/ MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE. 8 Nicolao Bonafìtle nuncio dii pontifice a tuor licen-lia, et concordoe ivi con li provedadori al sai la materia di sali del Benvegnati da Perosa etc. Et fato li capitoli, ditto nuncio expose come el signor di Chamerino voria poner soi fìoli con la Signoria nostra a stipendio. Li fo risposto non esser tempo al presente, et cussi, tolto licentia per ritornar a Roma, li fo donato e ballota in collegio una peza di zam-beloto paonazo, qual costò ducati 28. Vene eliam domino Laurencio Suares orator yspano, et nolifichoe haver auto licentia da li soi regali di repatriar, hessendo stato fuori di caxa soa cinque anni, el qual solimi fo nel principio chiamato dal suo re per doi mexi; et che soa moglie era stata causa di haver auto la licentia. Tamen, staria ancor in questa terra 15 giorni, per metersi in hordine; et si da’ fiorentini veniva la reso^ution, come si aspecta-va, perchè era do oratori fiorentini qui per tramar acordo et se interponeva ditto orator yspano, era contento restar altri 15 zorni, sichè staria uno mexe. Li fo risposto per el principe laudando la sua bona voluntà et disposition, et che si vederia la risposta de’ fiorentini. Àncora, vene domino Antonio Palmerio dotor e eavalier, orator dii re Federico di Napoli, qual ha una lingua molto expedita. Et disse coniti el re suo, per l’infiniti oblighi havia a questa Signoria era suo fiol, et notificava corno mandava in Franza per visi-tation de la figliola che ivi se ritrova, chiamata madama Cariota, uno orator chiamato domino Antonio Frixon,con trenta cavali, et che pertanto rechiedeva la Signoria volesse scriver ali nostri oratori in Franza residenti, che, in quello potevano, dovessero a domino Antonio predicto dar favore apresso la regia ma-jestà. Li fo risposto sapientissime per el princip ■ nostro , comemorando quello havia fato questo stado per la majestà dii suo re et per conservation de Italia. Et fu fato cassier; balotati li savii di terraferma tutti, et rimase sier Zorzi Corner el eavalier per do mesi, benché erano do cassieri electi per pregadi, zoè sier Andrea Suriam et sier Piero da cha da Pexaro, qual ozi eliam introe. Dapoi disnar, fo pregadi et leto lettere infrascri-pte, zoè : Da Ferara di sier Bernardo Bembo doclor, cavaliere vicedomino nostro, di 29 oclubrio. (?) Dilzonzer li de Italiani da Carpi nostro condutier, con parte di la compagnia qual va a Ravena. E la sera poi zonse li el conte Zuam Francesco di Sanseverino conte di Cajaza con 100 cavalli et tre burchi di fanti cargi, venuti per Po, et il resto di sue zente vien driedo, venuto per nome dii ducha de Milano, et subito se parti per seguir dicto Italiani da Carpi et svalizarlo potendo. Ma il nostro vicedoniino fe’ subito far lettere di passo, et comandamenti per nome dii signor a li passi di Po che li nostri fusseno li primi passati, sichè niun danno sequite. Et il ducha di Ferrara lane si ritrovava a Volane a pescar, a’ soi consueti piaceri. Da Pisa di 25 septembrio, lettere di ser Piero Duodo e Ser Donieneyo Malipiero provedadori nostri. Come fiorentini erano levati col campo da li 2 campi di Vorno et andavano a Librafata, locho tenuto per nostri. Et che luchesi li danno passo e vi-tuarie. Dimandavano essi proveditori ducati 10 milia per desviar li fanti nemici, et ducati 20 milia per dar la paga a le nostre zente ivi erano : et za bona parte di danari era in camino et se li mandava. Item, forno nel bastion di Librafata era fanti 1000 nostri. Et che Vitelozo Vitelli et il conte Lodovico da la Mirandola andono avanti verso Librafata, et che inimici hanno fanti 6000 et cavali lizieri 1500 et homeni d’arme 500. In conclusione, quelle cosse stano malissimo. Et che quel bastion di Montemazor che signoriza Librafata era ben munito ; et che inimici erano signori di la campagna et nostri stavano in borgo di Pisa. Et poi, hessendo pregadi suso, vene lettere di li ditti proveditori, di 26, come sier Vincenzo Valier pa-gador, con li stratioti andava molestando inimici. Tamen che lhoro andavano per acamparsi facendo con-dur et tirar per monti le artilarie, quali volevano piantar per haver Librafata. * Di Val di l’ Arno, di sier Jacomo Venier prove-ditor, date a dì 30 septembrio. Come Zuam Paulo di Manfron, condutier nostro, havia preso 60 fanti ymo-lesi atorno la rocha di Marati, et che dimandava fanti, munition e danari. Item, dii zonzer lì in campo dii ducha di Urbin governador nostro, con la sua con-duta di homeni 250 et provisionati, et sier Piero Marcello proveditor ; et di consulti fati insieme zercha il tuor la rocha e poi andar al fogo, et poi ariano li passi aperti : et che nel consulto erano el ducha di Urbino, el magnifico Piero di Medici et Juliano suo fratello, el signor Bortolomeo d’Alviano, Paulo Manfron, domino Hannibal Bentivoy da Bologna et uno Guidarelo da Ravena, et essi proveditori. Item, come el comissario fiorentino, era in Marati, et Dyonisio di Naldo erano ussiti di la rocha et andati altrove ; et che il conte Ranuzo di Marzano li veniva contra al borgo San Lorenzo con le sue gente et quelle dii signor di Piombino erano a stipendio de’ fiorentini ; et perchè nostri chiedevano vituarie et fusse fato uno fontego a Brixegele locho dii signor di Faenza in