545 MCCCCLXXXX1X, MARZO. di merchadanti per li qualli erano sla mandali alento che uno Spandolin va vestito a la grecha dia ha-ver da sier Piero Trivixam da la dreza certa summa di danari, et lo à sententiato, e dato l’ubligation dii stabile et ditti consoli non voleva dare execution a la sententi». Or fo fato per il principe rebufo a li consoli, et dito si dia far justilia a tutti, e ordinato lo expedisseno. Vene l’orator di Urbim e mostrò una lettera dii suo signor, che li scrive : haver scrito a misicr Donnino è in Bibiena in risposta di sua, ringratiando il voler star di lì, è cussi li altri soldati, e-voi stagi in tulo a obedientia dii proveditor. Vene misier Zuam Lucha da Ponlremolo, per nome dii dueha di Ferrara, et dimandò, atento che domino Cristophoro Alberigo doctor lezeva a Padoa et bora leze a Ferrara, qual era venuto qui col signor, havesse certa lite e fo fato sententia per sier Polo Barbo Ime podestà a Padoa, la qual dia esser menala a la quarantia, prega la Signoria sia prolon-, gato il termine fin al mexe di avosto; et cussi li fu concesso. Poi vene il secrelario dii signor e dimandò di certo Bonifacio da la Badia. Da Castel Delze di proveditori, di 18. Come spagnoli fanno remori ; et inimici sono a la Pieve, et a le fanterie danno carlini tre per uno ; e il conte Checo è in mala disposition con Paulo Vitelli, era con fanti 220 a Montedoglio ; et che essi proveditori haveano terminato far cavalchar ozi li stralioti ai lochi vicini, e non voleno senza danari. Item, esser li uno messo di Nicolò di Monte Alboto, qual dice esser zonto a far con li fanti, quali non voleno venir avanti senza la paga ; et doman si farà la mostra di alemani e spagnoli. Et che la compagnia dii conte ha-via comenzà a dimandar danari, et già 100 ne erano partiti. De li ditti, di 19. Come ha di Bibiena di 18 esser grani neve e nulla si poi far. Et li scrive il proveditor di Bibiena poi costizar fino a pasqua. Et il conte di Pitiano abuto lettere dii suo secretano, è qui, come si fa querella di lui che non facea nulla, et si ha dolto con essi proveditori dicendo lui non promesse se non cosse generai. Item, dimandano danari per la paga. Et da eri in qua li tempi si conza ; et che loro proveditori si haviano excusato col conte dicendo el vulgo diceva, et non la Signoria, di la qual soa ecceleutia doveva far fondamento ; et che 218' il ùmici hora declinavano, e saria da far faconde. Item, avisano a dì 22 dii mexe sarà il tempo di la paga ; dubitano spagnoli non si parlino; ha lettere dii signor di Rimano e da Basilio da la Scuola voi danari per I Diarii di M. Sanuto. — Tom. II. quelli è con l’art ilarie el li Bajoni et quelli del signor Carlo Orsini stati ivi intorno alozati voi danari. Et come Bernardo da Bibiena li hanno ditto saper in Bibiena esser ascoso stera 150 fermenti, et lhoro l’hanno scrito al proveditor. Di Bibiena di sier Piero Marzdlo, di 17 et 18. Si duol di la tardità dii socorso ; dice si el ducha di Urbim fusse di là tutto il mondo li daria adosso ; aspeta la resolution di esso ducha zercha le sue zelile. Item, come ivi era, computa li infermi soldati numero 900, et era tra morti e fuziti boche 150, et che fa far el pam con mestura trovata, sichè potendo aleviar parte di la zente scoreria fino a le feste. Et che quella parte di le zente di Urbim voleano mandar via, temono passar, et li capitani inimici li promete etc. El misier Mariano di Pisa quela note fu con alcuni sora Popi, preseno bovi C e animali minudi 130 e alcune some di farina e pan ; li vene conira alcuni vilani e soldati, fono a le man et fu feriti do di nostri et di lhoro 4 amazadi et alcuni presi. Item, manda do lettere scrite per domino Hironimo di Gagliofi da Castel Delze al signor Bortolo d’Alvia-no, e lì in Bibiena, di 14 et 15, la qual dice cussi che l’acordo si praticha e lui fo in tempo e venga fuora, e il socorso directe non si poi dar, et la diferen-tia di Paulo Vitelli e il conte Ranuzo à servito la Signoria. Non sperate in li armici, nè in fanti, nè in parole zercha conservarsi. Item, el magnifico Piero scrisse di 14 da Castel Delze a Juliano suo fratello, era lì a Bibiena, in conformità si tengi tutta la seli-m'ana. Di Marin Bianco sora la munition vene lettera la qual non fo letta. Da Pisa di proveditori, di 16. In conclusion vo-lenò danari. Et una poliza di sier Fedrigo Malipiero proveditor, qual era in galia, et scrive sier Piero Duodo proveditor in Pisa, che uno zenovese chiamato misier Imperiai li voi dar grani a ducati 4 el ster, termine uno anno a esser pagato a Venecia, et li darà some mille. Da Verona di sier Hironimo Capello proveditor per le camere. Come havia mandato di lì in tutto zercha ducali 800, et è parte dii debito di Bortolo Cendra, et voi libri di Padoa di Renier Venier fuzito. Da Modo in di sier Antonio Don capitano e prò-veditor. Voi monition etc. Et intrò li cai di X mandati tutti fuora, e altre lettere non fo lete. Et da poi disnar fo consejo-di X con zontadi collegio. • A dì 24 marzo. In chiesia di san Marco fo el principe per esser la domenega di 1’ Olivo, con il 36