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MCCCCLXXXXVIU, OTTOBRE.
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havea, che ¡1 ducha di Valenza si aspectava fra 4 zorni; et che il cavalier Tentula era a la corte dii re di Franza, e pratichava acordo per il re di romani. Item, mandoe una lettera dii re di Franza, scrita a domino Zuam Jacomo Triulzi in Aste, che li dimandava el desegno di Lombardia, et avisava come seguiva le cosse dii re di romani, et che non dubitava che presto manderà aviso dii tutto. Tamen è da saper, per molti avisi si havea, el predato re di romani non farà acordo con Franza nè pace, se non ve include dentro el ducha di Milan ; et il re mai non la farà per haver gran noja di ditto stado.
    Di Milan di 13. Come il ducha dovea tornar di Santa Maria in Monte a dì 15 over 1G, et facea far 200 homini d’arme nuovi : atendea a scuoder danari a furia per far fati ; havia comandato che tutti dii suo dominio, che atende al mestier dii soldo, non debbi andar a conzarsi fuori dii suo paese, sotto pena di rebelion.
    Da Crema, di sier Hironimo Lion cavalier, poile-sliì el capitanio, di 13. Vorìa danari per compir la fabricha. El come quel zorno a bore 20 in Geradada era sta fato una crida per nome dii ducha di Milan, come ho ditto di sopra, e più che le zente che hanno stipendio con altri signori vadino a suo commissario a Caravazo a darsi in nota, et non vadi a servir altri, sotto pena etc. Et per uno prete venuto da Pavia havia inteso che lui aldite la crida, che ditte zente non si conzi proecipue con venitiani, soto pena ai llio-ro padri di esser tratati di rebelli, et come molti zenthilomeni, haveano soldo, erano andati dal ditto comissario a Caravazo. Or inteso questo per il collegio, fo scrito per le terre nostre dovesseno publichar niun nostro subdito si vadi a conzar con altri, sotto pena eie.
    Da ìirexa, di relori, di 14. Come in execution di lettere di la Signoria nostra, haveano convochà il suo conseglio et proposto di far li 300 provisionati, per uno mexe et mezo. Et di 91) citadini erano venuti, have solamente tre ballote di no, e fo posto eliam l'angaria di guastadori et schiopetieri. Eliam vene lettere di Verona di questa materia.
    Da \ icensa, di sier Hironimo Capelh provedador per le. camere. Come havea trovato do scrivani ; havia tolto assa’ danari aspetanti a la Signoria nostra : zoè Marco da Mozam ducati 600 di quella moneda, et Prodozimo di Colti et uno Zuam Gclazo, qualli haveano intromessi.
    Da, Fiorenza. Piero di Bibiena portoe una lettera di 13 in zifra scrita, molto copiosa. Come in quella terra, maxime la parte di Piero de’ Medici, erano
sussitati per le gran provision feva la Signoria in mandar il marchexe di Mantoa a Pisa, et venendo valide si otegnirà, et la compagnia di la corona si mostrerà. Et come la note avanti era sta udito in li quatro quartieri di la terra alcune voce palle, palle, et che Strozi, Nerli et 1’ Orsini con l’orator di Milan la note andono a palazo di signori, lamen nulla se- ' guite. S’il campo nostro fusse passato di là, saria seguito gran rumori in Fiorenza. Et che el ducha di Milan li havia scrito di ajutarli, et Paulo Vitelli havia scrito : non sarà fuora novembrio che haverà Pisa, et che atende a serarla, et fazi il ducha di Milan togli li passi a li nostri, el qual diii mandar 200 homini d’arme in lhoro aiuto. Item, senesi non sono ancor in acordo per esser in Fiorenza ancora li fo-raussiti, quali doveano esser mandati fuora et non erano sta mandati.
   Noto. Questa matina, in quarantia criminal, parlando in una causa sier Lorenzo di Prioli avogador di comun, et dicendo di sier Daniel Zucuol dotor avochato certe parole, si ritrovava lì sier Beneto Belégno, quaranta criminal, zenero di dito sier Daniel, qual rispose a l’avogador cussi su li banchi adeo esso avogador si tene inzuriato. Andò da li cai di X et pocho manehoe non seguisse mal assai, et eliam mi ricordo che per haver dato uno schiaffo in l’ofi-cio di l’avogaria a uno sier Jacomo Loredam fo di sier Piero, esso sier Beneto fo intromesso per sier Domenego Bolani dotor et cavalier avogador di comun, et menato in pregadi. Tamen, Deo ipso adiu-vanle, non fu preso di procieder.
   Ancora questa matina fo divulgato che sier Vi-cenzo Valier, pagador nostro a Pisa, a dì 9 era caduto da cavalo, et frantumatosi la testa stete 8 hore che non parlò. Tamen nulla da li proveditori si have ; tamen se intese per lettere di Anzolo Trivixam fiol di Bernardin, pifaro e secretano di sier Domenego Malipiero.
   Et essendo pregadi suso, vene lettere di Antonio 17 * Vincivera secretano a Bologna di 13, di lai nuova dii marchexe di Mantoa esser acordato con la Signoria, e tutti li nostri amici si ralegrava, e inimici si dolevano e non lo credevano. Hanno speranza nel ducha di Milan. Diceano : « La Signoria ha poter e valer et il ducha poter valer et saper. » Item che il signor misier Zuane Bentivoy havia dato il passo a G0 cavali lizieri di Frachasso, andava in Romagna, et esser avisi de lì da Fiorenza come quella terra è al verde di danari, et la spesa esser reduta in quatro borse, et che Paolo Vitelli lhoro capitano li promete darli Pisa per tutto decembrio ; ma che andando