259 MDIX, MAGGIO. 260 to sempre a li provedadori li provedi, non hanno fato nulla. Lui si difenderà fin l’habi vita; crema-schi mostra bon voler etc. Di llomagna, vene letere di 15. Come Zuan Griego, con li cavali lizieri, hessendo andà a presso Russi, per divertir li inimici non desseno la bataja, i minici veneno a la scaramuza, presi alcuni; et volendo Zuan Griego recularsi, il cavallo li caschò soto et fo fato presom. Itcm, hanno aviso da Russi, se li provedi, che più non si poi lenir. Et è letere a li re-clori e provedador di Ravena et a la Signoria nostra, di l.. Eri fo spazà li cayali 200 stratioti el li zagdari 300 per Ravena. Di Cremona, di 15......... In ijuesto pregadi fu posto, per i consieri, salvo conduto a domino Hestor et Hironimo di Manfredi, cuguadi di sier Marco Antonio Contarmi, di sier Andrea, in le persone, per mexi 6. Et fu preso. 126 Di Trieste, di sier Francesco Capello, el cavalier, proveditor, Di Goricia, di sier Fiero Venier, proveditor, Di Udcne, di sier Zuan Paulo Gradenigo, loco tenente, Di Roverè,di sier Bortolo Dandolo, podestà, E tutti in conformità. Di zente è in Lubiana et provision si fa di guerra ; e a Trento zonze artilarie et monition e vituarie. In conclusion, si tien il re di romani ne romperà, perchè questi sono mali signali. Di Rongaria, di Vicemo Guidoto, secreta-rio, di 2, da Buda. Come il re è ancora in Boemia; et che ’1 manda uno suo orator a la Signoria per danari etc. 0 da conto. Fu posto, per li savij, scriver una letera a 1’orator nostro è in Spagna, communichi col re di questo sinistro, e voy far intelligentia, perchè 1’ orator di qui à promesso fai' bon oticio etc. Presa. Fu posto, e preso, scriver letere in Ingaltera al re novo, ralegrarsi e li manderemo solemne imbasata. Et dii sinistro recevuto fo scrito a 1’ orator nostro è lì, sij col re et vedi far contra Franza etc., ut in litteris. Fu posto, per tutti i savij, scriver al capilanio ze-neral fazi la massa, chome li fo dato in la commissione, e avanti fazi movesta, avisi la Signoria nostra ; e questo, perché si aspeta letere di Roma. Presa. Et di far provedadori in campo non fo parlato, par li savij, poi che li provedadori sono insieme, prò nunc non far altra movesta, si atende a l’arseual, mandar l’artilarie a Verona etc. Tamen si poi dir, nostri di colegio esser persi e più il doxe cha tutti. A di 17, fo il dì di la Sensa. Il principe fo irn bucintoro a sposar il mar, de mar (sic), con li oratori, ut supra. Et portò la spada sier Zuan Moro, va capetanio di le galie di Barbaria; suo compagno sier Zuan Francesco da Molili, quondam sier Piero ; et altri invidati, el forzoquelli vanno ini pregadi, per diversi oilìeij sotto pregadi. È cossa nova, che soleva invidar soi amici, horra à voluto lenir questo stil. Era vestito col manto di eri col bavaro. Et hessendo im bucintoro, prima vene a bocha uno di Ravena, diceva la rocha di Russi si havia resa a pati, et il campo dovea vegnir a Ravena eri sera a camparsi; et lutti rimaseno di malia voja. Poi, poco da poi terza, vene letere di Ravena di tal nova, te-meno etc. Di Roigo, di sier Antonio Bragadin, pode-destà et capitanio, di 16. Avisa chome dubita, quel Polesene à paura, perchè a Ferara si fa fanti. 11 ducha è tornato, cava artelarie, et si dice verà sul Polesene. Di provedadori generali, date a Rezado, a 126“ dì 16, hore 17. Come hanno grandissima stenta in adunar le zente, sì d’arme come da cavallo, tanto nostri sono impauridi, et tutti voleno do page, poi (uzeno ; et manchano assa’ fantarie. Item, a Brexa quella terra cominziava a dolersi et paurirsi, haven-do visto che quelli rectori haveano mandà le soe fa-meglie versso Veniexia ; adeo fonno forzo a essi provedadori andarvi lì per dar conforto a tutti, dolen-dossi con quelli di questo acto. et confortono tutti quelli citadini, qualli son disposti a patir ogni cossa e difendersi vigorosamente. E, tornati a Reza col capitanio, fonno in consulto e propose el Corner, provedador, di socorer Crema, Cremona e Bergamo; e fo concluso mandarvi fanti dentro, zoè Latan-tio da Bergamo a Crema con li soi et quelli potrà far e trovar, a Cremona Gnagni Pincone con quanti fanti..., e Bergamo Pereto Corso. Et etiam a Crema mandouo Silvestro Aleardo et el Gujoto con li balestrieri soi, perchè non sono stati in campo al fato, perhò si hanno oferto andar. Et perchè i nimici hanno la campagna a suo piacer, ebeno la terra di Ca-ravazo; non sanno ancora di la rocha, ma judichano l’habi auta. Et hanno mandalo uno trnmbeta a Son-zin a dir si rondino; linde, quel rector dimanda soc-corsso. De che mandano fra’ Lunardo, governador