1047 HCCCCLXXXXIX, AGOSTO. 1048 quella di Donadi, è de Martin da Cherso, et le 16 ca-ravele, etc. Vene domino Zuam Batista Carazolo, qual era toso, che prima quando vene col ducila havia cavoli ; et vene con sier Piero Marnilo stato provedador a Bibiena, sento a presso il principe, ringratiò la Signoria di averlo eleto capitano di le fontane, portò una letica dii ducha d’ Urbim, e disse havia menalo qui assà valenti horneni, et che li provisionati et ho-meni d’arme dii ducha erano partiti d’ Urbim, e venivano di longo. Et per il principe fo carozato et dito vadi in campo, e ordinato expedirlo. Vene el principe di Rossano, vestito di negro, con barba, et è cugnato di sier Marco Lorcdam, fo di sier Antonio procuralor per via de la moglie, et questo fo fiol di una sorela di re Ferando veehio, è stato anni ‘28 in proxon a Napoli, el re Ferandin quando fu zi el cavò fuori et menolo in Sicilia. È di età di anni 58, havia C sorole maridate, una di le qual è questa dii Loredam ; era con lui uno fiol, fo dii ducha Ulacho, fiastro di ditto Loredam, sta in questa terra. Et sentato apresso il principe, parlò pian. In eonclusion voria haver il stato suo di reame ; e disse havia seguito, el qual stato teniva parte il papa, e parte el ducha di Milan : pertanto voria recuperar quello li tien el ducha di Milan. Et fo mandato fuora, et consultato la risposta niun di collegio non sentiva impazarsi, ma poi per reputation li fo ditto si consejerà. Vene il signor Antonio Maria di Sanseverin, et disse era sta aspetar la Signoria nostra lo adoperi, hora vedendo non esser operato si voi partir, et onderà in loco, non sarà contra la Signoria, ma in favor, et voi esser servidor, lucile disse voi andar con Pranza. Et mandato fuori li fo risposto bone parole, non si havia tolto niun condulier nuovo, et poteva esser certo era in gratia di sto stado, et andasse a la bona bora. Vene quel mosso dii ducha di Medina, et fui causa di la sua expedition: fici far una lettera in risposta che piacque al collegio, ditto non si poteva far per queste galie di Fiandra por esser zà incantade, ma a le altre si vederia far cossa li fusse in piacer per r amor li portamo, tochò la man al principe, et ave la lettera. JDu Treviso, di sier Atvlrea Dandolo, podestà el capitano, di 9. Zercha il subsidio, et havia fato la dcscrition di homini da fati, sono ... Da Gradiscila, di sier Andrea Zanchani, provedador zeneral, di 8. Come a Cremons loco dii re di romani si fortifichava. Et che li stratioti diman- davano danari di le sue page, et che quel (riestin era in rocha retenuto, era fuzito per colpa dii ea-stelam, qual à 6 compagni, non vai mezo bezzo. Item, havia examinà quel stralioto fu a Cremons, datoli fuogo et corda, insieme col signor Carlo Orsini, et nulla hanno trovato di lui, et quel Pranzi non poi haver in le man. Di Caodistria, di sier Alvise da Malia, podestà el capit ino. Come erano compili li ducati 80 per li homini, mandò a la custodia di Montona et Castel-novo, perhò la Signoria volendo tenirli mandi altri danari. Da Brexa, di rectori, di 8. Zercha Marco Rigo bombardier, etc. Da Bergamo, di rectori, di 6. Come misier Ale-xandro Cojom voleva cavalchar con la compagnia in campo, èt voi sia fato comandamento a Feraga suo capo di squadra, è qui, vadi da lui. Da Padoa, di sier Marco Antonio Moreorini el 405 ' cavalier provedador zeneral, va in campo, di 9. Come a hore 20 parti monsignor di Beumonle cri, et ozi lui partiria, et ha molti c; ntestabeli con li fanti in brexana. Di Roma, di l' orator nostro, di primo, 4 et 5 eri era venute. Come eri a dì ultimo lujo spazò li fanti spagnoli per qui. Item, fo dal papa, et li expose di la lettera scriveva la Signoria a Napoli ; et quella leta, el papa ringratiò la Signorìa dicendo queste parole son grande, et disse el datario non havia trova brievi per decime di preti a tempo di papa Calisto, et posi multa disse voleva dar do decime a scuoder in do anni da’ preti, et l’orator si dolse dicendo non era il bisogno di la Signoria lin do anni ; et il datario è ferarese. Tandem el papa ordinò dar licentia di do decime per do anni, zoè do decime a l’anno oltra le do consuete, et questo per la guerra turchescha, et mandava le bolle el uno brieve, et in la materia di retenir il Buzardo, disse il papa non l’havia fato por esser suo cugnado castclam di Fano et voi prima levarlo de lì, et consejeria la materia di le censure con il reverendissimo Alexandrino et li altri cardinali palatini. Item, manda uno breve soa Santità scrive al Concordiense legato suo al re di romani et a li declori de l’imperio, de lo qual mandava la copia : la sustantia è, che à inteso turchi voleno venir per Yspurch contra cristiani, admonisse non lazi etc. Et aricorda esso orator la Signoria nostra mandi dicti brievi in Alemagna per uno co-rier con le insegne dii papa, et non ha voluto pagi nulla di la bolla, tainen il datario si racomanda a la Signoria; et aricorda esso orator sarà ben donarli