175 MCCCCLXXXXVIII, DICEMBRE. 176 xon fusse concesso a lo episcopo di Monopoli, dovesse veder di jure : li fo risposo non voler far questo per esser jus putronatus nostro et haverlo zà conferito. Vene Zuam Alberto, al qual fo leto la dilibera-tion nostra che ’1 signor suo formasse li capitoli : qual rispose el signor veria qui, et molte parole : li fo data copia e andoe a Ferara. Da Roma di l’orator nostro, di ultimo novem-brio. Si scusa non haver da scriver cossa di momento. Il papa dice nulla haver di Pranza, sta con grande expectation, et esser venuto novamente di Avignom domino Nicolao Buzardo arciepiscopo di Arles et è zonto lì eri. Dice di honori fono fati al duclia rii Valenza, et haver lui udito di bocha dii re desiderar più presto el duellato di Milani per viver uno anno solo da poi, che viver gran tempo nel suo regno. E tien fermo sia per concluder la liga con la Signoria nostra, intervenendo el pontifice, et di questo monsignor Ascanio si duol assai et zercha de intender per ogni via. Et da Fiorenza era lettere di l’acordo si trata con la Signoria nostra a Ferara, con questi capitoli : lassar Pisa come Pistoja, danno alla Signoria ducati 300 milia et 30 inilia per la dota di Piero di Medici, et le forteze di pisani resti in man dii ducha di Ferara fino la Signoria babbi li soi danari; et che fiorentini non hanno via di trovar danari. Et era lettere di domino Guido Antonio Vespuzi. Scrive la pace succedea omnino, perchè non voleno spender, voleno più presto esser putane che poveri, et eliam mandoe uno capitolo di una letera di Fiorenza zercha questo. Ilan, el re di Napoli vien in Apruzo; dii parentà con Colonesi, Ascanio impediva ; et era ivi zonto uno orator di Portogallo venuto a starvi ; domino Gracilasso di la Vega orator yspano si parte, va prima in Calavria, qual è mal edificato col papa. Si ha in Spagna non si obedisse il papa zercha li bene- • fidi ma il re li dà lui ; et l’ultimo concistoro par, il ducha di Valenza renonciò in la man dii papa l’arzi- 71 vescovato di Valenza et altri beneficii, quali a niuno ancora era sta conferiti. ìlem, et cavalier Orsino fìol dii conte di Pitìano, partito per venir in Lombardia, per camino si amaloe, et a Spoliti era morto. Dimandava licentia et expedir il successor. Item, poi scrita, era lettere di Franza di 22 novembrio,- il ducha di Valenza esser zonto a Lion, solicitato dal re vadi a corte. Da Napoli dii consolo, di 20, 21 el 24. Come el re li havia parlato dii marchexe di Mantoa, qual havia inteso il successo da l’orator suo era qui, et come esso re havia dito desiderar la quiete de Italia per li desturbi extranei e machinatione aliene, et desiderar la venuta di l’orator nostro, qual soa ma-jestà partirà certo per Apruzo. Fo uno pranzo eri sera col principe di Bisignano e molti altri per numero 6 baroni. Steteno a la mensa sin hore 9. Manda 4 ga-lie a Zenoa et l’orator zenoese è qui solìcita, le qual perhò non sono in hordine. Per l’altra, di 21, come era nova le nostre gajie di Fiandra haver com-batuto verso Palermo con 4 barze francese et si havia liberato, et poi mandò a fondi una barza e uno galion, come par per le letere dii capitano per avanti aute, et fo per causa calasse, quale levò l’insegna di Spagna, pur fo mandato a fondi ; et in banchi per causa di le segurtà si gran fa bisbiglio. Per la lettera di 24, el re post doman a höre 11 ascendente pro-picio va a la Longela per veder cavali, poi a Nola : è stato in Capuana da la regina a dormir; ha mandato in Franza copie di le investiture fate per il re Alvise, et uno Agustiuo Spinola zenoese ha lato generai comissario per tutto il regno, et si partiva 2 ga-lie per condur il Cardinal a Roma. El come in l'ultima soa letera era, di quel matrimonio si tralava di la sorda dii camerlengo marchexe di Peschara in el signor Carlo di Ragona, fratello dii Cardinal di Ragona. Da, Ravena, di 3. Esser zonto Jacomo Secho lì : dice quella impresa di Galiada haver bisogno de fan-tarie ; ha per uno partì di campo a dì ultimo, homo dii signor Carlo Orsini, nostri erano partiti di Bibie-na per andar a Prato Vechio, zudega haveranno. Et da Fiorenza, per uno venuto si intende Paulo-Vitelli haver abuto ducati 4000 per levarsi, el qual vuol fanti 8000 nuovi ; et che ’1 conte Ranuzo et il signor di Piombini andava verso Pisa, e a Fiorenza 11011 esser danari e carestia. Da Brexa di ret tori, di 1.° Mandoe danari di le decime dii clero, et Vetor di Zuane esser lì a questo effedo. Item, era venuti lì tre zentilhomeni di Stu-ricli con letere credential dii suo conte ; voria acordarsi con la Signoria nostra, è stato fin hora a soldo dii re di Franza, eliam esso conte scrive una letera di credenza a la Signoria soto scrita comes Curai de Odich : data a le Nagine de 12 novembrio ; et aspetono risposta. Di Anlivari. Di sier Bernardo da Canal podestà, in risposta di quello li fo scrito per avanti zercha turchi vicina con Antivari, et nara il seguito, et tutavia era qui oratori di quella comunità, qual dicevano gran mal di lui : comessi a nui. A dì 6 ditto, fo san Nicolò. El principe fo in ca-pella di San Nicolò in palazo con la Signoria, dove