753 chescha; e lui dimandò oltr.i le zen te e danari, à dito di poter trar biave; li fo risposto ut supra, ne bisognava a nui. /lem, poi dimandò ehe rompendo essi 2t)0 sguizari guerra al dutha di Milan, piando qualche terra o castelli, la Signoria nostra li permcta di darli ajuto a conservarli. Li fo risposto non esser tempo; et cussi fo licentiato ; et per il collegio li fo donato ducati 15, e si parti. Vene li tre provedadori deputati sora le exation di danari, et sier Luca Pixani, et sier Antonio Valier zurono la consejeria, et el Valier volse baver in nota el capitolar di consejeri, et cussi Bernardin di Ambrosi, li fece uno sumario. Item, presentono li libri di debitori, et prwcipue raxon nove, che sono assai. Da Rovere, di sier Nicol) da dia da Pexaro podestà, di 23. Come havia nova agnelini esser in campo in la vai di Venosa persone 14 milia, contra l’exercito regio. Et per uno tornato in quella bora, 23, ha nova ditto campo regio esser roto, tmien avi-sera il tutto per uno suo che di bora in bora aspe-ctava zonzesse. Da Verona, di sier Jacomo Lion, podestà et vice capitano. Come quella camera andava mal, et consultato in collegio, aleuto in gran consejo si havia fato do volte capitano de li e niun non passava, fu scritto a sier Ilironimo Capello, provedador per le camere, era a Bergamo, ritornasse a Verona a veder quella raxon di la camera, per non esser capitano. Da Ferrara, dii vice domino, di 22. Come domino Latino di Pii episcopo, cugnato di l’rachasso, li havia parlato che ditto Frachasso voria venir a soldo di la Signoria nostra, e mostroli una lettera, li havia scritto, e disse voler esser contra Milan, di la qual qui mandoe la copia, /lem, che quel signor si acorzeva haver fato mal contra la Signoria nostra, per li mali consultori, unde andava per la terra a brazo con l’ora tor de Milan, di la qual cossa assai de lì si parlava, et etiam si dicea desiderava saper l’exito di Franza e ognun dicea la sua, zercha el venir o no. /lem, dii banco di Lipomano, era sta parlato e tenuto gran lenzon, dicendo di Pixani etiam seria, se la Signoria non fusse sta pieza di ducati 400 milia, con li cai dii consejo di X; e che in chiesia parlando con alcuni esso vicedomino fe gran discorsi e biasmò a Lipo-mani, tamen, disse niun perderà il suo, e cussi à ditto con missier Thebaldo, qual per nome dii ducila li parloe di questo. Item, che il Po era cressuto più el fosse mai, e havia fato 4 rote, et anegato molte pos-session dii signor verso Bologna, e havia fato gran danno. Di Padou, di rectori, di 24. Zercha li cavalli / Viarii di M. San ero. — Tom. li. 754 tornali di Franza con li oratori, quello habino a far. Li fo sonito li desse a li condutieri. Di Caodistria, ili sier Alvixe da Molla, poilest i el capitano. Mandava la compartition fata per tinelli castelli per l’armar la galia de li. In questa matina fo dato audientia a molti, e co-messe le expedition al nostro bordine. Et fo terminato, per collegio, tuor la nave di sier Alvixe Malipiero q. sier Stefano proeurator e compagni per ducali 550 al mexe, e ordinato armi, et se meleria la parte. Item, sier Antonio Codio voria ducali 500 al mexe, non poteva star con ducati 450, tamen niun tli savii volse tuor la sua nave, se non come dirò. Venne 1’ orator di Urbim, essendo el principe in piedi per andar a caxa, et disse zercha la caxa fusse preparata. E andato fuori alcuni di collegio lo'voleva honorar, altri no, eie. Item, fo expedito et balotà, por aricordo mio, ili mandar una l'usta, è in arsctiul, a Voja, la qual do li sia armata por custodii» di quella isola ; et cussi fu fato il buletin. Da poi disnar fo consejo di X, con la zonla di danari et collegio, per far certe ubligation acadeva far maxime a li zutlci. Et ozi andai a Lio con Francesco Duodo rasonato et Zùam Filipo Aureliano, e ilei la mostra tli Za-non da Colorilo, di fanti 250 ben in ordino, e tolto el nome suo, dii patire e il signal, fono imbarchati, vanno con la nave Pandora ; et l’altro di la nave Grimana, andò via con Jacomo di Tarsia. A dì 2G mazo. In collegio. Fo aldido la diferentia 296 * di sier Marco Malipiero, cao tli XL, era a la bancha rimasto con sier Sebastiano Zeni oao imbossolato : e questo perchè volea intrar ozi a la bancha che si fa zeva per la bancha,. e tandem poi disnar in cheba, con bossoli, fo terminato con il Zem aileo have pa-cientia, et il zorno da poi convene intrar per cinque zumi. Vene l’orator dì Urbim, dicendo ; el signor suo sera presto qui ; unde fo ordinato a li oficiali di le raxon vcchie fazino conxar la caxa dii marchese di Ferara et doinan in pregadi si terminerà di darli il bucintoro. Et il principe prima si lezese alcuna lettera, parloe di debitori; et haver visto i libri prcsentadi eri per li provedadori sora la exation, maxime raxon nuove el governadori por conto di 30 et 40 per 100, el che ne erano assaissimi richi, adeo la terra' andava in perdita si non si provedeva. Parloe sier Constantino di Prioli, savio dii consejo e sier Marco Sanudo, savio di terra forma, tamen nihil concluso. ■18 MCCCCLXXXXIX, MAGGIO.