077 Di sier Antonio Bom capitano e provedidor di Modom. In risposta havia ricevuto nostre lettore zer-cha il far di biscoti ; scrive non ha danari sichè non sa quello habi a far, come sa sier Luca Trum sy-nico etc. 2(57 Da Zante, di sier Nicol) Ferro provedidor di... aprii. Come havia ricevuto nostre lettere si mandasse el sorabondante. a Modom, dice non baver, si scusa. Et esser una lettera dii consejo di X, voi li mandi a Lepanto per la fabricha, sichè non sa quel- lo habi a far; dice di le vendede di le decime et altre cosse. Da Corf', dii rezimenlo, di 13, 14 el 18. In la prima: come à aviso l’armada turchescha esser zà ussita fuori di velie 50 ; e tuta sarà galie 80 in 90, fuste 100, 2 nave grosso, 3 gaiioni et 20 altre nave; et a Bursa esser fato il seragio per il Signor oh’è passato de lì, è un con exercito grande chi dice per Rodi, chi per Cypro, chi per el Caraman, chi por Puja, chi per quel luogo di Corphù, e perhò aricordano le provision, monition, etc. Et è quasi compito il torion grande, e voria danari. Et dicono è cento e undexe anni la Signoria mantien Corphù. In la lettera di 14 : come tre galie con il proveda-dor Pexaro si dice esser andate in Candia ; dii Zan-chani nulla si sente. In la lettera di 18: come havea ricevuto nostre lettere, andava a Constantinopoli a l’orator, over a sier Andrea Griti, e perchè l’ora-tor si dicea sarà doman lì a Corfù, non le à mandale, et ha inteso questo per do oratori di Rhodi vien a la Signoria nostra, che li lassò a Caomalio. Ilem, l’armata è per ussir di velie 300, non si sa per dove, et edam è un grande exercito. Di sier Simon Giooro provedidor di l’armada, di 16 appresso Corfù. Dii zonzer di sier Marco Antonio Contarmi soracomito, con la sua galia ben in bordine, et etiam scrive di 18 nulla da conto. Da Brandizo, di sier Jacomo Lion cjovernador, di... aprii. Come per la piaza de lì si lezeva una lettera mandata per uno greco, li avisa di la potente armata fa il Turcho ; e lui provedidor, mandò per colui la lezeva e li tolse la lettera, e non volse più la lezesse ; or aricorda a la Signoria quella terra esser in fuga, e la Signoria scrivi una bona lettera confortando quelli populi, et dimanda munition. Di la universiltì di Braruìizo. In questo medemo tenor si racomandano a la Signoria per questi timori dii Turcho, et, me aricordantc, foli scrito una lettera stesse di bon animo. D i Brexa, di sier Zuam Francesco Pasqualigo dotar et cavalier, capitano, di 2. Avisa haver da 078 Pontevigo esser venuto zente d’arme, dice votano esser alozate, pertanto la Signoria ordeni. Da Treviso, di sier Andrea Dandolo podestà et capitano. Come era venuti li molti cavalli di stra-tioti, non sa quello habi a far. Di sier Piero Duodc provedador, data apresso Monti a la fin di Parmesana, di 29 aprii. Come veniva con li stratioli maxime con li nuovi fono col provedador Morexini et zente d’arme, farà la via di Crema, Brexa et Verona, aspecterà ordine di la Signoria zercha li alozamenti, et prima vcngi par vo-gli andar por vodo a Santa Maria di Lonigo. Di Pranza. Venute questa matina. Prima di 11 aprii di tutti tre oratori replichade, poi di sier Antonio Loredam el cavalier orator a Bles, di 23, 25 el 2G. Come li do collega, a dì 18 partì, li lauda assai, poi gionse Cristophaleto corior con lettere di !), 10 et 13, et andoe a trovar la majestà regia a Odon, vi-lazo mia (ì de lì dove stava a piaceri, li disse dii compromesso fato et la sententia per il ducha di Ferrara contra le promesse et prieUir expectationem ampli- 2(i7 * fico a parte a jwirte maxime dove dicea in la senlen-tia la Signoria sola havia tolto l’impresa di Pisa -a conservar; et disse al re: fo il papa, redi romani, li reali di Spagna et Milan; et il re zà havia saputo ili ditta sententia per via di Milan, bave lettere di l’ora-tor di Monterà, et la sententia etiam. Li oratori fiorentini bave poi lettere di soi Signori quali fono dal re, et conzono la cossa a Ihoro modo, et disse il ducila di Ferrara haver juxte sententiato ; el esso orator disse la Signoria haver mantenuto, et preserva quel- lo che re Carlo fece, et non era stato causa defectio* nis, et che ’1 ducha di Milan non havia mantenuto la fede ma la Signoria nostra si, et che podio havia ex timato le calumnie et maligne machinatione di quelli etc. Et il re alla prima nulla disse, a la seconda che non havia creduto nè credeva mai niun «ligi mal di la Signoria fino non vedrà l’opera. Poi li disse il sumario di le nove di Constantinopoli et armada si fa turchescha, el voler far capitano zeneral el so-racomiti, et il re disse non è da stimar, havemo na-vilii el quatro nave quale sarà da romper le galie et fuste turchesche. Item, replichò sua mnjeslà sguizari et la comunità di Rema et Lucerna esser in 'acorilo con lui et li ajuta contra il re di romani. Li manda 8 boche di arlilarie et danari. Item, el ducha et madama di Borbom si aspecta de lì solicita d successor et danari da viver. Et in la lettera di 25 : come era nove per lettere dii signor Consfantim di l’armata turchescha, et li aparati Iacea la Signoria nostra il re stima poeho, el li napolitani foraussiti sono maleon- MGCCCLXXXXIX, MAGGIO.