28 CAPO II. menticabile in quanto essa dà incremento alla realizzazione di una idea cara a noi e, credo, cara anche a Voi, o Bolognesi, di rivedere cioè risorto un Istituto che nei passati secoli già ebbe vita felice e parte importante nell’avvicinamento fraterno dell’Italia e dell’Ungheria. Prese la parola, dopo il rappresentante del Ministro ungherese, il prof. Tiberio Gerevich, professore alla Università di Budapest, Presidente delPAccademia ungherese di Roma, figura assai nota a Bologna dove abitò negli anni giovanili e a cui dedicò parecchi interessanti scritti riguardanti sopratutto l’arte e gli artisti bolognesi. Egli pronunciò queste parole: Parole del Prof. Tiberio Gerevich Eminenza, Eccellenza, Signori e Signore, Mi onoro di portare il deferente ossequio alla memoria del grande Marsili e a Bologna, a nome dell’Accademia delle Scienze Ungherese e del suo Presidente Alberto De Berzeviczy, a nome della R. Accademia Ungherese di Roma, del Museo Nazionale Ungherese, della Società Ungherese di Archeologia e di Storia d’Arte e della Società Etnografica Ungherese. La scienza Ungherese annovera il Marsili tra i suoi maggiori fondatori nei più vari rami scientifici, dalFetnografia e dalla linguistica all’archeologia e alla storia dell’arte, dalla botanica all’idrografia, alla geografia e alle scienze militari. Egli andò in Ungheria non solo come grande Capitano, ma anche come geniale e ben preparato studioso, vivo simbolo della Bologna dotta, continuatore di secolari tradizioni, di stretti nessi culturali tra Bologna e l’Ungheria, seguendo le orme di un altro geniale Bolognese suo parente spirituale, Aristotele Fioravanti, uomo prodigioso, il quale si recò in Ungheria due secoli prima, chiamato dal glorioso Re Mattia Corvino per dirigere costruzioni militari e per ingrandire ed abbellire la sua Reggia di Buda. Gli stemmi di codesto vetusto, ornato, onorato Archiginnasio richiamano in mente le migliaia di studenti ungheresi, che ven-