14 CAPO I. Bolognese, ed in parte nella descrizione monumentale del Danubio, che il Marsili fece stampare nell’anno 1726 in una splendida edizione. L’idea dell’opera danubiana del Marsili nacque in lui fin dal suo primo soggiorno in Ungheria, dove stazionando sulla riva del grande fiume — dall’anno 1683 in poi — il Danubio gli parve un oggetto degno di molta considerazione, cosicché egli formò il piano di una diligente osservazione e di un attento esame sopra tutto ciò che ad esso apparteneva. Dotato di una mente capace di larghissime idee, degne anche a questi nostri tempi di studi scientifici ben sistemati, il Marsili si mise al lavoro, con tutta la squadra d’ingegneri ed esploratori che stavano sotto il suo comando. Tutte le campagne della lunga guerra liberatrice dell’Ungheria dal secolare giogo dei Turchi gli servirono a raccogliere materiali per la sua nobile idea, finché arrivò a compiere la grande opera danubiana che gli recò tanto onore nel mondo degli studi. La colossale opera non è solo importante perchè uscita in sei grossi volumi in folio massimo, ornata di più di 200 incisioni in rame e arricchita della pianta geografica dettagliata del Danubio, ma anche, perchè fino a quell’epoca non avevamo nessun lavoro simile sull’Ungheria. Il Marsili descrive in essa il paese dal punto di vista etnico-geografico, climatico ed astronomico, e descrive pure i vari popoli e le loro lingue, le ricchezze del suolo, le antichità, la storia del regno d’Ungheria, ed in una parola tutto ciò che vide, sentì, apprese e raccolse, disegnò e fece diregnare durante quei venti anni che visse in Ungheria e tutto questo con tanta esattezza, erudizione e bellezza, che merita ammirazione e rispetto universale. Questa opera del Marsili fa fede ch’egl! fu non solo valente geografo e astronomo, conoscitore dell’idraulica e della Fisica, ma fondato ancora nella Storia e nelle antichità, come pure nella zoologia e nella botanica. Certo farebbe gran meraviglia che in uomo libero di attendere agli studi, fosse tanta copia e varietà di dottrine, ma questo non sarebbe credibile in uomo di guerra, se gli scritti dal Marsili lasciati non ne facessero testimonianze. Ma a noi Ungheresi interessa in prim’ordine il fatto che l’opera