194 APPENDICE tere del giovane conte Luigi Ferdinando ; d’altra parte sullo sviluppo dell’amore per le scienze nella famiglia e nel giovane conte esercitò un grande influsso la città, di cui erano cittadini i Marsili. La dotta Bologna (« Bononia docet »), la famosa città delle scienze, con l’atmosfera scientifica e l’ambiente erudito, nel quale la famiglia viveva, lasciò necessariamente tracce nell’anima dei membri della famiglia, e il conte Luigi Ferdinando non potè sottrarsi all’influsso del carattere erudito dell’antica, famosa città universitaria. Se è vero, che l’ambiente eserciti sulla formazione e sullo sviluppo dell’individuo un influsso, allora Bologna, ambiente profondamente e tradizionalmente scientifico, è quella, che oltre ai genitori tanto dotti ed eruditi, inspirò il giovane conte Luigi Ferdinando. In tale ambiente crebbe e si educò egli dunque fino all’età di 15 anni, quando partì con suo padre per Padova e Venezia, occupandosi in ispecie della botanica. Ritornato a Bologna, continuò i suoi studi di filosofia, storia naturale e matematica. I suoi maestri in queste scienze furono famosi scienziati, come Marcello Malpighi l’anatomico, il canonico Lelio Trionfetti botanico e Geminiano Montanari. A 18 anni, nell’anno 1676, perdette la madre, e allora desiderò di vedere Roma, per dove partì con suo zio, il conte Antonio Ercolani. Qui il giovane conte ebbe relazioni coll’astronomo Alfonso Giovanni Borelli e con altri famosi scienziati. La città eterna e i suoi circoli eruditi esercitarono un grande influsso sul giovane conte, il che egli riconosce anche nella sua autobiografia.1 Nell’anno seguente, 1677, all’invito dei suoi amici, il Marsili partì per Napoli, dove non solo visitò in compagnia del Montanari il Vesuvio, ma esaminò e studiò profondamente ogni rarità della natura (« le solfatare di Pozzuoli, la grotta del Cane, l’acqua del lago d’Agnano »).2 Da Napoli partì il Marsili per Firenze, poi per Livorno. 1 Fantuzzi; Memorie della vita del generale Conte Luigi Ferdinando Marmali. - Bologna 1770. p. 4. 2 « Tutto visitò ed osservò attentamente il Marsigli ». Fantuzzi op. cit. p. 4.