MCCCCLXXXXV111, OTTOBRE. 70 Po se prima non passava le zente va col marchexe di Mantoa, perchè li voi andar driedo. Ha fato novi editi che niun si acordi con la Signoria, sotto pena di rebelion, et mostrava esser molto gaiardo. Da Crema, dì 25. Come a dì 23, marti, a Lodi era sta publichà una liga dii papa, re di romani e ducha di Milan; et che ivi si steva con custodia, facendo manteleti a li muri e a li merli ; et erano zonti li fanti, et levati alcuni e mandati a Parma. Vene in colegio domino Urbano orator di Mon-ferà, et comunichoe alcuni avisi di Franza, za abuti. Et che il re di romani volea andar dal fìol in Borgogna ; et il Cardinal S. Piero in Vincula, et il Cardinal curzense erano andati in Provenza contra il ducha di Valenza, fìol dii papa. Et che a Milan il ducha havia fato retenir il conte Hugo di Sanseverin. Vene lo episcopo orator di Milan, per il qual fo mandato : et, per el principe li fo dito meravejarsi di la novità havia fato il suo signor al luogo chiamato il Vescoado, e dovesse scriver fusse restituito, acciò non fusse causa questo di principio di mal; et dicto orator rispose nulla sapea : scriveria ma gajarda-mente, et come era sta tolto il marchexe eh’ era con lui, eie. Vene frate Hironimo heremita, al qual fo dita la nostra diliberation fata di dar il titolo etc. al marchese suo: el qual heremita si butò ingcnochioni dicendo bora non restava altro per esser sta contento d.l tutto, e anderia a Mantoa. Vene il conte di Piti.ino con il qual fo concluso li capitoli per 4 anni fermi et uno di rispeto in libertà di la Signoria : e sottoscrisse a li capitoli fati per man di Bernardino di Ambroxii secretano nostro, et per nome di la Signoria per sier Zorzi Corner el cavalier savio a terraferma ; el qual tolse licentia per ritornar in brexana, et per il principe li fo dito facesse mostra di cavalchar con le zente su Ojo, et che resteria el conte Bernardin con lui. Ilein, esso conte dete in nota le vie di Bibiena a Fiorenza, e li lochi, di lì qual dicea haver gran praticha, laudando quella impresa. Vene domino Antonio di Pii condutier nostro et Zuam Michiel Badelo da Mantoa, qualli erano sta mandati per il marchexe di Mantoa incogniti a veder le vie di andar a Pisa et li [tassi di Berga, et conclusene esser calivi passi, et impossibele a passar con zente d’arme per la vai di Serchio, sì per esser stre-ta e convegnir expugnar, qual per esser inverno el saria malissimo il modo di aver vituarie. Vene do messi, venuti di Franza per nome dii re per andar a tuor falconi, et li fo dato lettere et quello rechieseno acciò soa majestà fusse servita, et dicti partino e andono al so viazo. Et hessendo da poi disnar chiamà pregadi, vene lettere : Di Mantoa duplicate di sier Nicolò Foscarini. Per una, come el signor havia ditto non voler cavalchar si '1 non havea il titolo, ma aspetava, cussi quando li fusse promesso, do over tre mexi ad haverlo. Per l’altra, dii ricever de.li ducati 5000 restava haver il marchexe ; et che el signor Zuane di Gonzaga volea pur alozamento sul nostro, et che la massa si faria in veronese a Corezo et passerano Po a Ostia e San Beneto e in uno altro loco, ma prima voi saper dii titolo, et za la diliberation nostra dia esser zonta. Di sier Zuam Paulo Gradenigo vene una lettera data a Mantoa a dì 23. Nara il zonzer suo lì, a dì 21, et il successo, qual per esser cosse scrite per el pro-veditor non fo leta la dita lettera. Di Rimano dii secretano nostro, dì 25. Come 28 in quella note era nato uno fìol a la signora eh’ è fiola di domino Johanne Bentivoy, eh’è zà 100 anni la caxa di Malatesti non havea hauto fìoli legiplirni che havesse dominato Rimano, et che il signor era fuora. et per la terra si facea gran alegreza. Di campo di proveditori, data a dì 25 a Imre 5 di note a ViUafrancha. Come si doveano levar la «latina con lo exercito e andar a Castion sul Savio. Ha-veano inteso da Marco di Santi 1’ aquisto di Bibiena soto il nome di marzochu, et che li stratioti e altri voleano danari : tamen fin questa bora dovea esser zonto li in campo ducati 7000, li fo mandati per dar la paga. Itern, che il signor di Faenza li havea m ndato a dir si dubitava, partendosi il nostro campo, et che- lassavano 200 fanti a Brixegelle e San Cassano, et Meleagro di Forlì con la sua compagnia : con questo li soi homini d’arme, zoè dii signor di Faenza, rimagnesseno in campo quasi per obstasi ; quelli dicono non voler per non haver danari, et etiam li Benlivoleschi voi danari. Di Rtiveri'i, di 26. Come in quella note havia recevuto le lettere di la Signoria in la materia di Forlì, et spazoe in campi?, Et che il conte di Soiano voria tuor l’impresa di Val di Bagno. Et li ducati 7000 erano zonti, qualli li haveria in campo. È da saper, come zà do zorni fo cargà per li patroni a F arsenal la bombarda veniziana traze piere di dieci l’una, et piere per la dita, e altre artilarie e polvere, per mandarle a Ravena per la via di Fi-garuol, et etiam li do burchii che, come ho sorilo, i con li canoni erano zà zonti a Figaruol. Fo scrito a