163 UDIX, MAGGIO. 164 difendersi et guardar quel regno al tempo di le tur-bulentie presente. Il principe disse che eramo certi di P amor la catholicha alteza ne portava etc., vicle-licet l’arinata fata a Valenza con fanti 4000, et quella di Carthagenia, va conira mori. Di Caravazo, dii podestà. Avisa, chorne alcuni stratioti, per numero ..., dii re di Franza, hes-sendo ussiti di Trevi, per venir versso Caravazo a dannizar, quelli dentro si imboscono e li messeno di inezo, adeo fonno a le man et ne amazono ... et presi 13. Li qual examinati, disseno assa’ cosse dii re, dii zonzer certo a Milani a dì primo; et à soluni 1200 lanze in Italia et X milia fanti, et altri fanti è da drio, ma lui è venuto im pressa; et che dubitano dii nostro exercito, qual si dice è persone 100 milia. Et altre particularità, ut in litteris. In questa matina, in Rialto fo fato una proclama, per li provedadori sora le pompe, zoè sier Stefano Memo, sier Hironimo Venier et sier Bencto Dolfim, che niun non porti più ziponì nè camise a la francese, sotto grandissime pene e di danari e altro, cho-me alias fu preso im pregadi, ma non fu observa-da, borra la voleno observar, per esser questa terra nimicha dii nome francese; non voleno etiam die tal habito si vedi. Ma fo mal im preposito, perchè tutti li zoveni portano camise e ziponi a la francese, et spenderàno più di XX.u ducati per uno a farne di altri, eh’è mal in questi tempi a-dar spexa con tante angario. Noto, che le decime e tansa a la camera d’im-prestidi si va scodando lentamente senza don ; et è sta scosso di le decime do ultime ducati ... milia, et di la tansa ducati... milia. Item, li arzenti si va melando in zecha a furia, et oltra el termine, che compie doman, la Signoria à ordina si vadi scodando col don ancora ; e si melerà la parte im pregadi. Li stratioti, sono a Lio fin qui numero cavalli 350 venuti et zagdari, et ozi fonno mandati a pagarli et expedirli a la volta del campo grando. La nome di capi li scriverò di sotto al loco suo. Item, fo mandà ducati 2000 a’ bolognesi, zoè a li Bentivoy, per far zente; tien certo far novità.im Bologna. Et tuta via vi concore assa’ bolognesi fora ussiti, che stavano in le nostre terre scosi, el con li cavalli soi passavano per mar a Ravena, et la Signoria li dava le barche. Etiam fo mandò in Romagna, zoè a li diti, altri danari assai, chomepiù diffuse scriverò di solo. Da poi disnar fo colegio di la Signoria el savij ad consulendum. E nota, in questi zorni fo man- dato per la Signoria ducali 200 di elemosina in di-verssi monaslerij di monache observante, acciò pre-gasseno Dio per questo stado; et per le chiesie si diceva le letame ogni dì et si fevano oratione. Di campo, fo letere di 3. Dii levarsi in quella matina a l’hora solita et venuti alozar a...... Di Ravena, fo letere di 3, hore 20. Come i nimici, da poi haver dato tre asprissime bataglie et el longo bombardar la rocha di Brixigella, l’hanno auta per forza, quasi tuta.ruinada, e lutti facli presoni quelli che dentro erano, sì homeni come done. Et domino Zuan Paulo Manfron, volendo celatamen-te fugire per la colina, capitò a le mano di Zuan di Saxadello, qual lo fece suo presone ; con el quale, per quanto intendevano da persone venute de campo, che passizava su et zoso insieme a brazo a bra-zo, et a tavola sede el primo soto el signor Lodovico di la Mirandola, gubernator di quelle gente et dii campo tutto dii papa, et è benissimo honoralo et acarezato, e tutti ne hanno piazere, sì de luì come del Tartaro, contestabele, che fu preso, del Bechuti et del Chamajano. El ducha di Urbin ozi si è con-zonto con il campo a un loco, che si chiama San Francesco, distante da Faenza miglia 4, et hanno dado fama voler acamparsi a Faenza domane. El ducha di Ferara, da un canto, con le gente sue con desiderio nel campo è aspectato, et di l’altro Chiapino el Zuan Vitelli con 100 homeni d’ arme, che mandano senesi per ingrossar quel campo, che non è più cha 4000 persone, malissimo in hordine. In questo zorno, in colegio, hessendo seguito gran rumor, che si parlava per tutta la terra di nove, et che si sapeva avanti le nove per la terra cha in colegio, e questo per le letere particular, eh’ è contro la forma di la leze, che non poleno scriver di novo a niun suo parente ni amico, excepto a la Signoria nostra ; et cussi fo terminato scriver letere per tutti li reclori nostri, che non scrivesseno de estero di novo ad altri cha a la Signoria, et in campo a li provedadori zenerali. Etiam scrisseno, ma più risalvadamente, che scrivesseno le bone nove et non le cative etc. La qual diliberation dete molto che dir a la terra, adeo che li rectori più non scriveva. Noto, che ’1 vene in questa terra 1’ altro eri il canzelier di sier Alvixe Bon, dotor, era podestà a Caxal Mazor, venuto con licentia di francesi, per aver la sua taja ducati 200. È restà piezo 'il podestà, qual è a Parma in una torre in castello, al qual il castelan li fa bona compagnia. Dice è presoli di 3 capelanij francesi, videlicet monsignor di Aiegra, monsignor di San Colombam, monsignor di Sanlurs et di Ro-