55 MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE. 56 lario nostro. Dii suo zonzer ; il qual andoe per la via di Padoa incognito, et introduto insieme col Vinci-vera dal signor misier Zuanne, et exposo il desiderio di la Signoria di haver il passo per quel di Bologna, rispose : lui non esser signor di Bologna ; et la matina, che fu a dì 20, chiamato li 16 deputati al governo, mostrò di consultar, do di li qual veneno a caxa di essi nostri secretarli dicendo non poteano dar il passo,, ha vendo capitoli con fiorentini di questo molto stretissimi, ai qualli non volevano contrave-gnir, excnsandosi etc. unde esso Zorzi Negro si partiva et ritornava qui. Di Zenoa dii secretorio di 15. Di certo danno fato per uno zenoese eli farine a’ pisani. È stato dal governador et non le .poi recuperar, e voleano li-centiar de lì l’orator pisano ; lumen ancor non 1’ ha-veano licentiato. Il governador voria Pietrasancta, qual luchesi tiene. Et che domino Joanne Alvise dal Fiesco si racomandava. Et de lì si diceva il cornlur dii marchexe di Mantoa dava che dir a molti. Item, mandoe lettere di l’orator nostro in Spagna, de lì capitate. Di Spagna di sier Domeneyo Trivixam cavalier orator nostro, di 8 setembrio, date a Saragosa di Radon. Come a dì 3 partì de lì el re di Portogaio zene- 22 ro di le regie alteze, per ritornar nel suo regno ; et in quel zorno fo batizato il nepote dii re fiol dii fìol, et li fo posto nome don Michiel, da quatro compari qualli sono il ducha di Nazara, l’arcivescovo di San Jacomo, la duchessa di Cardona et la contessa de Aranda, nel palazo de la Giafaria, el qual putin fo portato a la chiesia, per la terra, sotto una umbrela damaschin bianco, et fo batizato dicendoli queste parole : si non es baptizalus, ego le baptizo. L’alteza dii re havia un poco di terzanela. Et che quelli non haveano jurato fedeltà ancora, et il re li havia promesso non si partir che resterano contenti. Item, che ancora non era zonta la licentia che li fo data dovesse ripatriar. In questo zorno, a dì -22, nel consejo di pregadi fo preso che fusse fato do decime al monte nuovo con don di.... per cento, et la prima fusse astreta per tutto mercore eh’ è a dì 24, poi sia tirà le ma-rele sotto, et sia mandata a le cazude dove si scuo-da, li 8 zorni senza pena, e da lì indriedo si scuoda con pena. Et bave solum 26 balote di no, atento il bisogno di danari havia la terra, et su la spesa grande si era. Item, fo messo parte per li savii che la conduta dii conte di Pitiano comenzi a dì primo decembrio proximo, babbi ducati 50 rnilia per anni do a l’an- no, et uno di rispeto, in libertà di la Signoria ; et qui fo gran disputatione, et fo referito per sier Nicolò Trivixan savio dii consejo, era in setimana, le parole havia ditto esso conte in collegio, et fo terminato remeter a doman a expedir, et comandato secretissima credenza, et dato sacramento per li cai dii consejo dì X, a bancho a bancho, acciò non se divulgasse per la terra fino non fusse expedito. A dì 23 octubrio in colegio. Vene uno orator dii signor Astor de’ Manfredi di Faenza chiamato domino Job Bianchelo dotor, con lettere di credenza, et sen- ■ tato apresso el principe, expose come quel signor si racomandava a la Signoria nostra, pregando li fosse mandato qualche dinar per dar a le sue zente, erano in campo ; et li fo risposto per el principe si vederia di darli danari, eie. Vene il conte di Pitiano, qual disse la soa resolution era questa firmissima haver adesso ducati 12 rnilia che resta ad haver, et. 100 homini d’ arme : zoè resta ad haver per raxon de li soi capitoli per il tempo manchà fino al principio di la nuova conduta voi far la Signoria, et poi babbi ducati 50 milia a l’anno. Fo risposto per el principe soa signoria si doveva contentar di la diliberation fata, per esser fiol et carissimo di questa Signoria. Vene l’orator di Mantoa domino Antiocho et Donato di Preti, et exposeno pur la voluntà dii suo signor esser di haver il titolo qual stimava più che alcun danar, et che frate Ilironimo era zonto venuto di Mantoa, et amalato, per i strachi, in cha d’Alban. Da Mantoa di sier Nicolò Foscarini proveditor. Vene eliam lettere di 21 di consegli fati con il marchexe e condutieri, qualli concluseno l’andata esser pericolosa, et visto il disegno e le vie si poteva tenir, tutte difficilime per li streti passi, tamen che volendola Signoria che andasseno, erano presti ad andarvi ; et il signor dimandava li ducati 5000, qualli erano sta mandati, et si doleva che li ori erano scarsi. Li fo scrito quelli mandasse indrio che fosseno scarsi, che se li incambieria, et il diffeto non era nostro. Da Crema tre lettere di 21. Come el ducha non 22 * facea altro a quella bastia di Ceredo, et che venia uno coritestabele con fanti a Lodi, et il comissario ca-valchava per la terra facendo provision, el referendario zoè camerlengo andava inanzi e indriedo, domino Francesco Bernardin Visconte partì da Sonzin andò a Romanengo, et domino Scaramuza Visconte in parmesam, domino Galeazo et Antonio Maria Palavicini su le rive di Ojo. Item, come era sta retenuto uno nostro corier a Lodi, che portava lettere di Zenoa a la Signoria, et il comissario tolte le man- .