93 MDIX, APRILE. 94 burelle, fo retenulo uno cremonese, nominalo Piero Viziuardo, homo di eia, venuto za do zorni in questa terra. Et fu a requisition dii consejo di X. 1 b A dì 17 aprii. La matina se intese, in questa note esser morto sier Lunardo Grimani, savio dii consejo, et provedador sopra li danari di la guerra. El qual morì in 3 zorni, perhò che ’1 parlò im pre-gadi conira sier Zorzi Emo, che ’1 non volleva levar le zeute di Romagna, e si scaldò, el vene zoso di renga caldo, e stete a presso una finestra, et li vene cerio accidente; andò a caxa al leto et poi morite di febre maligna. Era utele citadim a la republicha, ma seneslro un poeho. Havia opinion chiamar turchi in nostro ajuto. Et reduto il colegio, a hore zereba 14 vene do lelere di Cremona, per le qual se intese la perdeda di Caxal Mazor, chome dirò di soto ; et una di Bergamo, di la perdeda di Trevi el prender di sier Zu-stignan Morexini, provedador di cavali lizieri, Vitello Vitelli, Brazo Fortebrazo, capi di cavali lizieri, et domino Vicenzo di Naldo. 11 modo dirò di soto. Or, intesa questa nova, tutta la terra di malavoja, et quelli di collegio come persi, et steleno fin la campana. Spazono fanli di qui, zoè Vasallo con 300 el Muschatello con 100, capelanij di signori di noie, et altri ; et scrisseno, d’acordo, per colegio, a li pro-vedadori zenerali, che unisano l’exercilo et atendino a star in loco securo e a difender le terre grosse, con altre clausule, come dirò di soto. Et inteseno esser zonto a San Zorzi Mazor, venuto incognito di Ferara via, l’araldo di Franza ; et fo terminatoaldirlo scerete poi disnar in colegio, et remandarlo subito indriedo, per non commover li populi, el qual etiam saria sia fortasse amazato si ’1 fosse sia visto. Letera di Cremona, di XV, hore 23, ricevuta ut supra. Come a hore 14 il marchexe di Manica à ’ulo Caxal Maxor. È lelera breve, solimi di questo aviso. Letera di XV, hore 3 di note. Come avisono dii passar in quella matina Po le zenle francese; et come mandono fuorra quelli 3 condutieri sono de lì, con le compagnie lhoro, videlicet il conte Bernardini et il fiol e il conte Alvixe Avogaro. 1 quali i an-dono con gran faticha eie., e lutto ozi, fino horre 22, scaramuzono con i nimici ; et si haveseno auto pur 500 provisionati con lhoro, che niuno non ha-veano, hariano auto vitoria. Et che solimi in Cremona è provisionati 500 di domino Latantio, perchè domino Vicenzo di Naldo con li soi ... fanti era partito, di bordine di provedadori zenerali, el andato a Bergamo. 1 qual 500 provisionali, erano in la terra, non li volseno mandar fuora per bon rispelo e non romagnir senza niuno. El clic hanno, li francesi passati sono 150 homeni d’arme, 200 cavali lizieri, 2500 fin 3000 fanti, hanno 4 boche di artclaria ; e tuta via li nostri si ritrovavano con lhoro zercha mia 4 lontan di quella terra. Et non era sta 41 b" fato per nimici danno alcun a le nostre zente sca-ramuzono, nè a li avalli, ma ben a lhoro, per nostri, li lonno lolti do cavali, falò 2' presoni et 2 morii ; et nostri ritornello in Cremona, el i nimici si alozono a Marasco. Scrisseno di questo subito in campo a li provedadori zenerali, che provedino. Et ozi lì a Cremona felino congregar el consejo generale, imo quasi tutta la terra, a li qualli li fenno una bona persuasione, che yoleseno meter in execution le promesse.fate li superior zorni, certificandolli ha-riano la gratia e remuneration di la illustrissima Signoria. Con grandissimo suo contento li risposeno esser prompti, et promesse di fare tulio quello li sarano possibile, ma ben voriano le arme, fonno'messe in castello al lempo di domino Domenico Bolani, ca-petanio de lì. Item, scrivono sperar diman di haver tutta la terra a lavorar a li bastioni, perchè siano compiti ; et è sta chiama le visinanze, e messo in bordine 500 fanti, con li qualli farano al meglio polrano. Item, manda uno riporto di Vinturin, stato a com-pagnar l’araldo Monzoglia a Mantoa. liiporto di Vinturin Gavazoni, qualle è andato a compagnar Monzoja, eraldo del re di Franza, fuora di Cremona. Dice che ’1 va a Venecia et tien la via di Manloa, e de lì a Verona, poi fino a Vicenza. Li dimandò si F hera vero quello l“ha inteso, zoè se el ge è parie alcuna a Venecia, che chi aricorda de restituir terre, li sia tajà la testa? Et li de’ questa similitudine: Se el fusse dimandato da el re di Franza una cossa de la illustrissima Signoria, et che qualche uno aricordasse, che el fusse ben fato a dargella, se quel talle have-ria pena alcuna? Al quale li rispose, che lui non sapea simel cosse. Et li dimandò etiam dove era Brexa et de che* sorte F hera ; al che lui non li rispose- a versso, ma uno suo trombeta milanese, che era con lui, li diceva el tutto. Dice che el re mena con si as-saissimi zenthilomeni et molto ben in bordine; item, grandissima quantità di vini e di biave di cavali. Dice etiam, che cl duca di Barbon, con 3 altri ducha, si ha offerto condure in Italia per el campo più di 4000 cai di bestiame. Dice etiam, che el re ha mandato el vescovo di Paris a F imperador, con scudi 100 mi-