•224 APPENDICE Questa notizia doveva essere fondata; sembra infatti che il Thaly nella sua citata affermazione non si sia appoggiato soltanto ai dati dell’« Archivum Ràkoczianum », perchè egli stesso fu il 5 ottobre 1892 a Bologna, dove sin dal 5 marzo 1892 {n. 1384) aveva scritto perchè si ricercassero atti intorno « alla spedizione marittima progettata » nell’interesse di Ràkoczi nel 1705-6, cosa di cui l’autore di questo scritto potè avere conferma quando consultò il protocollo dell’archivio alla data suindicata. Così l’affermazione del Thaly non è dunque inventata, e ci fu veramente una spedizione marittima, di cui ci dà un’idea più chiara e completa Antonio Aldàssv, il quale fece le sue ricerche a Bologna circa nel medesimo tempo del Thaly, e fra l’altro esplorò anche l’archivio della famiglia Bevilacqua. Aldàssy pubblicò il risultato delle sue ricerche nella « Ma-gyar Kònyvszemte » (Rivista bibliografica ungherese), serie 1892-3 p. 240-277, sotto il titolo: « Ricerche storiche in Italia», e alla pagina 258 dice della impresa adriatica del Marsili : « Il duca di Vendòme maresciallo francese, fece il progetto nel 1706, per un aiuto dei Francesi al Ràkoczi nella sua lotta ^contro l’Austria). Come sappiamo, il Ràkoczi aveva già mandato il barone Vojnovics nella Croazia e Dalmazia per guadagnare questi paesi al suo partito: la cospirazione di Gradiska del 1706, scoperta e repressa dagli Austriaci, fu probabilmente opera del Vojnovics e dell’ambasciatore francese a Venezia, e se fosse riuscita, il Vendòme avrebbe potuto spedire l’aiuto progettato per terra. Siccome la cospirazione non riuscì, bisognava tentare dunque la spedizione per mare. Il Vendòme scelse come capo dell’esercito il conte Marsili, che conosceva le condizioni dell’Ungheria e che era stato già chiamato al principio del 1706, dal duca di Vaudemont a Milano, il quale lo cinse, nel nome di Lodovico XIV, della sciabola d’ufficiale; nel febbraio poi il Marsili, divenuto generale francese, era partito per Parigi, dove il re gli diede udienza. Verso la fine di marzo, le navi francesi arrivarono a Trieste, Fiume, Buccari e altre città litoranee, per esplorare la contrada e la disposizione d’animo degli abitanti. Nel nome del