16 CAPO I. abbastanza, l’arsenale intatto, esistente nel palazzo del Re Mattia Corvino, i magazzini di polvere, le ghiacciaie, il ghiaccio delle quali per uso pubblico e agli appartenenti ad ogni nazione, sia poveri o ricchi, tutta l’estate due volte al giorno si distribuiva gratuitamente, le porte dove il pellegrino poteva dissetarsi d’acqua ghiacciata, la cucina popolare, di dove ogni venerdì sera (cioè la domenica dei Turchi) avevano pane, riso e delle candele senza denaro tutti i poveri ed i viandanti : i magnifici vigneti e frutteti, i ventidue panifici, le caserme, le torri di polvere da schioppo, la grande scuola costruita in pietra ed annessa alla moschea principale, già cattedrale del Re Mattia, come pure i quattro conventi nei dintorni di Buda, fra i quali quello del « Gtil baba » in cui abitavano al solito sessanta frati ritiratisi dal mondo. E tutto questo con una tale precisione che le relazioni del Marsili non solo completano le notizie del Turco Evlia Celebi — che era a Buda un quarto di secolo prima, nell’anno 1668 — ma in certi punti sono più chiare e precise, come ci si può aspettare d’altronde da un ingegnere. Tutte queste cose sono rappresentate pure in due grandi piante con una nomenclatura in lingua turca, uniche nel loro genere e tanto pregevoli che senza di esse non si potrebbe conoscere la topografia di Buda, durante i 145 anni della signorìa pagana dei Turchi. Dopo la liberazione di Buda, Marsili, rimasto al servizio imperiale, soggiornò anche quattordici anni in Ungheria, dove, avanzando sino al grado di Generale, divenne così utile e stimato, che dopo gli avvenimenti dell’anno 1696 il principe elettore di Baden dichiarò in iscritto « che se nella scorsa campagna si fosse creduto e fatto quanto il Conte Marsili avea proposto, gli Affari di Sua Maestà e la sua gloria particolare sarebbero stati in altra condizione, nè il povero Cavaliero avrebbe sofferto tante vessazioni ». Durante gli anni di questo secondo periodo del suo soggiorno in Ungheria, il Marsili raccolse il ricco materiale che gli diede le fondamenta alle sue opere che riguardano più da vicino la storia e letteratura ungherese. Notiamo fra queste l’unica collezione di disegni colorati dei funghi raccolti in Ungheria, come