735 MCCCCLXXXXIX, MAGGIO. gamo, e disse di la fedeltà di quel populo, come sono hospedalieri, hanno fato chiesie et hospedali in suo tempo, et la comunità spende a l’anno in questo ducati 13 milia. Laudò sier Polo Pixani el cava-lier e sier Ilironimo Orio, con li qual era stato co-lega. Item, havia fato far una torre a la capella, et fabrichà una forte'/.a in una valle chiamata la vai de........, et è ai contini del milanese, et una altra eh’ è di alcuni Soardi, chiamata Priniano, saria bon averla, et li patroni è contenti si fortifichi, [lem, 289 ’ il loco di Romarn, eh’ è al pian, saria ben fortifichar. Et aflfita i dadi .zercha 60 ducati mancho dii consueto, eh’ è ducati 30 milia, et che Bergamo dava de intrada ducati 32 milia. Item, di lo decime dii clero, licei siano poveri, pur haveva scosso zercha ducati 10 milia. Or el principe laudò de more, et disse quanto al fortificar chi salva la chiocha salva i polesini, et questo soleva dir el signor Roberto (jual diceva : pota di Santa Catarina ! et quando diceva cussi, era. Vene do oratori de la provintia di Tyrol, uno canonico, e l’altro chiamato domino Antonio Tono, et Piero Pender, sta qui, li introduxe ; qual sentati apresso il principe, presentò la lettera di credenza data a Ispurch a di 2 mazo, soto scrita : prelati proceres et opidoruvi et jurisditionum comunila-tis lirolensis,e la mansion diceva: Serenissimo principi, Domino nostro observandissimo. Et il canonico expose latine facendo una oration, e disse di la liga grisa, et agndini che haveano roto li pati conira di Ihoro de Tyrol, et terre dii re di romani, e fanno crudel guera, unde tyrolesi voi lenir 6000 homini a l’incontro; perhò come amici nostri et convicini, da lhoro non potendo suplir, dimandono a la Signoria per imprestedo per do anni, con cauzion ducati 40 milia. Et fono mandati fuora per consultar la risposta, qual consultata, el principe li rispose, per interprete ditto Piero Pender: come la Signoria nostra havia bon voler verso tyrolesi, ma che per 1' arma-da faceva il turcho bisognava danari a imi per far potente arniada, et non potevamo servirli ; et lhoro dimandò menor sumnia; et eliam fo denegati, e cussi si parlino. Vene Jacoino di Tarsia, va in Cypro, dimanda per la soa persona ducati 30 al mexe lieti, e perchè in Cypro cono a raxon di 8 bisunti al ducato che vai 10, a bota 20 per cento, e non voria questa bota, et fo concluso darli ducati 25, da poi molte parole, al mexe. Et acadete certa altercation di sier Filippo Trum con sier Polo Pixani ; et il Trum li disse: vui sic zovene e dovete essere più mansueto. Et fo per pagar un bombardier, il Trum li voleva dar ducati 7 al mexe, et lui voleva ducati 8, et il Pixani disse sia con Dio. Vene domino Renier Dandolo orator di Candia, e porse certi capitoli. El principe li rispose si vede-ria et consejeria. Vene l’orator di Napoli, e disse liaver scrito al suo re di l’armada fa la Signoria nostra contra il Turco; li ha risposto li piace assai: E manda a dir è di quel voler che fo la majestà dii padre, ma non ha il modo, et à dato paga a 100 homini d’arme et quelle zente souo a le marine, et ancora armeria ga-lie ; ma non ha corpi se non guasti ; et voi esser bon fìol, pur che la Signoria li corisponda come bon padre. Et il principe li rispose: « Nui ferno armata per conservation di li lochi nostri, licei havemo bona paxe col Turcho a hora continuata, e non semo per difender el paese d’altri ». Vene il signor Zuane di Gonzaga, fratello dii mar-cliexe di Mantoa, et dimandoe la Signoria li rispondesse zercha la conduta sua, et darli li alozàmenti. Fo mandato fuori, li fu risposto per adesso non esser tempo, et havevamo contentà a la sententia iniqua per ussir ; et lui disse : Serenissimo principe, dove mi vaili bavero la fede verso questa Signoria, quasi va a tuor licentia. Et poi disse havea una lettera di suo fratello, qual voleva far lezer, ch’era die li Garzoni dal banco dovea liaver sue zoje per certi danari, pregava la Signoria facesse indusiar 15 zorni a venderle ; et li fo risposto non si potea far, ma che lui principe pregerà che indusino. El la lettera non fo voluta lezer, et cussi andò via. Vene li mercadanti tedeschi di fontego, con mis- 290 sier Zuam Ratistalhoro avochato, e dimandono, atento il banco di Garzoni falite, et noviter questo di Li-pomani sopra dii qual haveano da ducati 30 milia, zoè ducati 10 milia su el Lipomano, et Zuam de Cheler fa i fati per i Focher etc. Et che i Garzoni disseno fin pasqua, di pasqua a la sensa, e a hora dicono voler 15 zorni a pensarci di pensar il tempo quando si potrà satisfar; perhò voriano fusse tajà il salvoconduto in bonis tantum, over potesseno dar de quelli beni ai soi creditori che hanno a le galie, over eliam a lhoro mercadanti fusse slongà il tempo. Item, di argenti e ori hanno, non sa che far, perhò che a meterli in zecha paga tre grossi e rne-zo per marcila, eh’ è d’intrada a la Signoria ducati 4000, voria etc. Item, che uno todesco havia dà al Lipomano peze di arzento per valuta di ducati 1800, le qual sono al presente in zecha, et voria rehaver-le. Fono mandati fuora, et per esser materie dii con;