887 MCCCCLXXXX1X, LUGLIO. 888 romandi di la Signoria nostra, et voria che lo istate le zente slesseno a le lhoro stancie deputate, acciò in / un ponto si potesse redurle a lina. Fo ringraciato el conte di la oferta et dii suo bon voler, et di l’altra si consejeria. Da Ferrara, di sier Bernardo Bembo dolor et cavalier vice domino, di 3. Come dcrlì si diceva di la incursion fata per turchi a Zara, la qual nova la ampliavano, et il signor li à ditto farà far ora li on. Da Udene, di sier Domenego Balani luogotenente, di 3. Dii zonzer lì dii Zanchani provevador con alcuni stratioti. El eliam di sier Andrea Zanchani pro-vedador zeneral in la Patria, dii zonzer a Udene. Et è da saper fo electo per collegio Antonio di Fabri, vadi contestabele a Gradisca. De li consorti di Zopola. Fo loto una lettera scri-ta a la Signoria, dubitavano di turchi, tamen zercha le taxe, etc. non voriano. 346 ‘ Di Caodislria, dii ■podestà, di 3. Dice haver ex-ploratori fuora per intender dei turchi, aricorda li sia mandate la munilion. In questa matina fo balotà munition per Caodi-stria et Antivari, castigate le polize per l’hordine nostro, et do page a le zente d’arme vano in Frinì quale sarano notà di soto, et ducati 80 da mandar in Caodistria per la custodia di Montona et Castel-novo ; et per collegio fo terminato dar a Zuam Grie-go balestrieri 100. Vene li do executori sopra le cosse di mar, dicendo li patroni non si potevano expedir, unde, consultato, fu decretà far un mandato che siano serviti a li camerlcngi, a conto dii suo, di ducati 1000 l’uno, et quelli manchono a spazar fu sier Giusto Guoro. Da poi disnar fo collegio ; andai dal principe, et aricordai saria buono armar caravele, quale molte sono di qui, et si armeria con pocho, et ditta cossa a soa serenità consonò. Da Fdtre, di sier Mathio Barbaro podestà et capitano, di 4. Haver nova sguizari verso Meram si ritrovavano a Corno mia 30 lontan, et danizavano, et il lhoro campo esser persone 20 milia; et quello dii re di romani, è in Val Venosa, persone 7000. Di Udene, dii luogotenente. Di haver dato danari al provedador Zanchani zonto lì, qual va a Gradisca per pagar li fanti sono lì, et haver otenuto nel con-sejo di quelli castelani di spender ducati 200 di danari di la comunità a P anno de l’intrada lhoro, per reparation di le mure di la terra. Et fo fato questo per. aricordo di domino Nicolò Savorgnam ; e che li feudatarii, aràno li cavali lizieri, dicono sono ubligati lenir, el si poneano in bordine. Di sier Andrea Zanchani provedador in la Patria, da Udene. Come ha via auto lettere di sier Mario Boldù provedador di Gradisca, che a Duin era venuti 100-homini d’arme dii re de’romani e si aspeta di li altri. In questo zorno in collegio, fo consultato di trovar danari, et aricordato molte provision, prcecipue per sier Alvixe da Molin. Zente ordinale andar in Friul. El signor Carlo Orsini .... cavali 600 Conti Brandolini......» 140 Li Coleschi........» 100 Tuzo di Costanza......» 100 Ruberteschi........» 270 Zuam Griego, balestrier a cavalo . » 60 Franco dal Borgo, balestier a cavalo » 42 In questo zorno, sier Zuam Malipiero soracomito partite de qui. Et è da saper, adeo tante monition si trazeva da l’arsenal per mandar in diversi luogi, che restava l’arsenal mal in bordine, pur si conveniva mandar; era tane patroni a l’arsenal sier Francesco Zustignam, sier Piero Moro, sier Alvixe di Garzoni. A dì 6 lujo. In collegio. Vene sier Alvixe Bon fo di sier Otavian venuto da Ragusi, ove fu a di 27 zu-gno, e intese da quelli signori, quali inteso era zenti-lliomo li volseno parlar, e li commesse andando in Alexandria, come andava, che dovesse dir al capitano zeneral come turchi si adunava in Scopia et erano per venir a’ danni di la Signoria nostra, e l’armata veniva verso Corphù, e che uno merchadante nostro incognito era in Scopia, e li altri mercadanti retenuti in Pera. Et partilo de li con uno gripo, esso sier Alvixe Bon, per andar a Corphù, intese esser alcune fusto a Caoducato, e dubitando ritornò a Ra- 347 gusi, dove intese che a dì 28 poi lhoro ragusei spa-zono quel suo messo a la Signoria nostra ; et lui partì a dì 29 da Ragusi, et intese turchi di certo venivano a’ danni di la Signoria nostra verso Cataro. Et ragusei haveano da Constanlinopoli, di 15, di la partita dii signor de lì per Andernopoli e vien in Scopia. Et che a do di questo zonse a Zara, et vele turchi non esser partiti de lì, et erano mia uno lontan; quelli rectori li dimandò danari, ducati 100 ge li dete, et li oferse darne ducati 1000 quali con lui havia, non li volseno. /lem, dimandò ducati 10 spesi in barche per venir presto, e li fo dati. Et portò lettere di Nicolò Gondola da Ragusi e di l’abate di Meleda da-