365 MCCCCLXXXXIX, GENNAIO. 366 Ripoi parti per Zenoa per esser con l’orator dii re. 11 morbo era pur a Napoli e in qualche parte dii regno; et che ’1 re fin hora non havia fato pre-paration di caxa per 1’ orator nostro andava : voria • fusse fabrichà la cha di San Marco. In questa matina fono andati tre di collegio a Rialto a solieitar il scuoder a le cazude, governadori e raxon nuove, zoè sier Francesco Foscarini consejer, sier Zuam Morexini savio dii consejo et sier Batista Zustignam savio a terra ferma, et fo balotà ducati 3000 che eri fono tolti dà le procurale di le decime per mar, per mandar in campo. Vene il nuncio dii principe di Salerno domino Antonio Colla, et presentò una lettera dii principe Antonello di Santo Severino, data a San Costanzo a dì 17 di questo, mia G lontan da Sinigaja, et era di sua man propria drizata a esso secretano. Come havia inteso per sue lettere la Signoria non lo aidiva zer-clia darli la provisione et perder parole senza fru-to ; per tanto li scrive insti per tre zorni la resolution di ditta provision, e poi si lievi et domandi li-centia di andar altrove : esso principe tamen sari sempre di la Signoria, et il resolversi di li 33 poliedri, è a Monopoli, di li qual come disse esso secretano voi ducati 30 dii pezo : et fo ordinato per collegio darli al conte di Pitiano che li volevano a conto di suo page. Or conclude, non havendo la re-148’ solutione expressa di la provisione, passati li tre di dice venite via, et non si disperarerno, ma prenderemo altro camino : et fate intender a tutti quelli zenthilomeni, et potendo al principe. Et mandoe avisi di Franza e di suo fratello, qual li comete dichi a la Signoria poi li brusi, acciò non siano trovati. Dii conte di Coma a esso principe di 22 decem-brio in Asion, credo voglia dir Sinon. Dà l’intradadil dueha di Valentinoes; et monsignor di Roam àabu-to il capelo; et monsignor di Lignì à ditto a li regnicoli per nome dii re lui voi andar in Bretagna, e lo aspeti lì, e tornalo voi inmediale atender a l’impresa de Italia, perchè à chi li dà gran favori ; et il Cardinal Vincula è lì, per il fio dii papa volea per moglie la fia di re Fedrico, e questo è sta caxon li soi oratori non siano venuti a la corte, et il re dice con pocha faticha ha vera quello aspeta alla sua corona in Italia. Et esser sta preso uno spion dii Turcho che mandava a veder quello facea il re, qual preso ha confesato il suo Signor saper la Signoria et soa ma-jestà esser insieme colegati, et molti signori d’Italia per soi oratori pregava ditto Turco a romper guera, et altre nove. Dii conte di Melfe al principe preditto. Scrive molte cosse; et in conclusione el Turco a instantia di oratori di Napoli, Milan e fiorentini romperà a la Signoria, con armada di galie et nave in tutto velie 200, et dia ussir certissimo, di brieve. In questa matina sier Marchiò Trivixam savio dii consejo aricordò in collegio al principe: come si vendea per questa terra alcune frotole fate per la morte dii re di Franza in stampa, et era mallato, et fo ordinato a Alvixe Manente fusse tolto, e non si vedesse. lntroe li cai di X e tutti fono mandati l’uora, et lexeno tra le altre lettere alcune di Pisa a loro dri-zate di 16 di questo. Et havendo scripto di sopra che Ramazoto de Scargalasino bolognese contestabile nostro si havia . ben portato contra inimici, qui soto sarà notado il sumario di una sua lettera scritta a Castel Delze a dì 19 a sier Zuam Paulo Gradenigo proveditor sora i stratioti era a Ravena. Et scrive come subito che ’1 fu spazato da Marco di Santi andoe a la volta di Vergareto, che fo a dì 16, poi a di 17 andono su le alpe e desfeno tutta la tagliata e conzono le vie, et a di 18 se partiteno con 60 mulli cargi de vituarie per comission di ditto Marco et dii signor Astor Bajom: lui Ramazoto fu messo per la prima guardia e andò e prese il passo, et ivi aspectò tanto che gli altri veniseno suso con ditti mulli, dove passono inaliti et lo lassoe retro guardia, imponendoli non si partisse fino a la lhoro tornata, et cussi fu dato poi la prima guardia a li perosini, et mulli acanto lhoro, et balestrieri dii signor Bortolo et li ascolani. Da poi ditti mulli camino un miglio o più discosto da lui, fono dal capitanio Paulo Vitello e da Frachasso asaliti con tutto il suo cxercito, et fono nostri roti: fo preso ditto Marco di Santi, balleslrieri a cavallo et fanti de li nostri assai, e tutti i mulli, et seguitono la vitoria drieto misier Astor fino apresso esso Ramazoto: qual vedendo tanta fuga, desideroso del stato et honor de la Signoria si revolse lui Ramazoto e fece testa contra nemici, et rupe prima il conte Checho, secondo il capitanio Gueriero, tertio le lanze spezate et presene zercha 120 fra tutti e tre cavalli, e tolse la bandiera dii capitanio Gueriero e tutti i soi tamburini, et retolse 40 mulli et li fanti 149 presi e i balestrieri presi de li nostri, fra i qual inimici fo preso homeni de capo misier Livereto da Fermo, misier' Zuam Batista de Montepulzano, Bernardo di Albizi et 25 lanze spezate, quali tutti remesse in man poi dii proveditor Venier : sichè questo è tutto il successo di la cossa.