza. Et dicitur, al partir dii ducha per trovar il roy, ordinò le caxe in Kuigo di nostri zenthilomeni, qual erano quasi minale, maxime di legnami, fosseno refate, et tra le altre la caxa di sier Vetor Duodo, quondam sier Zorzi, a Ruigo. El fo letere in la Signoria di Zuan Alberto di la Pigna, di Ferara, come il ducha à bon animo versso la Signoria, et quello l’ha fato, non à potuto far di meno per dubilo di Franza; el è andato dal re, chiamato da lui. Item, ancora ditto ducha à el governo di Esle e Moncelese, non ostante padoani li habino mandato a dir quelli lochi aspelar a la cesarea majestà, per esser sotto Padoa. Campo San Piero, havendo fato alcuni citadini al governo, el non li piacendo, nè sapendo rezer li altri, et li contadini esser marchese!«, mandono a dir a la Signoria, non pono star cussi, e voleno esser solo San Marco; tamen fin horra non è fata lì alcuna altra novità. Di Albana, di sier Filippo Minio, podestà, di 13. Come quelli di Boi Andreas, bau di Segna, zoè cavali 350 et fanti 1500, erano cullali per certi