adunanza all’accademia delle scienze dell’iSTITUTO 131 e a questa immensa battaglia per la conquista della terra e dei beni terrestri che avvolge e trascina quotidianamente ogni opera ed ogni vita. Signori, le ultime parole del Marsili che io vi ho ricordato, queste parole che disegnano, quasi un’accarezzata fantasia, l’ambiente di insegnamento e di studio in cui dovrebbe formarsi e vivere per la sua migliore preparazione il Principe e l’uomo di governo, sono ancora una volta parole d’una viva, calda, candida fede nel potere d’una educazione tutta volta al sapere e alla verità. Col ricordo di questa fede che animò tutta l’esistenza di Luigi Ferdinando Marsili, col ricordo di un’opera e d’una vita spese non soltanto nell’intento di accrescere in pace od in armi il dominio della civiltà e della scienza, ma di fare di tanto prezioso acquisto il maggiore e più ricco dono possibile ad ogni nomo ed ai suoi concittadini in ispecie, mi onoro di essere io qui, ultimo in questa serie di solenni giornate commemorative, davanti a voi Ungheresi, che riconoscete in lui il primo magnifico descrittore in libri e in carte della vostra terra e delle vostre acque, davanti a voi Bolognesi, Autorità, Maestri, colleghi di questa Accademia, che venerate qui oggi la sua figura, risorta col bastone del comando sul cavallo scalpitante e di tra i libri e i cimelii da lui raccolti per ammaestramento ed incremento di scienza, mi onoro di essere qui ultimo a celebrare la memoria, particolarmente sacra in questi luoghi per tutti noi, di Luigi Ferdinando Marsili. Terminata la solenne cerimonia alla R. Accademia delle scienze dell’istituto di Bologna, S. E. Balbino Giuliano e i Delegati ungheresi, accompagnati dalle Autorità, dai componenti il Comitato Marsiliano e da tutte le rappresentanze accademiche, si recarono alla Casa del Fascio dove furono ricevuti dal Segretario Federale comm. Ghinelli coi membri del Direttorio e i capi uffici federali.