489 MD1X, LUGLIO. la zonta, quondam sier Donailo, sier Tadio Conta rini, fo savio a terra ferma, quondam sier Andrea, procurator, sier Zuam Marcello, è'di la zonta, quondam sier Andrea. E di respeti sier Andrea Mudazo, è di pregadi, quondam sier Nicolò, sier Andrea Fo-scarini, è di pregadi, quondam sier Bernardo, sier Antonio Pixani, è di la zonta, quondam sier Marini etc. Vene letere di Roma, di oratori 6 nostri, a horre 22 i/2, date a Castel Nuovo, a dì primo et a dì 2, a Prima Porta, mia 7 di Roma. Seri-veno il lhoro viazo. Da Fuligno, di 28, fonno l’ultime; e partiti, andono a Spoliti et a Terni a dormir, poi a disnar a Vitriculi (sic), e dormir Civita Caste-lana, poi a dì primo a Castel Nuovo. De lì partì quel comissario era con lhoro per il papa, eh’ è zerman di Benier di la Sasseta, e andò a Roma, a meter hordine . di l’intrata lhoro. Et poi, venuti quel zorno, a hore..., lì a Prima Porta per far l’intrata, veneti un messo, che ’1 papa non voleva intrasseno in Roma se non a hore una di notte, e con sumissione, senza venirli contro fameglie di cardinali nè dii papa,justa il consueto, dicendo cussi si consueta a quelli sono sco-munichati e nimichi di la Chiesia e voleno dimandar perdono. Essi oratori mandono dentro il suo secre-tario, Lorenzo Trivixarn ; et Andrea Rosso, secretarlo, è a Roma, li vene a parlar et disse, eri a dì primo il papa esser andato a Hostia con certi cardinali a piacer, e tornerà fin 3 over 4 zorni etc. Et essi oratori scriveno, judichar la lhoro audientia sarà più tarda di quello si pensavano etc. Scriveno altre par-ticularità, e uno aviso auto dii secretarlo dito, à da sier Antonio Grimani, che l’arma’ di Pranza era in mar tra Porto Neptuno et Monte Circeo, la qual è 4 galie sotil, 4 barze, 2 galeaze, 2 bregantini, armata ini Provenza, si dice esser 6000 fanti suso, e dieno andar con l’armata di Spagna, è in Cicilia, non molta perhò, e andar a la volta di Cypro. Di Spagna, fo letere di sier Francesco Corner, orator nostro, di 27 mazo, da Valenza. Chome è lì, e la corte è......., el lui aspetava un seguro, zoè salvo conduto, di Pranza, di poter ve-gnir per la Pranza a Venetia. Item, come scrisse, et non si à ’uto, la serenissima regina ave un puto e il puto morite, con gran doglia di la corte. Item, di l’armata è a Uran, nè si poi partir senza altra pro-vision dii re di altre zente si li mandi, perchè il re di Tremissen, dove mori è reduti, la loria. Et il Cardinal di Toledo e parlido con 4 barze, su le qual à rnenà 6000 mori per mandarli in Granata, presoni fatti, el è tornà in Carthagenia per far previsioni etc. Di Treviso. Dii venir lì di uno trombeta, per aver la terra per nome dii re di romani, qual il pro-vedador l’à posto in una caxa, dicendoli voler scriver a la Signoria avanti l’aldino etc. Et per il con-sejo di X li fo scrito, a lui provedador e al podestà, una letera, cargandoli forle, e di parole dile a Lucio Maivezo e non aver liceutià questo trombeta. In questa matina fo letere di Padoa, di de- 230 * putati. Come erano contenti, nostri venisseno a tuor le intrate, et questo aviso si ave per via di campo; et che padoani, in consulto, si erano levati conira quel Lunardo da Dresano, che voleva tuor dile intrade, dicendo : Non volemo ne sia dà il vasto e messi a sa-cho, li volemo dar l’intrate etc. Vene sier Andrea Arimondo, di Castel Nuovo, per parlar al principe e scusarsi ; non li volse parlar, ni in colegio fo aldito, imo la terra si tien mal satisfai di le sue promesse. A dì 7, sabado. Da matijia per tempo Jo andai a Mestre, con alcuni patricij, el vidi levar il campo per Treviso, con bel hordine. Ma prima eri serra andò domino Luzio Maivezo, per meter hordine di alozarlo, et questa matina, over questa nocte, andò domino Dyonisio di Naldo, capitanio di le fantarie, con la sua compagnia et molti cavali lizieri, con domino fra’ Lunardo, suo governador; sì che Jo non vidi questo, ma viti li stralioti, le fantarie in hordi-nanza, cavali lizieri e balestrieri a cavalo, 13 pezi di artelaria, su charete, mandati noviter parte di l’ar-senal, e casse di balote e polvere, poi le zente d’arme in li soi squadroni, non perhò con elmeto, ma ben armati, le lanze erano questa notte mandate con li cari. Item, altre compagnie secondo li gradi, et di Brandolini e dii cavalier di la Volpe et di Zulian • di Codignola e di Meleagro da Forlì c altri condulieri el la compagnia dii signor Bortolo, soto Zuan Batista da Fan, qual portava il stendardo dii capitanio,. rivolto perhò; poi il conte capitanio predito, in rne-zo di do scalchi dii campo, conte Zuan Brandolim e Zulian di Codignola, con la sua guardia di provisionali avanti. Ma prima dii capitanio vene domino Antonio di Pij col suo squadron. E cussi quella matina passò diio campo, 1’ ultimi fono li provedadori Moro et Grili. Era armato con la curazina, e di sora uno sajo di veludo negro streto, e uno capello di seda in testa. Era etiam sier Pollo Nanni, pagador, con barba tutti 3. E cussi andono a Treviso, vanno con bon animo e a mantegnir Treviso e far fatti. Restò in Mestre a custodia Pereto Corsso con la sua compagnia, fanti... et.............Item, li vene certi slralioli mandali lì di Venetia a starvi a custodia.