LA CELEBRAZIONE DI L. F. MARSILI ALL’ ARCHIGINNASIO 67 Po grande (soluzione che oggi vedremmo attuata, se non fosse troppo presto tramontata la stella del primo Napoleone). Ma in seguito il conte Marsili considerò ancora la questione delle acque del Peno, sempre con vivo senso di praticità e sotto molteplici aspetti. Nel 1717 scrisse una « Istoria fìsica e naturale delle Valli « del Bolognese » che non è stata mai stampata e nemmeno può dirsi compiuta e ordinata a forma definitiva. Della introduzione dell’opera conviene leggere una parte: «La santa ine-« moria di Clemente Vili, ristituito che ebbe Ferrara alla Santa « Sede, volle riempire la palude della Sanmartina, che bagna « le mura di Ferrara valendosi del terreno bolognese portato « dalle acque del Reno che nel Po avevano quel regolato corso, « che l’industria e ragioni naturali avevano procurati li nostri « antenati dall’equità degli antichi Duchi, e perchè ciò proce-« desse fu chiuso lo sbocco del Reno nel Po, voltando le di « lui acque nella Sanmartina, che col riempirsi di terreno ben « presto costituì un continente attorno di Ferrara, che nel di-« latarsi restringeva il campo a quell’acque del Reno, che man-« canti del suo reale antico scolo del Po e d’ampiezza nelle parti « inferiori da spandere le di lui acque hanno dovuto pigliare « un moto retrogrado con regurgiti nelle parti superiori affon-« dando le più fertili campagne, dessolando case, palagi e tempi, « che per il corso di cento e tredici anni ha prodotto danni di « miglioni, e che non sono già compensati dalla bonificazione « della Sanmartina, il di cui valore non è già di 200 mila scudi; « di più questo moto irregolato del Reno ha levato le naviga-« zioni, che erano la maggior ricchezza di Ferrara, nata e cre-« sciuta nel maggior splendore fra l’acque, ed anzi quando la « Palude della Sanmartina si trovava con il maggior splendore « e popolazione, testimonio che la salubrità non li mancava « fra le ricchezze maggiori di ora col benefìzio stesso delle « mentovate navigazioni. « Li nostri antenati da un secolo in qua previdero quella « somma estremità, nella quale il nostro fertile piano territorio « di Bologna sarebbe venuto, insistendo con suppliche appresso « de’ successivi Pontefici, che, volendo seguitare il metodo della