120 CAPO IV. messi; ma, rimpatriando, domandai il catalogo degli accademici, e fra essi trovai il nome del dotto Andrea Michilli, che poco anzi andava in cavalcata coi birri a fare processi, e ne feci la perquisizione del motivo di così stravagante associazione. Mi fu dimostrato che era nata da violenti comandi di senatori che, per motivi politici, mi fu detto, li avevano data una lettura criminale nello Studio. Quando vidi questa associazione, stimai bene, per sfuggire una volta qualche strapazzo degli oltramontani all’ Istituto, di non fare la proposizione de’ dieci dei più rinomati oltramontani... ». I reclami verbali del Marsili a nulla giovavano, e le denuncie formali alle autorità cittadine, al Legato ed alla Santa Sede, non facevano che procreare interminabili liti che adug-giavano l’animo del generoso ed impaziente generale P). Ma gli si presentò una occasione che gli diè modo di poter imporre una più fedele osservanza delle disposizioni statutarie. (■) I manoscritti marsiliani della nostra biblioteca Universitaria documentano largamente, in tutti i loro particolari incresciosi, quelle fastidiosissime querele. Ricorderò fra i tanti episodii, quello che segui per lo smarrimento dì due volumi di un prezioso manoscritto dal Marsili depositato nella libreria dell’istituto. Smarrimento riconosciuto anche dal segretario, delegato dal Senato alla assistenza a qtìel riscontro di cui più sopra si è fatta parola. Il Marsili naturalmente protestò nelle debite forme contro il disordine che aveva procurato tale smarrimento; ma l’Assunteria dello Studio, invece di prendere i provvedimenti opportuni al caso, accolse per buone le scuse del bibliotecario il quale disse che quei libri certo non gli furono consegnati, oppure furono dallo stesso Marsili preventivamente ritirati. In una protesta al Cardinal Legato Ruffo, il Marsili dà sfogo al suo giusto risentimento con parole che vai la pena che qui si riportino: « Luigi Marsili, avanzo di tante disgrazie, il minimo di tutti li cittadini di questa nobile Patria, è risoluto, a costo di quel poco sangue che gli rimane nelle vene, di voler mettere in chiaro che mai fu capace nè di fare falsi inventari, nè di domandare quei codici manoscritti che irò'n fossero stati correlativamente agli inventarli accettati dal bibliotecario.. » « tutto quello che le leggi permettono in simili casi, è che da curiale estraneo sarà chiesto a quel tribunale che V. S. prescriverà, (non essendovi in Bologna chi voglia intraprendere nè di parlare nè molto meno