417 MD1X, GIUGNO. 418 Ha, a Puola. Come, volendo andar in Dalmatia, liavia alilo una teiera di Vegia, di sier Francesco di Prioli, provedador. Li avisava, quella ixola esser in gran pericolo, et haveano auto una letera di Bot Andreas, che voi la terra o venir con zente e far gran danni; sì che andava di lì con . .. galie. Item, ha-via auto una lelera dii rezimento ili Corphù, dovesse andar lì per cosse importante ; non sa quel possa esser. Scrive a la Signoria acciò comandi, et in hoc interim anderà a Vegia. Fi in bocha di Cataro è le 4 galie bastarde etc. Nolo. Le terre di Puja tenimo, ebbeno le teiere dii senato nostro di far la consignation di quelle ; unde li provedadori nostri, chiamato li ciladini, ex-poseno quanto liavia auto. Li qualli, maxime Bran-dizo e Otranto, risposeno per niun muodo voler andar soto Spagna e mancho soto Franza, e voleano il turcho ; e si li provedadori si voleano partir, andase-no a la bona horra, che lhoro saperano ben quello habino a far ; et dicitur hanno mandalo soi oratori a la Vallona. Quello di dille terre sequirà scriverò di sotto. Da poi disnar io consejo di X con la zonta el colegio. Nolo. L’ è molti zorni che Alexio, inzegner, di patria bergamasco, qual à gran praticha di nostri lagumi, volendo licenlia di parlirssi, el qual era exer-cilato molto da li provedadori sora le aque, fo per il consejo di X fato relenir e posto in camera, e poi fo mandalo nel castel di Zara a starvi per qualche mese. A dì 19. La malina in colegio li oratori vanno a Roma lolseno licenlia, partirà doman. Sono do consieri, Malipiero e Donado, 3 savij dii consejo, Trivixan, Mozenigo e Pixani, e uno capo di X, Capello. Mena con si secretarlo Lorenzo Trivixan, fo con sier Antonio Condolmer in Franza. Di sier Andrea Griti, provedador zencral. Quanto havia fato a Noal et Castel Franco, relenuti do, li qualli mandono al consejo di X in questa serra, et Jo li vidi menar, che fui a Mestre a veder il campo, vidcìicct uno, nominato Zuan Jacorno di la Cecilia et uno Zuan Ferro, et do fuzite, zoè Saba-slian di Previ et Hironimo di Almerigi e altri; et li altri erano l'uziti. Item, stratioti fenuo assa’ danni. Item’ fo (ino a Bassan, ma quelli di Bassan li serono le porte e levono i ponti. Dicitur è .zouti lì alcuni alemaui etc. Da poi disnar fo colegio, per consultar la com-mission si dia dar a li oratori vanno a Roma. El di 9 savij dii consejo sono rimasti in 4, perchè sier An I Diarii di M Sanuto — Tom. Vili. drea Venier è alcuni zorni non vien più, et dice : Non posso più, l’ho ditto, non me havete voluto creder. È in gran phama di esser doxe, si ’1 Grimani non ge tuo la barela. Deus scit omnia! In questo zorno se intese, et fo certo, por il troinbeta dii conte di Piliano, stalo questa matina a Vicenza, per haver certo salvo condulo, chome quella terra era in arme, cridando : Marco ! Marco I Et maxime quelli dii borgo di San Piero, et Iravea-no brusà parte dii palazo; nè altro sa, se non che vele questi cridi et rumori de lì. Di soto scriverò più diffuse, come passò la cossa. A dì 20. La matina, per più vie fo verifichà questa nova di Vicenza ; ma non fo fato altro per non esser tempo. IH Padoa. Par padoani non voglino dar le in-trade, imo è sta comenzà a mandar a tuor, a una possession di sier Zacaria Contarmi, el cavalier, certo formento batuto et certe bote di vili, e fate condur a Padoa. Di campo. Chome eri tandem comenzono li homeni d’arme a tuor danari, maxime la compagnia dii conte Bernardin foia prima; el zurono sacramento di restar, perchè si voleano partir etc. ; tamen il conte Carlo, fìol dii conte, non volse zurar. Item si ave, che a Bassam erano zonli 3000 ale-mani, li qualli spendevano corone di Pranza, et dicevano voler vegnir a Treviso. Et queste nove si «ve anche per zudei, eri venuti di lì etc. . Vene Zuan Cotta, secretarlo dii signor Bortolo Liviano, stato dal patroni, in castello di Milan, col qual à parlato, et fo in colegio. Referì, il suo patron si racomandava a la Signoria, et si doleva ; e si parte dii campo havesse fato il suo dover, ma pur stati fermi, si liaria auto certa vitoria, perchè do squadroni di francesi erano roti, ma che era tradimento in campo et da’ brexani e Jacomo Secho et altri etc. Et come ha inteso tutte le nove e il perder fino di 199 Padoa; et che la Signoria stagi di bon animo, che lui sa certo che non poi durar in amicicia il re di romani et il re di Franza, et si convien romper. Item, che non si dubiti di Veniexia per niun modo, et non li hessendo tradimento tra nui; et che ’1 spera ancora vegnir etc. Item disse, dii rescato suo, il re noi voi lassar per niun modo. Et il cavalier Bianco è rimasto in campo a Peschiera, dove è il re, che fa fabrichar, e aspeta la resolution di Roan con Ma-ximiano. Dii qual campo partì a dì 17, et erano quasi partiti li sguizari et li venturini, et si andava sme-nuendo a la zornata ; et per li franzosi novi venuti di Franza non pareva, tamen si sminuiva. Item, tesi