199 MCCCCLXXXXVIII, DICEMBRE. 200 el papa fa quello el puoi acci») l’liabi la fìola di re Federico per moglie e non altri, perchè pretende molto a le cosse dii reame; et a soa requisition il re ha facto restar l’orator neapolitano a Zambarì, et che dicto ducha di Valenza ha scrito al papa molto in laude di la Signoria nostra, dicendo quella esser potente e quella che mantien fede. Ilem, esser passato per Aste uno Francesco Gastaldiero messo dii Cardinal Vincula va a Roma per le poste; à portato lettere credenlial a misier Zuarn Jacomo, che ’1 va a la corte esso Cardinal per adiutar di concluder la liga et far che ’1 conte de Mixocho, fìol di ditto misier Zuam Jacomo, habi dal re la condì ita dii padre ; et lui misier Zuam Jacomo poter venir a servir la Signoria nostra, et crede esso Placidio di breve per questo vera a Venecia. Ilem, li oratori astesani erano partiti di Zenoa re infecta, et zonti siano in Aste misier Zuam Jacomo voi mandar zenle a quelli confini. Ilem, che quel monsignor di San Martin fo li-centiato di la corte con alcuni altri che tramava per il ducha di Milan; lamen questa particolarità è di sopra in li avisi di Franza. I)a Lion di l’ amico fidel, date a dì 3. L1 ultime soe sono de 8 novembrio. Come a dì 23 partì il ducila di Valentinois fìol dii papa per andar a la corte come scrisse, perchè il re li mandò do signori a soli-citarlo, e partì tre zorni avanti di quello havia terminato, et monsignor di Clarius portò lì per nome dii re l’hordine di San Michiel ch’è gran dignità in Franza e non si dà si non a quelli di sangue regai o qualche gran principe; non lo volse aceptar fino non zonzeva dal re, et monsignor di Clarius have a mal di questo, e si dolse con qualche uno et si sdegnò non havesse voluto pigliar ditto bordine. Et il Cardinal Vincula partì poi a dì25, li va driedo, è sta molto honoralo e cargalo da’ fiorentini. Et che de lì era la nova dii seguito dii marchexe di Mantoa che havia parso di novo a tuli, et son sta messe per fiorentini scomessedi questo, quali hano vadagnato da ducati 1000 in suso, et la causa è sta Neri Caponi che diceva haver dal confaloniero di Fiorenza che Mantoa non saria con la Signoria né vi dureria; sichè etiam sospeta Paulo Vitelli non habi intelligentia con la Signoria nostra, e da poi compita la ferma con fiorentini, si accorderà con dieta Signoria ; sichè tutti parlava di la Signoria come la più potente de Italia, et il resto tengono come falidi, et dicono quelli signori quella habi a dominar gran parte de Italia. Vene una posta di Alvixe Caponi, è a la corte e seguita il re, a Neri Caponi, et per quanto intese, fiorentini sono di malavoia, et disseno : semeniamo il tormento in arena, et il roy per partido se li faza non voi etc. è una gran cossa, dimostrando non poter haver lho-ro intention. Questo ha da Zuam Francesco Marte-gli fiorentino. Ilem, la corte dii re esser apresso Anglera a la volta di Bertagna ; et il Cobo corier nostro, andava in Franza con lettere, passò per Lion a di 29 novembrio. Da Brexa di rectori, di IO. Zercha trenta spingarde, fate a tempo di sier Marco Sanudo podestà el, sier Francesco Mocenigo capitano. Ilem, sier Zuam Francesco Pasqualigo doctor et cavalier capitano, scrisse solo una lettera, come era stato da lui Stephano da la Pigna, fratello di Zuam Alberto, et Sigismondo di Madama, qualli dicono andar a Milano rechiesti dal ducha, el qual desidera reconciliarsi con la Signoria, et lhoro si opererà in ogni cossa. Ilem, del dito de 11, come era sta a Gedi dal conte di Pitiano, et li vene contra in campagna con un mantelo negro longo a cavalo ; andati a Gedi, volse el disnase con lui e parlono di altre cosse, poi esso capitano, per nome di la Signoria, si dolse di la morte dii fìol, el qual rispose: in 14 mesi la fortuna mi ha tolto do fioH; mi resta ancora 6 tra fioli e nepoli quali voleno spander il sangue per la Signoria nostra, et che si voleva confirmar con la volontà di Dio ringratiando la Signoria etc. Et poi tornoe a Brexa acompagnato alquanto poi da esso conte ; et zonto domino Hieronimo di Porchari nomine suo, vene da lui dicendo esser passà per Brexa sier Do-menego Trivixam venuto di Spagna, qual menava do cavali zanetì et una mulla qual el conte desiderava averli, perhò pregava la Signoria nostra li volesse farli dar per li danari soi. Ilem, per un’ altra lettera data a dì 11, come- era stalo lì el canzelier di domino Zuam di Gonzaga, dicendo siben il marchexe havia fato quello havia fato, per questo non volea si non restar schiavo de la Signoria, e lui con la moglie e fioli vegnir ad habitar in le nostre terre et in la dition nostra ; e volea le sue zenle havesse alozamento. Da Veroni di rectori, di 12. Come havia man-dà li danari a Ravena ; che portò Hironimo da Monte. Ilem, zercha a li homeni d’arme dii marchexe di Mantoa, che non habi alozamenti. Da Ferara dii vicedomino, di 12. Replicha zercha il contrabando. E da Ravena di 11, come ha di Faenza di certa incursion fata su el suo per la ma-dona di Forlì, la qual non resta di molestar. Da Sojano di 8, de sier Zuam Paulo Gradeniyo. Come quel conte era marchesco, et quelli condutieri nostri domino Antonio di Pii et compagni, esser di-